Ex pres. Juve: "Spalletti? Spero si chiuda in una stanza come faceva a Castel Volturno"

Ex pres. Juve: "Spalletti? Spero si chiuda in una stanza come faceva a Castel Volturno"TuttoNapoli.net
© foto di Giacomo Morini
Ieri alle 18:10Le Interviste
di Arturo Minervini

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista. 

Presidente, uno juventino come ha accolto la notizia di Luciano Spalletti sulla panchina bianconera? 
“Per uno juventino come posso essere io da più di settant’anni, non è stato piacevole assistere al marasma che si è creato nella Juventus, prima con un allenatore e poi con un altro. A mio modesto avviso, nella società manca una mente dirigente al di sopra di tutto, una figura capace di dare una linea chiara e coerente. Oggi chi parla per la Juventus è un azionista, ma non un membro del Consiglio di Amministrazione, e questa debolezza ai vertici decisionali ha probabilmente portato a questa situazione. Cito ad esempio un commento di Del Piero, che ha detto che il problema non è l’allenatore, ma chi sta più in alto: condivido pienamente. Tudor, a mio giudizio, ha fatto un buon lavoro. Ha accettato una sfida difficile quando ha deciso di venire alla Juventus, riuscendo miracolosamente ad entrare in Champions. Inoltre, in alcune partite, come quella contro l’Inter o contro il Real Madrid, la squadra ha mostrato un bel gioco. Detto ciò, probabilmente era necessario un cambiamento, perché si era creato qualcosa che non funzionava, forse anche all’interno dello spogliatoio. È arrivato Spalletti: mi auguro che sia lo Spalletti di Napoli, quello che si chiudeva in una stanza a Castel Volturno e pensava solo alla squadra, 24 ore su 24. Se farà lo stesso alla Juventus, ben venga. Se invece si comportasse come con la Nazionale, non andrebbe bene a nessuno. Anche Capello ha detto la sua: secondo lui è stato ridicolo cambiare allenatore dopo poche giornate e ha aggiunto che, Spalletti, non deve essere testardo. Effettivamente Spalletti ieri ha detto a Perin: ‘Dipenderà da voi’. Mi auguro davvero che non sia lo Spalletti della Nazionale, perché quello purtroppo ha fatto una figura meschina, per lui e per noi italiani.” 

L’approdo di Spalletti sulla panchina della Juventus sposta un po’ gli equilibri di questa Serie A? 
“Indubbiamente sì. Se guardiamo il curriculum di Spalletti, parliamo di un allenatore con una grande esperienza. Prima dell’esperienza negativa in Nazionale, aveva fatto ottime cose: ha lavorato anche all’estero, in Russia, e in Italia ha ottenuto buoni risultati con diverse squadre, come la Roma. Il suo culmine è stato ovviamente lo scudetto con il Napoli, un successo non solo di risultati ma anche di bel gioco. Pensare che lo stesso Spalletti sia quello della Nazionale è quasi un’assurdità.”

Invece, per quanto riguarda la società, in che modo inciderà la scelta di Spalletti? E sul campo, cosa si aspetta di vedere? 
“Credo che Spalletti porterà dei cambiamenti significativi nel gioco. Non chiedetemi dettagli tattici, non sono un tecnico e non lo sono mai stato, ma penso che cercherà di utilizzare i giocatori in modo diverso, magari con ruoli nuovi rispetto a quelli a cui siamo abituati. Penso soprattutto a Yldiz, che è un patrimonio della Juventus, finché resterà, perché più cresce e più diventa appetibile per i grandi club stranieri. Spalletti cercherà di impostare una squadra con continuità, senza troppi cambi da una partita all’altra, dando identità e stabilità al gruppo.”