Il 30 giugno e l’addio (posticipato) ad un pezzo storico

(di Arturo Minervini) - Eccolo, il 30 giugno che si avvicina. Un contratto che è una clessidra che si lascia attraversare inesorabilmente dagli ultimi granelli di sabbia ed un addio che sarà comunque posticipato. Vive gli ultimi atti la storia con il Napoli di Callejon, un addio silenzioso, senza fare rumore, proprio in pieno stile Jos+.
Col contratto in scadenza il 30 giugno il classe ’87 potrebbe congedarsi dal Napoli a fine stagione ma col calcio che prova a ripartire dovrebbe restare ancora oltre quella fatidica soglia. Puntualmente messo ai margini dai grandi profeti estivi, puntualmente fondamentale quando si mettono da parte le chiacchiere e si inizia a fare sul serio. Sale e copre su quella fascia con la pazienza delle onde, di andare e venire, ricominciare a fluire. Un punto saldo nel cuore di questo Napoli per sette anni, una certezza che dà conforto in piena rivoluzione. Una saldatura nel cuore e nella testa tra passato, presente che adesso si avvicina ad un punto in cui non ci sarà più futura.
“L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa” caro Josè che sei stato come una garanzia estesa, di quelle che vogliono propinarvi nei centri commerciali. Vigile, attento, appassionato. Uno spagnolo al servizio della corte, un soldato con un cuore che avrebbe i requisiti per chiedere di diventare autonoma provincia in Campania. Comunque vada a finire non ci sarà che amore per l’unico vero insostituibile di questa era azzurra.
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