Fenicotteracci e fenicotterini

Fenicotteracci e fenicotteriniTuttoNapoli.net
© foto di Alessandro Garofalo/Image Sport
giovedì 3 settembre 2020, 08:23Zoom
di Arturo Minervini

(di Arturo Minervini) - “Il cammino incomincia e il viaggio è già finito” sentenziò ‘Il Corvo’ nella pellicola cult di Pier Paolo Pasolini ‘Uccellacci e Uccellini’. Sembra di sentire la stessa voce, da un pochino di tempo, vegliare sui passi presenti e futuri del Napoli, un pessimismo cosmico che apre crepe più profonde di quanto di possa pensare.

È un Napoli che non ha nemmeno ufficialmente ricominciato a giocare, che già è bersaglio di critiche feroci e giudizi apocalittici, una quotidiana ricerca del polverone da tirare su per annebbiare la vista e confondere i pensieri.

La scritta ‘Lete’ sulla maglia scritta in rosso, ad esempio, è stata una crociata che ha coinvolto milioni di tifosi. Causa anche nobile, di natura identitaria, ma sostenuta da alcuni con una ferocia che sicuramente non appartiene ad altre tifoserie. Giusto, anzi doveroso, difendere i propri colori, ma è chiaro che il calcio ha preso una direzione e i club in alcuni casi sono tenuti a scegliere strade ‘imposte’ da accordi commerciali. Sarà poco romantico, ma in alcuni casi è necessario.

I bidoni della spazzatura. Apriti cielo. ‘Ma come, facciamo la crioterapia nei bidoni della spazzatura? Ci facciamo ridere dietro dal mondo intero’. Esempio tipico di polemica autoctona e autoprodotta, senza che nessuno ne sentisse il bisogno. Quella pratica, che ha suscitato lo sdegno social con effetto domino, è in realtà comunissima in tutti i club d’Europa, come chiarito successivamente dallo stesso Napoli via Twitter. L’istinto distruttivo che prevale, anche su una veloce ricerca su internet prima di abbattersi come uragano. 

Lupi e Agnelli. Cammelli e fenicotteri. È la storia che si ripete, la fretta che fagocita certe sentenze che hanno fatto storia.Dalle otto partite di Mertens, al cammellone Fabian che si è rivelato poi cigno.Ora è il turno del fenicottero Osimhen che vince i contrasti e fatica a stoppare i palloni. Ecco perché il richiamo al capolavoro di Pasolini. Da ‘Uccellacci e Uccellini’ a ‘Fenicotteracci e Fenicotterini' il passo è davvero breve.