Comunisti col Rolex: ADL e la bordata a Sarri come traccia di un amore intensissimo

19.12.2018 19:05 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Comunisti col Rolex: ADL e la bordata a Sarri come traccia di un amore intensissimo
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

(di Arturo Minervini) - C’eravamo tanti amati. Magari ci amiamo ancora. O forse ci odiamo, che alla fine è un pochino la stessa cosa per chi crede che ogni cosa nasca dal proprio contrario. Per conoscere il concetto di caldo, bisogna aver provato il freddo. Per avere il senso del dolce, bisogna aver assaggiato anche qualcosa di salato. Per odiarsi (calcisticamente) bisogna essersi amati follemente (calcisticamente e non). Accade così, che a distanza ormai di mesi, Aurelio De Laurentiis si trovi ancora una volta, come successo nei giorni scorsi anche per la sponda londinese, a parlare di Maurizio Sarri. 

“Scelsi l'ex Empoli contro tutti, mi misero i manifesti per strada, poi è riuscito a farsi amare anche dai tifosi più estremi”. Ancora una volta il patron rivendica, a pieno diritto, i meriti della scelta di un tecnico che si è ritagliato un posto importante nella storia del Napoli. Questione di rinnovamento filosofico, nella capacità di parlare con semplicità alle masse e di permettere ai tifosi di identificarsi a pieno nella figura di un allenatore venuto dalla polvere della periferia. Su questo punto De Laurentiis resta sempre lineare e non ha mai rinnegato la fortunata decisione presa dopo l’addio di Rafa Benitez. Una scommessa senza dubbio vinta, da entrambe gli scommettitori.

“E’ un individualista, uno che ha lavorato sui campi in terra. Lo trovavo uno fuori giri, la moglie non poteva venire sugli spalti. Sarri sembrava una persona mite, ho scoperto che era troppo insoddisfatto dai suoi trascorsi. Per un comunista basare tutto sul dio denaro potava ad una sindrome di insopportabilità”. Eccolo l’amore ferito, magari tradito per un addio che ha lasciato qualche strascico polemico, dissapori che si sono amplificati una volta attestata l’impossibilità di proseguire nel rapporto. De Laurentiis descrive Sarri come ‘Comunista col Rolex’, ma sul tema denaro il tecnico non era mai stato ambiguo: “Col prossimo contratto vorrei arricchirmi, è un obbligo verso la mia famiglia” dichiarava il 13 maggio 2017. Missione più che riuscita con l’accordo siglato con il Chelsea.

Quell’incapacità di comunicare sulle questioni di mercato che ha insinuato crepe nel rapporto. “Gli dicevo: “Ma chi compriamo?”, e lui diceva che non ne voleva sapere nulla” ha ribadito De Laurentiis, raccontando la verità dalla sua prospettiva ma ponendo l’accento su una questione già emersa nel corso del triennio Sarrista. Una visione poco moderna da parte di Sarri, che ha portato ad alcune incomprensioni su calciatori acquistati e mai utilizzati dal tecnico nel suo corso in azzurro. 

Qualcosa resta. Sempre. Comunque. Nelle parole, nei pensieri. Un filo invisibile lega Sarri-DeLaurentiis-Napoli ed il Napoli. Lo legherà forse per l’eterno. Perché è stato così intenso, così inatteso, così perfetto anche nell’imperfezione di un titolo sfumato per cause inspiegabili, o forse spiegabilissime. Resta un sapore dolce che l’amaro dell’addio non potrà mai coprire. Resta un binomio che ha regalato tre anni di meraviglia, spettacolo, ricordi da infilare per sempre nella cassaforte della memoria. Oltre le parole, i rancori e le cose di destra o di sinistra.