La poca abitudine alla linea alta ed alla riaggressione: Olivera paga il disastro collettivo
Non solo la sterilità offensiva che da tempo vi raccontiamo. La gara con la Lazio di campionato ha fatto emergere anche qualche crepa in fase difensiva: le due fasi sono sempre più connesse nel calcio moderno ed il Napoli - non riuscendo ad essere pericoloso e avendo la pressione di dover vincere, a maggior ragione dopo giovedì - col passare dei minuti s'è allungato sempre di più alzando molto la linea difensiva. Finora il Napoli la sua solidità l'ha trovata col blocco piuttosto basso (infatti è la miglior difesa, ma sesta per tiri subiti), non certo difendendo in avanti in riaggressione ed il gol della Lazio arriva proprio senza queste situazioni.
S'è criticato molto Neres, che in realtà dopo un dribbling viene chiuso al tiro, come capita decine di volte in una partita agli attaccanti e come accaduto forse il doppio delle volte a Kvara nella stessa partita. Il brasiliano in questo momento è la soluzione alle carenze offensive del Napoli, non di certo un problema. Su un semplice tiro rimpallato inizia tutta una sequenza di errori: Di Lorenzo non fa fallo tattico (foto 3) ed il pallone arriva a Noslin, Lobotka perde l'ennesimo duello della sua partita e lì è l'intero reparto (come già accaduto in occasione della traversa di Dele-Bashiru) a non aggredire sull'unico uomo, ma inizialmente scappa all'indietro (foto 1). In particolare con Rrahmani mentre Buongiorno, più basso, non prenderà una decisione su nessuno dei due uomini della Lazio. Quando capiscono che c'è bisogno di riaggredire e non difendere di reparto con l'area così distante, tra la distanza accumulata ed il cambio di direzione è troppo tardi (foto 2) e arriva il lancio.
Ovviamente poi l'azione si conclude con l'errore di Olivera che, partito dall'altra area di rigore e già in debito d'ossigeno, fa scorrere il pallone e subisce il cambio di direzione e, infine, è anche sfortunato nel deviare il pallone quel tanto che basta per tagliare fuori Meret. Il lavoro tattico che attende il Napoli, che nelle prossime settimane sarà chiamato a fare la partita ed essere ancora più propositivo, consiste nell'evitare alla base quella situazione altrimenti quell'errore (indotto), che oggi viene attribuito unicamente ad Olivera con un po' di superficialità, domani potrà essere di un altro compagno di reparto. E poi di un altro ancora.
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