Da Zero a Dieci: l’indizio sul nuovo craque, i tormenti di Insigne, il bomber sfiancato e Quagliarella con la valigia per Napoli

Calciomercato Napoli: voci su Quagliarella e Lozano. Da decidere il futuro di Insigne, finale di stagione in calo per Milik
26.05.2019 10:07 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
 Da Zero a Dieci: l’indizio sul nuovo craque, i tormenti di Insigne, il bomber sfiancato e Quagliarella con la valigia per Napoli
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© foto di Insidefoto/Image Sport

(di Arturo Minervini) - Zero alla frattura che ha contraddistinto questa annata. Come Mosè che arriva ed apre le acque del Mar Rosso, la separazione della piazza è stata netta ed evidente, con forze divergenti che strattonavano una squadra inevitabilmente confusa e distratta da tutto il vociare. Ad attraversare questo mare spaccato a metà, girando la testa prima a destra e poi a sinistra, si possono riconoscere tutti i nemici del Napoli. E la gran parte sono di casa nostra. L’auspicio per il prossimo anno è di attraversarlo insieme questo mare. 

Uno il gol di Milik nelle ultime nove di campionato. Il potere logora chi non ce l’ha, mentre ad Arek è accaduto paradossalmente l’opposto: si è spento quando oramai era diventato titolare fisso (anche per i problemi di Insigne). Vedo la porta piccola” come fosse un remake del Sesto SensoOltre all’aspetto psicologico, però, al polacco vanno riconosciute diverse attenuanti generiche: nelle due precedenti stagioni aveva giocato complessivamente per gli infortuni poco più di 1000 minuti, in quest’annata è arrivato a 3.153. “Non è vero che ci si abitua, si è sempre più stanchi, semplicemente”. Fidiamoci di Bukowski.

Due-sette come i pali colpiti in stagione. La sassata di Zielinski nega al Napoli per la 27esima volta la gioia del gol rispondendo col rumore sordo dell’arido ed insensibile legno. Sul tema troverete gli scienziati che vi racconteranno che ‘un palo è un tiro sbagliato’, quando basterebbe semplicemente dire che questa squadra avrebbe urgente bisogno della benedizione di prelato con pulsioni verso il suo stesso sesso.

Tre reti in ventisette gare dopo le sette realizzate nelle prime undici. Il climax discendente di Insigne ricorda la discesa di un falco pellegrino, una scia che porta con sé una serie infinita di polemiche, di musi lunghi, di chiacchiericcio evitabile. Un continuo bla bla bla da fare invidia a Jep Gambardella della Grande Bellezza. Una bellezza che era fatta di semplicità, di istinto e che invece si è persa in un’evoluzione troppo cervellotica di Lorenzo. Il suo futuro è il primo punto da chiarire in maniera decisa. Si scoprano le carte si faccia vedere cosa si nasconde in fondo al cuore. Per il bene di tutti.

Quattro volte titolare nelle ultime sei ed una sensazione difficile da scacciare via. Luperto è un giovane di grande intelligenza, con ottimi mezzi, ma c’è ancora un pezzettino che manca per farlo entrare stabilmente nelle rotazioni di una squadra con le ambizioni del Napoli. Il ragazzo del ’96 ha bisogno di collaudare automatismi in un campionato di serie A giocato da titolare. Amare significa anche avere la forza di lasciare andare. Per poi ritrovarsi, ancora migliori di prima.

Cinque è il voto medio di Verdi il cui Pensiero proprio non Va’ (ci perdonerà Giuseppe per l’accostamento). “Le memorie nel petto riaccendi: Ci favella del tempo che fu!”. Il grande contrasto di una stagione in una frase: il ricordo vivo delle sue giocate in quella che era la sua Bologna, il contrasto con un giocatore più timido di Steve Urkel in ‘Otto sotto un tetto’. Per fare l’amore con l’ammaliante Partenope servono tante qualità, la prima è senza dubbio l’intraprendenza: “Chi nun téne curaggio nun se còcca che’ e femmene belle”.

Sei volte importante con tre reti e tre assist, l’ultimo al bacio per Mertens a Bologna. In poche presenze Younes ha dimostrato di essere calciatore d’impatto. Magari con qualche sbavatura, magari con qualche eccesso di egocentrismo pallonaro, ma d’impatto. Uno che nel corso dei 90’ può creare sempre qualcosa, una sensazione costante di poter essere artigiano di una giocata che può cambiare volto al match. Ora lo attende l’ultimo definitivo salto: trasformarsi da piacevole sorpresa, in abitudinario punto di riferimento. Una scommessa da vincere.

Sette al finale in crescendo rossiniano, visto che eravamo in tema, di Zielinski. Fatto della stessa materia dei sogni, pare essere composto da una lega mai vista sulla terra. Centrocampista, fantasista, esterno di sinistra e poi anche mediano. La verità è che Piotr è un fenomeno vero, che è costruito per giocare a calcio e mostrarsi più bravo degli altri sul terreno di gioco. Quando cambia passo lascia tutti indietro, avversari che diventano minuscoli perdendosi all’orizzonte. Sfiora un gol fantastico che è solo un lampo dello sconfinato talento imprigionato in quello sguardo di ghiaccio. Zielinski è il calcio, è tutto quello che uno che vorrebbe giocare a calcio dovrebbe avere. Solo che lui ne ha ancora di più. Il prossimo anno, ci divertiremo...

Otto a questa voce che prende corpo“C'è un tempo giusto per andarsene anche quando non si ha un posto dove andare!”. Il tempo di Fabio Quagliarella non era quello giusto quando ha fatto le valigie e nemmeno il posto senza colori lo era. È stato semplicemente costretto da quel male che inquina ogni tanto le vite, si inietta nelle vene e rende buio lo sguardo sull’orizzonte. Ha pagato in silenzio un dazio troppo grande per essere veramente risarcito. Sta cullando l’idea di ritornare in quello stadio che aveva sognato per una vita intera, che gli è stato tolto troppo in fretta. Strappato dalla braccia come un figlio da una madre, gesto contro natura che quell’anima un po’ gliel’aveva consumata nello sguardo. Sarebbe un ritorno a testa alta, sorretta da quella verità che ha finalmente irradiato il suo cielo con colori arcobaleno. Da quando l’incubo di Fabio è finito ha ritrovato su quel prato la pace, segnando reti a raffica negli ultimi due anni e mezzo. Il San Paolo potrebbe essere l’ultima coperta dove scaldarsi ogni volta che quel cattivo ricordo si presenterà alla sua porta.

Nove alla gamba di Ghoulam che finalmente gira come il ‘Moulin Rouge’ che incentiva passioni e fantasie. Macina nuovamente chilometri sulla sua corsia Faouzi, al ritmo crescente di chi può godere finalmente delle risposte che cercava dal proprio corpo. Trova la prima rete del campionato sfilando via leggero sulla sua fascia, quella dove prima dell’infortunio c’era affisso il cartello ‘sono il miglior terzino sinistro della serie A’. Iniziate a preparare le stampe, avvisate la tipografia, che il prossimo anno servirà riattaccarla quell’insegna luminosa. Proprio come quella del Moulin Rouge. “I giorni sono diventati settimane, le settimane mesi e poi, un giorno come gli altri, sono andato alla mia macchina per scrivere, mi sono seduto, e ho scritto la nostra storia. Una storia che parla di un tempo, di un luogo, di persone, ma soprattutto una storia che parla d’amore". 

Dieci gare e nove gol per chiudere il campionato. Cuore e ragione si mescolano quando parli di Mertens, quando ti rendo conto che l’affetto combacia con numeri ancora una volta importanti. C’è il sorriso di Dries a segnare ancora una volta la strada. C’è la forza come calciatore di Dries ad imporre al Napoli un rinnovo che è fondamentale. Chiude la stagione con 19 reti e 12 assist e con una rinnovata percezione della sua forza. Della sua importanza. Un punto fermo per il Napoli di Ancelotti, che pian piano si è preso una cotta per Dries. Si ripartirà anche da lui. Si ripartirà dalla grande capacità di Ancelotti di giudicare tutto con equilibrio. Con le idee chiarissime Carlo, anche quando afferma di ‘Sapere di che nazionalità sarà il migliore acquisto della prossima campagna acquisti’. Forse pensava a Lozano, nel frattempo si gode questo ragazzino nato per errore in Belgio, definitivamente adottato da Napoli.