Applausi per ADL a Firenze: "Sarri? Perché dovrebbe andare via, dipenderà molto da me. Farò il mio stadio, il Comune è in dissesto e ci vorrebbero 350 anni. Su Chiesa..."

09.10.2017 19:12 di  Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
Fonte: Dal nostro inviato a Firenze, Marco Frattino
Applausi per ADL a Firenze: "Sarri? Perché dovrebbe andare via, dipenderà molto da me. Farò il mio stadio, il Comune è in dissesto e ci vorrebbero 350 anni. Su Chiesa..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Amici di Tuttonapoli.net, buonasera! La nostra redazione vi dà il benvenuto al Festival del Calcio 2017 di Firenze, dove oggi è ospite il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che parlerà dal Caffe Concerto Paszkowski.

18.15 - Iniziata la conferenza. De Laurentiis: "Ho avuto l'invito quando perdemmo una gara, ma una partita si deve anche perdere. Però non prendete l'abitudine (ride, ndr)".

Domanda di Beccantini: il tuo primo tecnico è stato Ventura, ora ct della Nazionale. "Ventura è arrivato in Nazionale dopo tanti anni, con noi è stato qualche mese in Serie C. Al Torino ha fatto molto bene, la Nazionale trita tutto e tutti. Anche Conte è scappato, la Nazionale non dà la possibilità di darti un gruppo da allenare. Quindi sei uno che deve sottostare alla pressione di molta gente, è una situazione da manicomio. Invece di scegliere un modulo semplice, ma scegli un 4-2-4, forse te le vai anche a cercare le difficoltà. Ma le responsabilità non sono mai del tecnico, ma di chi ha scelto".

Spareggi per la Nazionale? "Per uscire servirebbe un disastro, il problema è dopo. Ma riguarda Tavecchio, la lascio a lui. Quando si fa una scelta, bisogna difenderla fino in fondo altrimenti nemmeno i calciatori ci credono più. Ventura sta avendo il merito di usare dei giovani, perché abbiamo avuto il demerito di giocare anche con chi era pronto a smettere. Ventura non lo si può criticare, ma sostenerlo e appoggiarlo. Servirebbe un Sacchi che gli faccia da sostenitore sul piano psicologico e tecnico. In Nazionale sarebbe bello avere un team di allenatori, ne metterei più di uno. Tavecchio voleva Lippi perché così nessuno poteva mai contestarlo, così è troppo facile. Allora perché non prendere un 38enne o uno stranieri? O colui che a 71 anni è tornato ad allenare il Bayern".

Domanda di Sacchi: come pensa il Napoli di poter annullare qualche distanza con le altre società? "Sperando che il mandato Infront scada tra 4 anni, così da avere una fatturabilità tale da recuperare il tempo perduto e avere lo stesso fatturato di Inghilterra, Germania e Spagna. Noi italiani dobbiamo sempre rincorrere, non si sa perché. Io lo so ma sto zitto per non essere denunciato. Il Napoli sta facendo una lotta di resistenza, attraverso l'intelligenza. Nel gruppo nostro Filamauro c'è intelligenza, ora sono nel 44esimo anno di attività senza debiti con le banche".

Come migliorare i campionati? "Tramite l'ECA. Un po' è colpa del giornalismo, perché negli ultimi 30 anni siete venuti fuori col calcio che si vive allo stadio. Nel '99 parlai di stadio virtuale, nella mia prima conferenza per acquistare il Napoli da Ferlaino con 120 miliardi di lire. Tutti i giornalisti si aspettavano che parlassi di un nuovo Maradona, io invece parlai dello stadio virtuale e nessuno aveva capito nulla. Nel 2004 tornai a parlare di stadio virtuale, che però non era percepito o capito. Nel 2006 chiamai tutti i giornalisti per spiegargli questo stadio virtuale. Nella vita non ci sono tifosi buoni e cattivi, posso esserlo anche senza andare allo stadio vivendo il calcio in un altro modo. Ma sapete quanti sono i tifosi veri del Napoli? 35 milioni veri, poi 120 milioni di simpatizzanti. Allora non posso tradire i 35 milioni veri per alcune parole che hanno le loro idee. Rispetto il pensiero di tutti, ognuno ha le proprie motivazioni".

Come si accontentano i 35 mln di tifosi veri? "Con campionati snelli, mettere la Nazionale in un solo periodo. Far iniziare e finire i campionati allo stesso tempo, avere il tempo di prepararli. Quest'anno ci sono i Mondiali, come si prepara il prossimo campionato? Pensiamo a una neopromossa, non ha tempo per organizzarsi. Il calcio è una grande macchina senza freno a mano, corre in discesa e nessuno si preoccupa di fermarlo. Si va avanti senza autista, quello che andava bene ieri non è detto che vada bene oggi. L'ECA mi ha inserito come Chairman di 400 club europei, ho comporto un team du venti persone che compongono i top club. Ci siederemo per capire cosa fare col marketing per migliorare tutto, senza pensare in modo unilaterale a noi società. Ma anche quello che farebbe comodo al pubblico, noi lavoriamo per il pubblico".

18.32 - Il calcio diventa anche romanzo popolare. "Assolutamente sì, alla stampa ho sempre detto che bisogna fare interviste cambiando le domande e le risposte. Perché non entrano nella vita del calciatore? Quello appassiona di più, il calcio è il sogno italiano come quello sudamericano. Sarebbe bellissimo spiegare come un calciatore arrivi alla vittoria del Pallone d'oro. Quanti sanno che Messi veniva curato per essere idoneo a giocare? Non so se tutti lo sanno".

Nel calcio ci sono investimenti di fondi stranieri. "Quello è un cancro. Vi racconto una storia: nel 2004 lasciai Los Angeles per andare in vacanza a Capri, in America avevo finito le riprese con Angiolina Jolie. Dissi agli attori di non muoversi dagli States, poi arrivo a Capri - avevo ospite Danny de Vito - ma al Quisisana vidi sul giornale che Gaucci da Santo Domingo diceva di comprare il Napoli per 5 milioni di euro. Chiesi il motivo, non sapevo che il club era fallito. Era il 13 agosto, chiamai delle persone per comprare il Napoli. Tutti l'avevano sconsigliato, spiegai loro le mie motivazioni e mi diedero ragione. Bisognava però aspettare fine agosto per le banche, che avevano il CdA il 7 settembre. Li mandai a quel paese, presi i 32 milioni di euro. Pozzo si fermò a 17 milioni. Andai in Tribunale e presi il Napoli. Questa è la storia del Napoli". Applausi per De Laurentiis dopo questa frase.

18.39 - Di calcio, però, non sapeva nulla. "Assolutamente no, il calcio sottraeva spettatori al cinema e mi battevo per avere meno partite in televisione per difendere la produzione cinematografica. La mia famiglia viene da Torella de'Lombardi, mio nonno ha aperto un pastificio nel 1929 a Torre Annunziata. La mia famiglia emigrò in America, io volevo restare in Italia e l'ho fatto".

Esiste un modello di calcio in Italia che ossa essere esportato anche all'estero? "A Firenze c'è il calcio storico, l'abbiamo messo anche nei film. Il problema nostro è rappresentato dai politici. Quando vai a Londra per sfidare l'Arsenal, vedi lo stadio e capisci che hanno investito 350 milioni di sterline. Hanno fatto tantissimi salottini, che all'inizio hanno fittato subito. Hanno speso 350 milioni di sterline perché intorno gli hanno fatto costruire 5 milioni di metri quadri, hanno fatto un differenziale di utili di 3,5 miliardi di sterline. Hanno così potenziato il club. Se vado dal Sindaco di Napoli, servono 350 anni. C'è il predissesto, ho anticipato 7 milioni che non hanno restituito mai. A Firenze sono anni che il mio amico Diego Della Valle vuole fare lo stadio, allora di cosa dobbiamo parlare? Abbiamo finalmente un Ministro dello Sport ma, al di là di aver corretto la legge sulla costruzione degli stadi perché era impraticabile, perché in Italia deve diventare tutto difficile e irrealizzabile? A Napoli ho deciso di fare uno stadio con pochi posti, al coperto, come un teatro. Diciamo con un campo di calcio che poi sparisce e va due metri sotto, poi c'è una piattaforma per poter fare concerti. Quando metto 25mila posti, poi al massimo andremo al San Paolo quando ci saranno quelle poche gare da 50mila posti. Sul San Paolo non mi fanno fare nulla, ma allora come bisogna cambiare la città?".

Domanda dell'ex pallanuotista Gianni de Magistris: come ha avuto l'idea di prendere Sarri? Nonostante la tuta "Quando mi ha detto: Aurelio, non mettermi quei vestiti, io ho detto che ha ragione. A me fa piacere, in tv fa anche pubblicità agli sponsor e posso chiedere più soldi (ride, ndr). Non ha visto Empoli-Napoli finita 4-2? Il sindaco De Magistris? Voleva fare il politico a Roma e non il sindaco a Napoli, invece è finita in un altro modo".

La clausola di Sarri è di 8 milioni di euro. Come convinceresti a restare? "Non devo convincere nessuno, per me è troppo intelligente per capire che sta mettendo per iscritto quella teoria che cerebralmente aveva inventato e applicato nelle serie minori. A Napoli lui ha avuto molto, gli sono stati messi a disposizione dei calciatori che già con Benitez avevano dato il loro apporto. E' chiaro che ogni anno questi calciatori diventano più capaci. L'Insigne e il Mertens di 4 anni fa non sono quelli di oggi, stesso discorso per Jorginho e Ghoulam. Anche Milik, Hysaj e Callejon. Su Milik mi chiesero se fossi pazzo, ma tutti hanno dovuto ricredersi. Prima dell'infortunio, ovviamente. La gente ama parlare, è giusto così. In questo modo nasce un certo dibattito. Sarri è un gentiluomo e un affezionato, non s'è mai diviso dalla moglie e non ha mai ripudiato il figlio. Non vedo il motivo per cui debba andare via. Poi molto dipenderà anche da me, 'ca nisciun e fess".

Il Var? "Ha lati positivi e negativi. Dybala? Il rigore non l'ho sbagliato io. I meccanismi del Var devono essere messi a punto, dipende anche da chi viene gestita. Ci sono arbitri che hanno una ritrosia a essere protagonisti di una decisione, altri facilitati in un altro senso. Nel calcio inglese ci sono molti stop in meno. Allegri, Buffon e Paratici si lamentano? Perché volete parlare della Juve? E' come se dovesse modificare i campionati, ha una squadra forte e una famiglia alle spalle. Ha avuto momenti no, come Calciopoli. Ha avuto anche dei momenti in cui è arrivata settimana. Un plauso può andare ad Agnelli, deve dimostrare che anche lui sa fare bene il proprio lavoro. E' una persona sulla quale si può contare, a prescindere dalla Juventus".

18.56 - "A fine marzo è importante sapere dove si è, all'inizio può fare piacere. E' come guardarsi allo specchio e vedersi belli, ma chi si loda si sbroda. Bisogna avere capacità di coltivare l'umiltà che non è sempre facile. Ma i ragazzi sono molto legati tra di loro, sanno fare gruppo e devono cimentarsi in una lotta fino all'ultimo giorno".

Qual è il suo X-Factor? "Umiltà, lavorare a testa bassa in ogni ruolo senza vergognarsi. Poi la grande scuola del cinema, che mi hanno trasmesso mio padre e mio zio. Ai miei figli dico che credo di poter lavorare in ogni tipo di impresa, se lavoriamo con umiltà e attenzione. Iniziamo altre 5 attività diverse da cinema e calcio, una cosa che mi ha sempre interessato è l'agricoltura moderna con un piglio e concetto moderno. Pensare di fare un contadino moderno, per fare una industria sofisticata, mi stuzzica davvero tanto".

Film su Maradona con Lillo e Greg? "Non sapevo nulla di calcio e feci il film 'Tifosi', incontrai Maradona e lo convinsi a recitare con Nino D'Angelo. I film sul calcio, tranne Sognando Beckham, non hanno mai avuto grande successo. Ho pensato varie volte di raccontare una storia con Messi che da piccolo si vede negata la chance di dare sfogo alla sua passione, per poi diventare un campione. Poi, alla fine, i film sugli eroi devono passare per un inferno. Come quello di non poter giocare all'inizio, ma poi giocare e vincere. E' prevedibile, non adatto a una storia che deve coinvolgere fino in fondo. Sono affascinato dal calcio femminile, che in Italia è agli inizi. Sarebbe interessante fare un film sul calcio femminile, con le loro difficoltà. Si potrebbe fare 'Donne nel Pallone'".

Sarri in un Cinepanettone? "Intanto bisogna dire che l'abbiamo interrotto, quest'anno faremo Super Vacanze di Natale per i 35 anni di questo tipo di film. Verdone? Sono 12 anni che lavora in esclusiva con me. Nel cinema viviamo in simbiosi con autori, attori. Partecipiamo di più all'aspetto creativo, nel calcio lasciamo libertà assoluta all'allenatore".

19.04 - Già pensa al Napoli che verrà? Ad esempio Chiesa... "L'ho richiesto a Della Valle anche venti giorni fa. Se sono disposto a comprarlo? Sì, ma il valore non è in relazione a quello che può dare. Forse servono due anni di allenamenti per integrarsi nel modulo e nei meccanismi, poi bisogna uniformarsi agli altri come gli altri devono uniformarsi a te. Il problema dei Della Valle è che non hanno mai parlato di prezzi, ma loro sono bravi e quindi sarà caro".

I Della Valle cederanno la Fiorentina? "Non credo che vogliano cederla, sono persone perbene e magari potrebbero semmai farsi da parte se arriva qualcuno migliore di loro. Altrimenti si farebbero dei danni. Ma i Della Valle a Firenze hanno fatto molto bene, la Fiorentina è sempre stata una squadra tosta. Se loro vogliono fare uno sviluppo immobiliare e il sindaco non è d'accordo, hanno anche ragione".

Quali attori potrebbero riproporre 'Non ci resta che piangere'? "Siani ci ha provato, ha avuto grandi capacità. A volte è riuscito, altre è riuscito meno. Non l'ho mai visto insieme a qualcuno del nord, ma in Toscana chi può sostituire Benigni? Forse non sì è cercato bene, a volte manca il coraggio. Senza coraggio non si va da nessuna parte, bisogna vedere se c'è coraggio di dire a Siani di fare un film con un certo tipo di personaggio. Ma anche Siani può non essere d'accordo".

Ha mai avuto paura di diventare povero? "No, perché penso che il denaro sia un mezzo e non un fine. Il denaro permette di far diventare realtà i tuoi sogni. Lo stadio? Mi sono detto di prendere il terreno e di fare lo stadio che piace a me, altrimenti mi dicono come devo fare lo stadio e chi invitare. Invece devo fare come dico io".

C'è qualcosa che le manca per essere felice? "No, a mia moglie ho sempre detto che morirei da uomo felice perché ho sempre avuto quello che volevo".

Pronostico per Roma-Napoli? "Devo dire che noi dobbiamo vincere, senza fermarci. Ma dico anche che è difficile mettere insieme campionato e nazionali, ma ai miei calciatori questo non deve essere mai un alibi. In campo devono lottare fino alla morte".

19.12 - Finito l'incontro, con De Laurentiis premiato per essere intervenuto al Festival del Calcio di Firenze.