Da 0 a 10: l’incubo rimonta Juve, lo scandalo della festa ‘privata’, il piano folle ADL-Spalletti e la supercazzola leggendaria di Pioli

Il Napoli cade a Monza: mancano due rigori su Osimhen e Politano. Disastroso l'arbitro Cosso, De Laurentiis pianifica futuro con Spalletti
15.05.2023 20:32 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da 0 a 10: l’incubo rimonta Juve, lo scandalo della festa ‘privata’, il piano folle ADL-Spalletti e la supercazzola leggendaria di Pioli
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Zero gol, come già accaduto col Verona. Dal 2 aprile, in otto giornate, solo contro il Lecce il Napoli ha segnato più di due gol (si sale a dieci gare se si considerano le due in Champions col Milan). Avete presente il gioco delle tre carte? Cosa rende il giochino perfetto? La velocità d’esecuzione, non se ne esce. Se rallenti, il trucco svanisce e sei destinato a diventare leggibile. È un processo naturale, come aprire un frigorifero dopo un’abbuffata: non ha lo stesso appeal che a stomaco vuoto. Tornerà la fame…

Uno alla visione mistica di Cosso, che trasforma un rigore solare in un fallo di Osimhen, che ha la colpa di prendere a ‘polpacciate’ il povero Pessina. Arbitro più inadeguato di una canottiera alla cerimonia di incoronazione di Re Carlo III.  “A quella temperatura, Fantozzi andava sempre in estasi mistica. Questa volta gli apparve l'Arcangelo Gabriele, che gli annunciò la sua prossima maternità”. Non c’è altra spiegazione.

Due terzini, distanti, troppo distanti. Bereszyński non ha colpe, non possiamo accusarlo di non essere Di Lorenzo. Il ragionamento va però ampliato: il prossimo anno si può continuare a scommettere sull’indistruttibilità di Giovanni? Si punterà tutto su Zanoli? Il grande vantaggio del Napoli rispetto a tutte le altre in queste settimane è poter programmare, senza nessuna angoscia legata al campo. Come quando tua moglie ti chiede ‘Sai che giorno è oggi’ e tu le hai già comprato un regalo per l’anniversario. 

Tre da giocare e quattordici punti di vantaggio da gestire. Difficile, ma non impossibile. Chissà se la piazza riuscirà a gestire la pressione, chissà come reagirà lo spogliatoio a questa sconfitta. Giuro: se non avessimo vissuto una festa scudetto da impazzire, leggendo qualche commento mi verrebbe da pensare che lo scudetto è ancora in gioco e alle rivali hanno dato la possibilità di fare 12 punti a vittoria. Noi napoletani siamo come le donne della Mannoia: dolcemente (e istericamente) complicati

Quattro sconfitte in campionato, contro Inter, Lazio, Milan e Monza: in tutte queste sconfitte il Napoli non ha fatto gol. Cosa può significare? Tutto o niente. Appare interessante proporre una chiave interpretativa: il Napoli è una squadra, con la ESSE maiuscola. Per rendere al meglio, ha bisogno di essere squadra, che tutte le proprie componenti rendano al meglio. Non c’è soluzione di continuità tra i reparti e tra le due fase e se si perdono le distanze va in difficoltà sia l’attacco che la difesa. Non credo mi daranno il Premio Pulitzer per questa considerazione, ma resto comunque ambizioso. 

Cinque a Lobotka, che finalmente sbaglia una partita! Per tutto l’anno Stan è stato come l’Angelo vicino di casa di Troisi in Ricomincio da tre ‘Sapeva fare: l'addizione, la sottrazione, la moltiplicazione, la divisione e suonava pure il pianoforte!’. Lobo che tocca il pallone 41 volte è un viaggio nell’ombelico del mondo, dove le regole non esistono esistono solo le eccezioni. Da archiviare come una giornata storta. 

Sei presenze da titolare consecutive per Olivera, con Mario Rui ai box. E quanto si paga la stanchezza in questo calcio, quanto la poca lucidità trasforma le valutazioni su un Mathias con la spia della benzina accesa. Un punto di forza della corsia mancina di questa stagione è poter sfruttare Mario e Mathias in base alle loro caratteristiche e a seconda dell’avversario. La conferma che è il contesto a fare il calciatore e quasi mai il contrario. “Le dita della mano non sono tutte uguali”.

Sette minuti. I sette minuti di Pioli sono già leggendari, quelli in cui ‘L’Inter non era entrata in area del Milan’ (che al minuto 11 perdeva 2-0). Lui, Stefano che degli arbitri non parla dopo il doppio obbrobrio contro il Napoli, poi invoca uniformità e denuncia due pesi arbitrali nel derby perso nettamente.  Un nuovo guru della comunicazione, a senso unico. Vedere una squadra così mal ridotta, aumenta i rimpianti per le assenze, gli arbitraggi e le impressioni sotto porta.

Otto-tre, come gli 83 milioni di tifosi che Aurelio De Laurentiis rivendica nel mondo. Tutto meraviglioso, planetario, sconfinato, molto new economy. Però, c’è un però: non trascurare mai il locale per il globale. Un appello, dunque, al presidente per la festa del 4 giugno (o di altra data in caso di anticipo): diamo alle strade di Napoli la possibilità di celebrare questa impresa. Una festa esagerata come questa, non può essere concepita con posti limitati. Anche in Paradiso ci sono post in piedi: portiamo questi eroi in Piazza, facciamoli sfilare nei vicoli, abbiniamo al senso epico dell’impresa sportiva quello romantico di un popolo che ha l’esigenza fisica di urlare ‘Grazie!’. 

Nove presenze in campionato per 112’ giocati da Zerbin. Classe ’99, un buon campionato a Frosinone, ma c’è un ‘Ma’. Un grande ‘Ma’ su quella che possa essere la sua compatibilità col progetto Napoli in questo momento storico. In 45 minuti  non si vede mai, passa più inosservato di uno con una penna sul cappello al raduno degli Alpini.  Entra Kvara e capisci che tra i due esiste la stessa distanza che c’è tra il Brianteo e Point Nemo, il punto dell'oceano più lontano da qualsiasi terra emersa. Alessio ha la faccia da bravo ragazzo, ma i bravi ragazzi sono quelli che sposano le sorelle degli americani nei film. A rischio bocciatura. 

Dieci alla cena tra ADL e Spalletti. A quei sorrisi del mister, che scappa con la maschera di Osimhen da Castel Volturno urlando ‘Vi depisteremo’. È stata la settimana della riconciliazione, delle chiacchierate sul futuro, dell’appetito che è venuto mangiando questo enorme boccone. ADL s’è ingolosito, Spalletti l’ha stuzzicato, ha toccato le corde giuste e s’è messo in testa una pazzia idea. Sognano la Champions, guardano i loro ragazzi e si rendono conto di poter aprire un ciclo. “Hanno tutto ciò che occorre per essere felici:il lavoro e la giovinezza”. Elementi che sono la più grande garanzia per il Napoli che verrà. Aveva torto Lorenzo il Magnifico: del doman, qualche certezza l’abbiamo. Trionfo di Lucio e Aurelio.

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