RILEGGI LIVE - Festival dello Sport, Ancelotti: "A Napoli una famiglia ed un club in crescita. 9 anni all'estero, solo in Italia insulti e ignoranza". E si confronta con Sacchi e Pep..."

Carlo Ancelotti, Arrigo Sacchi e Pep Guardiola saranno quest'oggi i protagonisti del Festival dello Sport di Trento.
14.10.2018 16:14 di Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
RILEGGI LIVE - Festival dello Sport, Ancelotti: "A Napoli una famiglia ed un club in crescita. 9 anni all'estero, solo in Italia insulti e ignoranza". E si confronta con Sacchi e Pep..."
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Carlo Ancelotti, Arrigo Sacchi e Pep Guardiola saranno quest'oggi i protagonisti del Festival dello Sport di Trento. I tre parleranno sul palco e vi riporteremo in tempo reale le loro dichiarazioni

15.12 - Vengono presentati Sacchi, Ancelotti e Guardiola

Pep, chi gioca bene vince? "Sì, anche se a volte non succede. Il bello del calcio è che tutto è possibile. Chi gioca bene ha più possibilità, ma è l'unico gioco in cui puoi vincere senza tirare in porta. Per questo è matto e così bello". Ancelotti: "Hai più possibilità di vincere, ma ora è imprevedibile. Ci sono tante statistiche per provare a spiegarlo meglio, ma c'è una sola che conta, non quella dei tiri fatti e subiti, ma quella dei gol fatti e subiti". Sacchi: "Cito Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo. Certo, si può giocare meglio e perdere, ma perché puoi giocare meglio ma non colmare quello che mette in campo l'avversario o la sfortuna. Chi vince giocando bene però ha un'autorità morale che chi vince non giocando bene non avrà mai".

Carlo, stiamo vedendo un calcio più evoluto? "E' sempre più evoluto, organizzato, ormai tutte le squadre hanno buone fasi ed è più propositivo anche da parte delle piccole squadre che prima per limiti facevano solo quella difensiva. Ora tutte hanno un'identità. Prima le piccole avevano solo la difesa, ora s'è perso, tutte provano a giocare da dietro, non so se è un bene o un male", Guardiola: "Sì, il mondiale marca un po' la tendenza, anche se è solo un mese. In generale è difficile dirlo, poi ogni paese ha la sua particolarità. Ad esempio ora il Sassuolo mi dà la sensazione di un calcio propositivo, poi altre in base all'allenatore decidono invece di aspettare", Sacchi: "L'evoluzione è necessaria per uno sport così seguito, noi non siamo al passo. L'Italia fa fatica a stare al passo col cambiamento, abbiamo una visione breve e non miglioriamo. Ora si sta muovendo qualcosa, Costacurta mi disse che col Milan ci hanno copiato ovunque, tranne che in Italia. Molti allenatori però ora rischiano anche in club non affidabili e sono degli eroi perché senza club alle spalle è difficile. Ora si sta provando un calcio più propositivo, ottimistico".

15.21 - Viene proiettata la vittoria della Champions del Milan con Ancelotti in campo e Sacchi in panchina. Sacchi: "Gli misero Hagi su Ancelotti, forse individuarono in lui il punto debole...", Ancelotti: "In realtà gli diedi due scarpate e si calmò..."

15.24 - Sacchi, Berlusconi non la prese bene quando chiese Ancelotti: "Mi disse non posso prendere un giocatore che è una sola, il medico disse che aveva il 20% in meno d'abilità al ginocchio dopo due crociati. Mi disse come posso comprarlo. Io dissi mi preoccuperebbe di più un 20% nella testa che guida i piedi. Carlo era perfetto ed è stato un esempio per generosità e passione. Ricordo una gara in cui per fare il 5-0 si ruppe un braccio".

Pep, le squadre di riferimento del passato? "Johan Cruijff è stata la persona più importante, ha aperto gli occhi. Al Barcellona ha imposto un gioco e ci ha fatto capire un calcio diverso, era come andare a scuola ogni giorno. Ci spiegava perché vincevamo o perdevamo. Ci ha fatto innamorare. Con Arrigo è stato tra quelli che hanno cambiato di più il calcio", Ancelotti: "E' necessario avere tante conoscenze, quindi è normale rifarsi ad alcuni maestri. Ad esempio da giovane ho avuto Liedholm, modello per la gestione e per togliere pressione, ma poi Arrigo è stato determinante perché mi ha allenato ma poi ho fatto il suo assistente e capisci tante cose. Sono stati formativi. Ricordo che noi facevamo la tattica, l'11 contro 0 in allenamento, cose che sembravano strane all'epoca ma danno più coinvolgimento e attenzione per apprendere. Quando facevamo il pressing all'inizio, vedendo che riusciva capivamo che potevi avere il contropiede, il recupero palla. In Italia si insegnava a mettersi dietro tutti solo in modo passivo per difendere. Lì invece iniziammo a fare una cosa attiva, a poterla determinare ed era più stimolante", Sacchi: "Ognuno ha dentro qualcosa, in ogni sport mi piaceva chi dominava il gioco, la bellezza, non chi vinceva vendendo dominato. Per me la vittoria senza merito non è una vittoria e ho portato avanti questo principio in ogni squadra e mi hanno sempre definito un genio o un matto. Gli ultimi 50 anni sono stati dominati da Ajax, Olanda, Milan e Barcellona di Pep, ma sempre con un'evoluzione perché se non rischi resti nel passato".

15.36 - Pep, come nasce il tiki taka? "Non ho inventato niente, non lo dico per umiltà. Io ho vinto con 6-7 giocatori delle giovanili, giocando insieme da bambini. E' stata una combinazione di stelle che si volevano bene e interpretavano la stessa filosofia, succede una volta nella vita, grazie ad un club che mi ha dato fiducia da giovanissimo ed ha tenuto giocatori più forti d'Europa. Avevamo voglia di mangiarci il mondo e ce lo siamo mangiati. Il tiki taka come concetto non mi piace, sembra un modo ludico, ma noi lo facevamo per portare l'avversario in un punto, così come Carlo prima parlava del pressing per portare l'avversario a perdere palla. Nel calcio è come nei libri, dopo 20 anni se viene ancora letto significa che qualcosa ha lasciato, se dopo tanti anni vengono mandati i filmati... Messi? E' un ragazzo che aiuta gli altri ad essere competitivi, uno da grandi partite, odia perdere ma gioca in campo come faceva da piccolo. Se la squadra lo accompagna lui fa la differenza. Ne parlavo con Carlo, se fanno così tanti anni con 50 gol all'anno, è una roba fenomenale...".

15.42 - Vengono proiettate immagini di Ancelotti che canta ai festeggiamenti del Chelsea. "Potevate mettere Madrid o Milano, cantai meglio. Lì ero un disastro. Ero pure 15kg in più". Sai stare nel gruppo, si vede. Com'è la tua gestione? Come ti trovi a Napoli? "Fa parte del lavoro relazionarsi con tutte le componenti, 25 calciatori ma una cinquantina di persone tutte importanti che fanno parte del gruppo e devi considerare importanti dai magazzinieri. La mia idea è responsabilizzare le persone e farle stare bene. Bisogna tenere tutto sotto controllo, ma anche delegare. Quando qualcuno diceva sei troppo bravo, devi usare la frusta, ma io ho sempre detto se volevate la frusta avete sbagliato con me. Ogni carattere è formato sulle esperienze vissute. Esprime il proprio carattere davanti agli altri è l'unico modo per essere credibile. Se io fossi rude non sarei credibile. Capita l'arrabbiatura, ma non per l'errore tecnico, più per comportamenti, concentrazione ecc. A Napoli c'è una bella famiglia, giocatori giovani ma già con esperienze importanti, umili, un club che ha voglia di crescere, una città bellissima e ci sono tutte le condizioni per fare un bel lavoro. Poi vediamo in Europa se City lo permette (ride con Guardiola, ndr) o il Liverpool. Klopp è stato predisposto per l'andata, vediamo al ritorno (ride, ndr)"

15.53 - Sulla Champions, Guardiola: "City favorito? Allora siamo proprio bravi. Non so se siamo pronti, non abbiamo una storia dietro per avere consapevolezza. Non è solo un discorso di giocatori, non è un dovere vincerla. Le favorite sono quelle con una storia più grande, da Real, Barça e Juve con Cristiano, poi c'è sempre l'Atletico e qualcuno può inserirsi, speriamo di esserci". Ancelotti: "Napoli outsider? Le italiane finora hanno fatto bene, anche se non sono interessato alle altre. Noi abbiamo un girone durissimo, ben indirizzato dall'ultima vittoria ma abbiamo un ostacolo durissimo col PSG. Il calcio italiano secondo me resta competitivo, la Juve lo sarà e le valutazioni che si fanno oggi saranno diverse ad aprile. Pure l'anno scorso il Real fece fatica all'inizio, poi ha vinto. Conta la condizione di aprile. Vedo una competizione più equilibrata. Mbappè? E' un bel giocatore, veloce ma anche efficace, molti sono veloci ma lui non si perde in fronzoli ed è molto pericoloso. Sarà una stella nei prossimi anni. Insigne? Ha talento, sta esprimendo le sue qualità, è nella fase di maggiore responsabilità al servizio della squadra. E' un passo che può fare e sono sicuro farà".

16.00 - Sacchi descrive Ancelotti e Guardiola: "Carlo ispira fiducia, non ha l'ossessione di quelli che vanno oltre se stessi. Pep ha questa ossessione del perfezionismo, ma Dalì diceva non abbiate l'ossessione perché non la raggiungerete mai. Due persone intelligenti, di livello, che fanno bene al calcio, spero altri abbiano questi valori".

Pep, cosa ruberesti a Carletto oltre le Champions? "I capelli (ride, ndr)". Sacchi: "Pure io", Pep: "Carlo si esprime per quello che è, non bisogna ispirarsi a chi vince perché poi anche lui perderà. Carlo è stato se stesso e non mi sembra sia andato male, tutti parlano meravigliosamente di lui". E tu Carlo? "Certamente non i capelli. Sono stato dopo di lui al Bayern, ho visto il City, direi la rapidità con cui dà le sue idee alla squadra. E' un fenomeno in questo, così come Arrigo nel trasmettere le proprie idee. Tutti hanno delle idee, la bravura sta nel trasmetterle a chi va in campo".

Pep, cosa manca al calcio italiano? "A me sembra niente. La storia non si scrive per un mondiale o due anni. L'Italia deve imparare dagli errori, riflettere, ma non credo manchi qualcosa. E' un paese che ha vinto in più modi ed in più periodi, forse dobbiamo imparare noi. Alcuni restano sulla filosofia di difendere, altri hanno mentalità diversa, ma anche difendere è un talento e l'Italia resta maestra. Poi perdere fa parte del gioco, capita, è normale, anzi si perde più di vincere nel calcio. Futuro in Italia? Perché no, chi l'avrebbe detto che sarei andato in Germania parlando in tedesco". Interviene Ancelotti sul tedesco: "Lascia stare... (ride, ndr). Calcio italiano? Siamo rispettati all'estero, anche se mancano un po' di talenti, ma stanno saltando fuori alcuni bravi. La differenza è a livello ambientale, 9 anni all'estero tra Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, stadi nuovi e pieni, ma soprattutto rivalità sportiva, noi siamo rimasti indietro ancora con gli insulti. Non è rivalità, ma maleducazione e ignoranza. Bisogna fare qualcosa. Io a Londra non ho mai preso un solo insulto nonostante le tante rivalità, così come credo Pep a Manchester da tifosi United". Sacchi: "Quando si disconosce il merito tutto sarà negativa, quando si riconosce che uno ha dato tutto anche perdere..."

VAR in Champions? Pep: "Arriverà, prima o poi. Prima arriva e meno errori si faranno", Ancelotti: "Spero presto, il giorno in cui arriverà saranno comunque in ritardo".

16.20 - Termina l'intervento di Guardiola, Ancelotti e Sacchi al 'Festival dello sport' a Trento