Lo Scudetto di Spalletti: il sigillo ad una carriera sottovalutata

Tutti vogliono viaggiare in prima, ma altro che posto finestrino, Spalletti ha vissuto la sua vita calcistica facendo autostop
06.06.2023 18:10 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
Lo Scudetto di Spalletti: il sigillo ad una carriera sottovalutata
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Tutti vogliono viaggiare in prima, ma altro che posto finestrino, Spalletti ha vissuto la sua vita calcistica facendo autostop. Sono parole sue, è forte anche la testimonianza dell'ironia sulle scarpe da calcio che indossa in panchina, ma lui più d'altri ha conosciuto il valore del sacrificio e della pazienza, ha scoperto la meritocrazia, ha preso una lunghissima rincorsa che gli ha permesso di vincere lo scudetto all'età di 64 anni. Troppo tardi, qualcuno dirà, ma trionfare così ha un sapore speciale.

Soprattutto per chi come lui è partito dal basso, Empoli, Sampdoria, Venezia, Ancona, Udinese, poi la Roma, l'Inter, lo Zenit. Solo in Russia aveva vinto un titolo. In Italia Spalletti lo aveva sfiorato appena, con la Roma, un campionato comunque da applausi contro una rivale troppo forte, quella di sempre, la Juve. Altrove, ma non tutti se ne sono accorti o lo hanno saputo sottolineare, ha sempre raggiunto gli obiettivi, a Udine si parla ancora del miracolo sportivo con la Champions, all'Inter ha ottenuto due volte la qualificazione tra le prime quattro con una squadra decisamente meno competitiva della propria classifica finale, a Napoli ha fatto bene subito.

Si è sempre parlato di Spalletti come di "eterno secondo" e di allenatore dal carattere forte per aver litigato con Totti e Icardi quando invece è sempre stato il primo dei sottovalutati, capace di gestire con professionalità le situazioni più scomode. Sul campo ha dimostrato di essere al passo coi tempi anche alla sua età, si è saputo aggiornare, ha studiato da fermo, è ripartito da Napoli ed è sembrato un allenatore moderno, invece era sempre lui. Uno, nessuno, centomila Spalletti. Altro che privilegi...