Furti legati al tifo e mogli in fuga: la bufala che l’Italia non vedeva l’ora di raccontare

Caos Napoli: tutti i telegiornali aprono con la notizia di mogli in fuga dalla città e di minacce ai calciatori ancora tutte da verificare
13.11.2019 16:57 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Furti legati al tifo e mogli in fuga: la bufala che l’Italia non vedeva l’ora di raccontare
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

(di Arturo Minervini) - Tutto prevedibile, almeno per chi ha capito da tempo come funziona la macchina del fango che puntualmente si aziona quando c’è da azzuffarsi come iene su una ferita in casa Napoli. Improvvisamente Napoli diventa affare da prima pagina, da apertura dei telegiornali, da inchieste televisive con analisi di illustri professori, da invettive radiofoniche del solito Cruciani che emette sentenze senza che le indagini siano nemmeno iniziate.

La questione non è nuova: “Napoli ed i calciatori che vogliono scappare da Napoli”. Anzi, in questo caso, le mogli, terrorizzate da episodi che qualcuno vuole necessariamente legare al tifo organizzato, senza attendere che la giustizia faccia il proprio corso. Anche un semplice navigatore rubato, purtroppo episodio di una frequenza altissima nelle grandi città di tutto il mondo, diventa un ‘presunto avvertimento’ fatto a Zielinski (uno mai nominato tra i presunti ammutinatori, nonché uno dei più attivi in questo periodo di crisi per molti altri). Frasi sparate a caso, notizie che vengono lanciate in pasto al popolo affamato di fake news, una bestia popolare che è diventata dinamica ben nota a tutti i livelli della comunicazione.

“In quale città la moglie di un calciatore, Insigne, è costretta a andare dai genitori per paura di ritorsioni?” dice ad esempio Giuseppe Cruciani su Radio 24, senza nemmeno prendere in considerazione che qualche ora prima la diretta interessata aveva chiarito: “Napoli è casa mia. Nessuna fuga. Vado sempre dai miei genitori”.

Stessa prassi usata anche nel raccontare la vicenda Zielinski, che avrebbe deciso di non rinnovare il suo contratto per il Napoli per l’intimidazione dei tifosi. Si scopre poi, in realtà, che gli autori dell’atto criminale pare fossero in realtà extra-comunitari, non certo riconducibili al tifo organizzato napoletano. In molti hanno raccontato di come la moglie del polacco sia scappata da Napoli, quando in realtà ha seguito come sempre in passato il marito negli impegni con la maglia della Polonia.

“Un danno enorme” scrive La Gazzetta dello Sport, che non aveva delineato questi scenari apocalittici nelle decine di casi che solo negli ultimi mesi hanno riguardato calciatori di altre squadre in altre città. Insomma, tutto già previsto. Tutto prevedibile. Quasi noioso. Una bufala che l’Italia non vedeva l’ora di raccontare, perché piace raccontare solo la versione stereotipata di Napoli. Farebbe bene De Laurentiis a tutelarsi in tutte le sedi, così come farà contro i calciatori rivoltosi, anche con chi farà parte attivamente di questa squallida campagna mediatica.