DIMARO DI BORDO - Cosa sono i moduli? Gli esterni perfetti, la nuova esigenza e il lancio lungo: come sta (già) cambiando il Napoli

11.07.2018 19:30 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
Fonte: dall'inviato a Dimaro-Folgarida, Fabio Tarantino
DIMARO DI BORDO - Cosa sono i moduli? Gli esterni perfetti, la nuova esigenza e il lancio lungo: come sta (già) cambiando il Napoli
© foto di ssc napoli

(di Fabio Tarantino) - Cosa sono i moduli? Lo ha chiesto Carlo Ancelotti ai giornalisti, esattamente a chi gli chiedeva di 4-3-3, 4-2-3-1 o 4-4-2. Il calcio oltre i numeri. Il Napoli cambierà pelle, ma Ancelotti - e lo dimostrano i primi allenamenti - non snaturerà la squadra: sarebbe da folli. Ripartirà da Sarri, da concetti scolpiti nelle idee e nelle abitudini dei calciatori, e ad essi affiancherà del proprio, l'impronta di un allenatore vincente ed anche pragmatico, propenso al cambiamento costante. Non esisterà un solo sistema di gioco, il Napoli di Ancelotti ripartirà dalla difesa a quattro, dal gioco degli esterni e da una punta centrale da sfruttare palla a terra o con gioco aereo. Il resto apparterrà ai concetti di gioco, all'interpretazione di un determinato schema, modulo o schieramento. Quali? Indicazioni sparse, tra parole e campo.

- Gli esterni offensivi saranno più vicini al centravanti, scorteranno i suoi movimenti ingolfando le linee sulla trequarti. Interpreti perfetti Verdi, Insigne e Mertens: ognuno dovrà sfruttare le proprie qualità, saranno liberi di dribblare, tirare dalla distanza, talvolta esagerare a patto che sia solo un'esigenza inevitabile per assecondare il proprio talento. Con Sarri la priorità era il fraseggio, strumento principale (spesso l'unico, date le caratteristiche dei singoli) per creare la superiorità numerica. E Callejon? Per Ancelotti "è formidabile da esterno, in profondità, meno tra le linee". 

- Il Napoli di Ancelotti verticalizzerà di continuo, sarà una dolce ossessione da rispettare sfruttando varie strade: il possesso palla corto e, novità assoluta, anche il lancio lungo. Spesso, non sempre. Quando sarà l'unica strada possibile. Qualche tifoso s'è stupito, ieri, quando Albiol - schierato come centrale di destra - ha alzato la testa e, in partitella, ha lanciato Ounas sulla sinistra, scavalcando il centrocampo. Con Ancelotti conterà verticalizzare, non come verticalizzare. 

- I centrocampisti accompagneranno l'azione. Il regista dovrà proporsi anche al tiro (è capitato, diverse volte, ad Hamsik e Diawara) e le due mezzali potranno, insieme, contemporaneamente, inserirsi in area quando il terzino o l'ala arriverà sul fondo. Lo hanno fatto Grassi e Fabian, ad un certo punto, ritrovandosi - con Inglese, l'attaccante di riferimento - ad un passo, vicinissimi, pronti a colpire la palla occupando tutta l'area di rigore avversaria. Una novità in relazione al passato, quando un interno avanzava e l'altro, conseguentemente, si affiancava al regista per dare equilibrio alla squadra. 

- Per sfruttare il talento occorrerà allenarlo di continuo: ognuno degli interpreti sfrutti se stesso, le proprie peculiarità. La posizione sarà relativa. Da mantenere, certo, ma talvolta anche liberandosene. Conterà avere palla tra i piedi e far valere il proprio estro. Gli esterni offensivi potranno farlo ovunque: a destra, a sinistra, al centro. Ecco perché, in partitella, Ounas s'è ritrovato a sinistra e poi è toccato anche a Callejon trasferirsi sul lato opposto del campo. Verdi, ad un certo punto, ha fatto anche la prima punta e l'esterno sinistro. Capiterà spesso, in partita, di ritrovare gli attaccanti in dimore (oggi) inedite.