La ferita mai chiusa dello scandalo a San Siro: Orsato e la distruzione del sogno scudetto 'in albergo'

28.04.2020 17:17 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
La ferita mai chiusa dello scandalo a San Siro: Orsato e la distruzione del sogno scudetto 'in albergo'
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

(di Arturo Minervini) - Dicono che il tempo sia la più grande cura per il dolore. Sarò forse vero, ma con le ingiustizie no, non funziona così. Le ingiustizie restano dentro, trovano nella memoria degli anfratti impossibili da spazzare via. Si rifugiano nell’intercapedine della mente e sono come una goccia che batte sempre sullo stesso punto. E di ingiustizie (sportive, si intende) il Napoli negli ultimi anni ne ha subite tante, ma ce n’è una che riemerge in questa data come sale da cospargere su una ferita mai chiusa.

Era il 28 aprile 2018, due anni ormai, come se non fosse passato nemmeno un minuto. Qualche giorno prima la presa di Torino, la minaccia al dominio Juve, le proteste furiose dei tifosi bianconeri che mai avrebbero potuto accettare di perdere lo scudetto nel primo anno del Var. Cosa avrebbero pensato poi gli altri? Una volta che si introduce la moviola in campo la Juve non vince lo scudetto? GIAMMAI!

C’è Inter-Juve a San Siro. Una Juve stremata nei nervi, logorata da un Napoli che raccoglie consensi in tutta Europa per un gioco che sfiora il cielo con le dita. Max Allegri è sfinito, consumato da una battaglia mediatica che lo ha visto perdere lo scontro ideologico con Sarri. Sono tutti col Napoli, perché convince a dispetto di una Juve che gioca male e si affida solo ai singoli. A San Siro accade di tutto, l’arbitro è Orsato. Vecino viene espulso con revisione al Var, poi l’episodio impossibile da dimenticare. Pjanic, già ammonito, rifila una ginocchiata sul petto di Rafinha travolgendo. Orsato è lì, a meno di due metri. Non può non vedere quello che tutto il mondo sta osservando. Non può, di conseguenze, prendere l’unica decisione possibile in quel caso. Secondo giallo al bosniaco, Juve in 10 uomini e una storia differente da scrivere per quel campionato.

Trasferiamoci a Firenze. Napoli in albergo alla vigilia della sfida al Franchi. Tutti davanti alla tv. Tutti che adesso ci credono, nonostante gli episodi già vergognosi di Cagliari-Juve, di Lazio-Juve e tutto il resto che già sappiamo. Però ci credono. Sono andati a casa della Vecchia Signora e l’hanno battuta, maltrattata. Sfinita. E ci credono ancor di più perché vedono a San Siro una Juve molle, quasi ad un passo dalla resa. Basterebbe un soffio di vento per buttare giù il castello. Sull’orlo del precipizio, però, arriva invece una mano a sostenere il gigante che ha perso l’equilibrio e sbanda verso l’inevitabile crollo.

Eccolo lo scudetto perso in albergo. L’ingiustizia che risucchia ogni tipo di spirito vitale. L’adrenalina che viene azzerata dinanzi all’amara constatazione che alla fine, accade sempre ‘qualcosa’ che va a riaffermare certi ‘equilibri’. Sono passati due anni e ci hanno raccontato allora di una Juve che riesce ad andare OLTRE tutto. Già. OLTRE la vergogna, OLTRE il pudore, OLTRE ogni tipo di razionalità. Orsato che non estrae il secondo giallo a PJANIC che pugnala a morte quel campionato resterà una delle pagine più cruente della storia del nostro calcio.