Calciomercato Story – Hasse Jeppson, quando cadde Il Banco di Napoli...

Calciomercato Story – Hasse Jeppson, quando cadde Il Banco di Napoli...TuttoNapoli.net
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lunedì 21 aprile 2014, 23:45Notizie
di Redazione Tutto Napoli.net
fonte Giovanni Scotto per gianlucadimarzio.com

La dimensione moderna del calciomercato che conosciamo oggi ha preso forma, probabilmente, intorno agli anni ’50. I calciatori cominciavano a diventare veri e propri idoli e personaggi che avevano risalto anche fuori dal campo. A Napoli gli anni Cinquanta furono quelli dei grandi colpi, Jeppson (1952) e Vinicio (1955), ad esempio. Hans Jeppson, detto ‘Hasse’ (nella foto di MondoPallone), più che un calciatore sembrava un guerriero nordico: non altissimo ma poderoso. Biondo e occhi azzurri. Il campo per lui era di battaglia, dove si lanciava come centravanti che lottava con tempra e ardore. Figlio di un panettiere di Kungsbacka, in Svezia, vicino Goteborg.

Dopo le esperienze in patria e in Inghilterra sbarcò in Italia, all’Atalanta (stagione 1951-52, 22 gol in 27 presenze). Fu pagato 50mila dollari e per venire in Italia rinunciò al lavoro di rappresentante di calcolatrici in Svezia. Mai, invece, rinunciò a praticare altri sport che amava: tennis, golf, salto in alto e perfino barca a vela. Proprio quell’amore per il mare lo folgorò quando vide il sole di Napoli. A Bergamo il clima era duro, e lui immaginava la sua vita in Italia più “dolce”. Passò per Napoli la prima volta per uno scalo verso Palermo. «Quell’odore di mare mi riportò all’infanzia», spiegò poi. A far divampare quella scintilla fu il presidente del Napoli Achille Lauro, che ammutolì l’Atalanta offrendo ben 105 milioni. Cifra epocale, che equivaleva al prezzo di 90 automobili di grande cilindrata. Jeppson era stato protagonista ai Mondiali del 1950 in Brasile, sconvolgendo e affascinando gli italiani, che eliminò con una doppietta.

Lauro lo volle a tutti costi: Hasse giunse a Napoli a 27 anni. Era il 1952. Fu subito “Mister 105 milioni”. 75 di questi andarono all’Atalanta, e 30 al giocatore per tre anni. Hasse pretese che la sua quota venisse versata sul suo conto svizzero, e per questo i giornali lo chiamarono ‘Il Banco di Napoli’, perché disponeva a piacimento dei soldi di Lauro. Quando in una gara fu travolto dopo un fallo un tifoso urlò: ‘È carut o banc e Napule!’ (è caduto il Banco di Napoli). La battuta, diventata storica, fu in realtà già utilizzata per un giocatore meno famoso, Colombari, che nel 1930 fu preso dal Torino per la cifra di 250mila lire, all’epoca definita “mostruosa”. Jeppson di mostruoso, invece, aveva le legnate, che dava e riceveva nei duelli con gli ‘stopper’ dell’epoca. Spesso usciva con le caviglie insanguinate, e altrettanto i suoi rivali. Nel Napoli giocò in tutto 112 partite segnando 52 gol.

Dopo le prime due ottime stagioni (14 gol nella prima e 20 nella seconda) nella terza (’54-’55) si fermò 10 turni per infortunio: il presidente Lauro lo definiva “sfaticato”, rifilandogli multe a raffica. Quell’anno Jeppson segnò solo 7 reti. Il feeling si ruppe quando la sua fama di “sciupafemmine” gli fu rinfacciata pubblicamente, a causa di una storia extra-coniugale con la campionessa di Tennis Silvana Lazzarino. Le voci irritarono Jeppson, che chiese la cessione, ma Lauro lo confermò un altro anno (’55-’56). Al suo fianco arrivò Luis Vinicio come partner d’attacco, ma l’accoppiata non funzionò. Hasse avviò dei contatti con l’Inter, e proprio al rientro dopo uno di questi incontri fu vittima di un incidente stradale col suo autista, che morì. La vicenda sconvolse Hasse, che dimenticò l’Inter e fu ceduto al Torino (’55-’56) dopo appena 7 gol a 31 anni si ritirò tornando in patria.