Il messaggio di Guardiola a Sacchi: veleno nelle vene di Allegri

21.03.2018 17:59 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Il messaggio di Guardiola a Sacchi: veleno nelle vene di Allegri
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(di Arturo Minervini) - Vincere o non vincere, questo è il problema? O meglio. Vincere o non vincere, questo conta ai fini della storia? Quanti perdenti ricordano i libri? Quante pagine epiche di sport e non solo sono state macchiate da inchiostro che non aveva il sapore della vittoria? Il tema è interessante, divide e soprattutto non può essere affrontato con la presunzione di pensare di essere sempre dalla parte della ragione, che si appartenga ad uno o all’altro schieramento. 

Prendete due che il mondo del calcio lo hanno ribaltato come un calzino negli ultimi trent’anni, spazzando via antiche convinzioni e tracciando un solco profondo che ha indicato la strada a molti. Da un lato del telefono Arrigo Sacchi, dominatore d’Europa con un Milan che ha non solo vinto, ma impressionato per i concetti rivoluzioni seminati in giro nel mondo. Dall’altro Pep Guardiola, padre putativo del tiki-taka ed un certo senso figlio ideologico dello stesso Arrigo. Il suo Barcellona ha vinto tanto, con una squadra di alieni e con la capacità di annullare totalmente l’avversario, renderlo sterile, giocando senza un vero centravanti. Immaginateli davanti alla televisione un lunedì come tanti altri, davanti magari ad una pizza, mentre il Napoli è impegnato a Cagliari. Provate ad entrare nella testa di Pep, che prende il cellulare per scrivere un messaggio ad Arrigo sulla bellezza del Napoli di Sarri. È una sorta di investitura, un passaggio di consegne o comunque un tratto di continuità con quel tipo di mentalità. Una medaglia fissata sul petto di Maurizio, entrato ufficialmente in un circolo riservato e ristretto.

Probabilmente non vale nulla, eppure conta tantissimo. Vincere è una parte sostanziale dello sport, ma non è l’unica che può determinare il giudizio. L’estetica non può essere soggiogata dal fine pratico. Una poesia non perde il suo valore se arriva ultima ad un concorso. La vittoria la decidono una serie infinita di elementi. La sostanza di un’opera d’arte resta intatta al tempo e nel tempo. La bellezza di questo Napoli è qualcosa di stordente, che rischia di togliere anche lucidità agli avversario. È un nervo scoperto per Massimiliano Allegri, che ogni qual volta viene tirato fuori l’argomento perde razionalità, alza il tono della voce, ripete la solita cosa che bisogna solo vincere. Immaginate quanto veleno nelle vene nel sapere Guardiola che scrive a Sacchi (come se Socrate scrivesse a Platone) “Nessuno in Europa gioca come il Napoli”. Deve essere una cosa brutta da digerire, una macchia che ti rovina la festa. Vincere non può essere l’unica cosa che conta, altrimenti la storia non ci ricorderebbe di chi ha scelto di perdere per non entrare un in sistema. Ma si è comunque consegnato all’eternità…