Chiariello: "Sancho? Napoli attrae, c'è la corsa. Non ci sono più i Gonalons e Kramer!"

Il giornalista Umberto Chiariello nel suo consueto ‘Punto Chiaro’ ha parlato del richiamo fortissimo che ora ha il Napoli, partendo dalla notizia della preferenza di Sancho per il club partenopeo rispetto persino alla Juventus: “Gasperini lascia l'Atalanta, potrebbe deviare la sua corsa autostradale verso Torino. Voi lo sapete che Gasperini è juventino molto più di Antonio Conte? Gasperini è di Torino, non è di Lecce. Nasce juventino, direbbero a Roma ‘fracico’. Allena le giovanili della Juventus, il sogno della sua vita è finire la carriera allenando la Juventus. Che fa, rinuncia, perché ritiene più stimolante il progetto Roma prospettatogli da Ranieri. Ranieri rinuncia alla Nazionale per non lasciare questo progetto, però Antonio Conte dato per certo… Se Chirico si fosse giocato la casa, bastava chiederglielo, l'avrebbe giocata, era straconvinto che Conte tornasse a casa madre e bastasse schioccare le dita da parte di Elkann e sarebbe corso. D'altronde c'ha casa a Torino, la sua vita è a Torino. è juventino, l'ha dichiarato anche recentemente senza dubbio alcuno. E’ bastato sedersi con De Laurentis e fugare ogni dubbio. Ha scelto il Napoli, non ha neanche approfondito la proposta della Juventus. Kevin De Bruyne ha avuto offerte doppie, triple tra arabi e turchi e americani. Ma lui che si è sposato qui da noi, un belga che viveva da 10 anni nelle brume di Manchester, che è una città tediosa, piccola, noiosa, che non vi dico, sceglie la nostra costiera e sceglie il progetto Napoli, perché vuole vincere ancora.
Me li ricordo solo io i Gonalons e i Kramer che rifiutavano Napoli perché era pericolosa e le mogli non volevano venire. La moglie di Gonalons era incinta, non poteva far nascere un figlio a Napoli. A Napoli è nato un figlio da un giocatore belga che si chiama Ciro, che ha deciso di vivere qui e ora è anche nostro concittadino. Uno come Spalletti, che è tornato ad allenare le galline del Cioni dopo lo scudetto straordinario Napoli e il fallimento in Nazionale, c'ha uno scudetto tatuato sul suo braccio ed è cittadino napoletano. Lui che parla un toscano inequivocabile. Maurizio Sarri, che sarà una persona un po' ondivaga, continua a professare amore per Napoli e ritiene il Napoli in questo momento una spanna su tutti. C'è un'unanimità nei confronti di Napoli, come non si è mai sentita prima, la gente sceglie Napoli, sceglie il Sud, sceglie i progetti del centro sud.
Il mondo che cambia, lo scudetto rivoltato al contrario non con la punta in giù ma con la punta in su, perché l'Italia che si capovolge. Un'Italia geocentricamente politicamente nordista, pensate che in questo campionato prossimo ci saranno 14 squadre del nord, 4 del centro-nord. 18 su 20. Oggi la geopolitica parla la lingua napoletana. Se uno come McTominay accoglie Manna a casa sua e sposa con entusiasmo il progetto Napoli, uno che nasce nei sobborghi di Manchester, il papà è scozzese ma lui è inglese. Vive, cresce e lavora 10 anni nel Manchester United, uno dei brand più famosi del mondo, è entusiasta di venire a Napoli e diventa iconico con quel suo gol in rovesciata. Miglior giocatore del torneo. Uno come Romelu Lukaku, giocatore internazionale, che non vede l'ora di riabbracciare il suo Conte. Buongiorno, il capitano del Torino, nato a Torino, vede Napoli come meta. Beukema sta dicendo ai suoi a Bologna: ‘Io voglio andare al Napoli!’. Ndoye sta dicendo ai suoi: ‘Io voglio andare al Napoli!’. Ci vogliono venire tutti, non sentiremo in conferenza stampa Benitez presentare David Lopez dicendo certo non è Gonalons, che rifiuta Napoli.
Oggi Napoli è un grande attrattore mondiale da un punto di vista del marketing, dell'immagine, del turismo, del brand, della squadra di calcio. A Napoli arriva come giocatore di futsal un brasiliano che ha fatto il giro del mondo, è stato anche in Giappone, Guillermao. Perché il presidente Perugino ha saputo andare a prendersi il grande pivot brasiliano. A Napoli arriva Kevin de Bruyne, uno dei più grandi fuoriclasse dell'ultimo decennio. E oggi c'è la corsa a chi deve indossare la maglia azzurra, se non la chiamiamo rivoluzione copernicana questa io non so quale chiamare. La concezione tolemaica del calcio, quella che vedeva la terra piatta con Inter Juve e Milan a governare indefinitivamente, indefessamente il calcio italiano per secoli, oggi non ha più ragione d'essere. Il nuovo il nuovo Copernico è un visionario, uno che l'hanno preso a spernacchiate quando parlava e si chiamava Aurelio De Laurentiis. Oggi è il benchmark del calcio europeo, perché come sa guadagnare lui nel calcio e associarci i risultati non lo sa fare nessuno. Perché poi il tempo è galantuomo, c'è poco da discutere. Quando si sa lavorare, anche Napoli, anzi soprattutto Napoli può essere vincente. Questo è il messaggio che stiamo lanciando al mondo, che questa città non è solo bella e non è solo pizza, caffè, mandolino e putipù. Questa è una città dove la gente seria, che lavora in maniera seria, fa cose serie e non mi sembra da poco”.
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