ESCLUSIVA - BURGNICH: "Oltre ad Hamsik per l'Inter ho seguito Gargano. De Laurentiis farà meglio di Ferlaino".

Intervista esclusiva della redazione di TuttoNapoli.net alla mitica "Roccia" Tarcisio Burgnich.
23.04.2009 11:00 di  Salvio Passante   vedi letture
ESCLUSIVA  - BURGNICH: "Oltre ad Hamsik per l'Inter ho seguito Gargano. De Laurentiis farà meglio di Ferlaino".

Intervista esclusiva della redazione di TuttoNapoli.net alla mitica "Roccia" Tarcisio Burgnich. Lo stopper di Ruda, ha collezionato con la maglia nerazzurra, 467 presenze in Serie A, vincendo quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali e rendendosi protagonista di tutte le imprese della “Grande Inter” degli anni sessanta. In Nazionale vanta 66 presenze e due goals, di cui uno storico, nel campionato mondiale 1970 in Messico. Chiuse la sua interminabile carriera in magli azzurra facendosi apprezzare sia come calciatore che come uomo.
 

Paolo Cannavaro e Contini troppo discontinui, Santacroce diamante grezzo, Aronica e Rinaudo autentici enigma. Sarebbe servito Cannavaro per registrare questa difesa?

"Certo che si. Sarebbe stata la giusta guida ad un reparto ancora troppo acerbo sotto certi aspetti. Un gioiellino come Santacroce sarebbe maturato tantissimo insieme a Cannavaro. In Italia è sicuramente il difensore più promettente. Ha rapidità, aggressività, tempi giusti nell'anticipo. A volte è un po irruento ma con l'esperienza si migliora. In Italia si cura pochissimo l'aspetto difensivo. Sono in pochi ad avere l'umiltà, lo spirito di sacrificio e la voglia di emergere, tutti sono alla ricerca della gloria personale, collezionando così pessime figure".

Come giudica la stagione del Napoli?

"Positiva. Il Napoli ha fatto un buon campionato. E'vero che ha avuto un calo nel girone di ritorno ma non è facile per una squadra nata dalle ceneri di un fallimento confermarsi in sole due stagioni ai vertici della classifica. E' difficile, oggi giorno, costruire squadre competitive, perchè chi ha giocatori bravi se li tiene, non li vende. I tifosi non andavano illusi. Questa è una squadra da seconda fascia, che ad inizio stagione entusiasmava tutti perchè più in palla delle altre formazioni. Parlare di europa è stato un grande errore. Non si può fare tutto in un botto. Bisogna rispettare la programmazione societaria".

A pagare per il trend negativo è stato un suo conterraneo, Edy Reja. Lei lo avrebbe esonerato?

"No. Se il Napoli ha avuto un calo non è per certo per colpa di Reja. Gli infortuni hanno inciso moltissimo sul rendimento del gruppo. A questo Napoli è mancato soprattutto Gargano, che nella prima parte della stagione ha fatto la differenza. Aveva corsa e fiato per sorreggere da solo tutto il peso del centrocampo ed anche qualità tali da proteggere la difesa dagli attacchi avversari. Dietro puoi avere anche 3 Maldini ma se non hai un centrocampo all'altezza non vai da nessuna parte. Reja ha pagato il calo fisico degli elementi fondamentali come Gargano, Hamsik e Lavezzi".

C'è chi pensa che la squadra vada rifondata totalmente, altri invece ritengono che 4-5 elementi di spessore possano finalmente far compiere all'intero gruppo il tanto atteso salto di qualità. Tutti concordano però su una cosa: a questo Napoli, manca un vero leader, non trova?

"Si, è vero. Al Napoli manca un uomo d'ordine e di esperienza in mezzo al campo. Manca una mente, un giocatore che sappia gestire palla e ritmi di gioco, per intenderci un giocatore alla Liverani".

Burgnich storico uomo Inter ma anche scout della società nerazzurra. La società di via Durini le ha mai affidato l'incarico di monitorare giocatori del Napoli?

"Si. Oltre ad Hamsik, di cui l'interesse oramai è di dominio pubblico, sono stato incaricato di monitorare anche Walter Gargano. La mia prima relazione fu entusiasmante. L'uruguaiano d'inizio stagione era impressionante. Poi rivedendolo in altre partite, tra le altre quella di Firenze, mi ha destato un'altra impressione, non giocò benissimo. A porre fine all'interesse ci si è messo in seconda stanza l'infortunio".

Hamsik è l'uomo che manca all'Inter a centrocampo?

"Hamsik ha tantissime qualità, ma non è il giocatore che serve in questo momento all'Inter. Ha tempi di inserimento eccezionali ma all'Inter occorre un metronomo non un centrocampista con le sue caratteristiche. Per vincere in europa lo slovacco non è la soluzione a tutti i problemi. Serve un giocatore già esperto".

Il presidente del suo Napoli era Corrado Ferlaino. Riuscirà il produttore cinematografico De Laurentiis ad emulare le gesta dell'ingegnere Ferlaino?

"Il futuro del Napoli è in mani sicure. Ferlaino era un grande uomo di calcio, De Laurentiis può diventarlo. Ha carisma e personalità, doti che gli permetteranno di fare ancora meglio rispetto a quanto ha fatto per la città di Napoli l'ingegner Ferlaino".

Napoli-Inter, che partita sarà?

"Se il Napoli intende affrontare l'Inter a viso aperto rischia una debacle storica. Bisogna pazientare e ripartire in contropiede. Al Napoli manca la velocità di tramutare la fase difensiva in offensiva come accadeva ad inizio stagione. Lavezzi potrebbe ritornare ad essere l'uomo chiave in questa sfida".

Napoli-Inter vissuta da Tarcisio Burgnich...

"Non ricordo precisamente la stagione, ma ricordo che in una di queste sfide fui espulso per reazione. Fu più che altro un rosso alle intenzioni. La dinamica della reazione ingannò l'arbitro. Mi alzai da terra cosi' velocemente che l'arbitro pensò che volessi colpire l'avversario. Non fui scagionato dall'accusa. A quei tempi non c'era la prova tv".

Il suo Napoli, quello del secondo anno di Vinicio sulla panchina, sfiorò lo scudetto. Poi cosa rallentò la corsa al tricolore?

"Perdemmo troppi punti fuori casa. La batosta finale arrivò dalla disfatta interna contro la Juventus per 2-6. Sul 2-3 Clerici ebbe l'occasione di pareggiare, ma sbagliò il rigore. Arrivammo a quella partita fisicamente distrutti. Due giorni prima giocammo infatti a Ostrawa in Coppa Uefa, in un pantano di fango. Quella partita incise negativamente sia sul rendimento contro la Juve sia sulla classifica finale. Dirottò lo scudetto verso Torino".

Qual'era il segreto dell'Inter campione d'Italia e d'Europa?

"La forza del gruppo. Eravamo tutti amici sia in campo che fuori. Si respirava nello spogliatoio un'aria di allegria. Era una squadra con il giusto mix, formata da gregari e grandi campioni come Djair, Peirò, Corso, Mazzola e Suarez".

La telenovela Adriano è giunta forse al suo triste epilogo. Come la pensa al riguardo?

"Adriano ha perso i lumi della ragione. I soldi gli hanno dato alla testa. Se hai grosse qualità ma sei senza cervello non vai da nessuna parte".