Quello che gli altri non dicono: "Terra mia" e Vesuvio acceso in un San Paolo da Oscar: lezione di civiltà, hanno vinto solo i napoletani ieri sera

Napoli-Juventus è cominciata giovedì notte. Un paio di grossi petardi sono scoppiati nella notte nella zona dell’Hotel Parker a Corso Vittorio Emanuele. Gli abitanti della zona sono saltati nel sonno: due i petardi accesi con il preciso scopo di disturbare il sonno della Juventus, che alloggiava proprio lì. Nessun danno ma solo una manovra di “deconcentrazione” nei confronti della squadra avversaria. Tra l’altro i petardi sotto l’hotel dove alloggia la Juventus sono una “tradizione” che parte dagli anni ‘60, e quindi anche una sorta di portafortuna. Senza contare gli ululati e i fischi che hanno accompagnato la Juventus al San Paolo, il prepartita dei bianconeri è stato all’insegna del “rumore” continuo. Un frastuono che ha trovato il suo epicentro all’interno dello stadio San Paolo, che due ore prima del fischio d’inizio di Napoli-Juventus era già pieno. Pubblico delle grandi occasioni, e fibrillazione fuori e dentro. Colossali fischi hanno accolto la Juventus all’ingresso per il riscaldamento (ma anche all’uscita), mentre Aurelio De Laurentiis ha osservato il lavoro di romitaggio degli azzurri prima di fare un giro di campo e salutare i tifosi che erano sugli spalti. Intanto, in ogni settore si preparano belle coreografie: la più importante campeggiava in Curva B, in un San Paolo che era una autentica bolgia, con 60mila tifosi scatenati. La spettacolare coreografia col Vesuvio gigante e la scritta “terra mia” ha emozionato all’ingresso delle due squadre in campo. Purtroppo l’agonismo di un Napoli bello carico non basta ad evitare il vantaggio della Juventus.
Il gol di Chiellini gela il San Paolo, ma il pubblico non demorde e continua ad incitare gli azzurri. Quando comincia a serpeggiare un po’ di nervosismo ecco che Gokhan Inler dà un senso importante alla sua partita e firma il bel pareggio con la “solita” bordata dalla distanza. Il San Paolo esplode e gli animi si riscaldano, soprattutto in occasione della gomitata di Cavani a Chiellini. Nel secondo tempo il pubblico del San Paolo suona la carica e spinge il Napoli alla vittoria: l’ingresso di Insigne è accolto con un boato, mentre il calo di ritmo della Juventus fa ben sperare. Del resto servono soltanto i tre punti. La voglia di vincere sale, soprattutto quando la Juventus sembra essere alle corde. Il ds azzurro Riccardo Bigon viene espulso. Non serve la pressione del Napoli e una colossale occasione sprecata da Dzemaili. Napoli-Juventus finisce 1-1 e finiscono anche le speranze di sorpasso ai bianconeri, perché sei punti sono troppi. Qualche timido fischio, poi applausi agli azzurri che vanno a salutare i tifosi e a ringraziarli per il sostegno. Ora sotto: c'è un secondo posto da difendere.
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