Prima o poi doveva succedere

Non poteva restare sereno, Hirving Lozano, nel bel mezzo dei tormenti, ultimo delle gerarchie, lui che era stato il primo degli acquisti, il più caro nella storia del Napoli. Quasi 50 milioni per starsene in tribuna col Barcellona, in panchina sempre, anche contro l'Inter, meno utile perfino di Younes che a gennaio il Napoli avrebbe volentieri ceduto e che sabato, a sorpresa, è stato scelto per sostituire Insigne.
VIA DALL'ALLENAMENTO - Non era prevista una reazione simile, non durante un allenamento, non a due giorni da una finale, ma qualcosa prima o poi doveva succedere, era inevitabile e annunciato, come la tempesta ma stavolta a ridosso della quiete, covando dentro sentimenti contrastanti, ad esempio rabbia per essere diventato neppure uno dei tanti, semplicemente uno di troppo.
PANCHINARO - Non c'è mai stato feeling con Gattuso, lo dicono le statistiche: una sola da titolare, col Perugia in Coppa Italia, poi tanta pazienza per sopportare le briciole, appena un'ora in 3 mesi di campionato, una considerazione modesta del suo contributo, un peso più che un'opportunità - per l'allenatore - da poter sfruttare. Non è colpa di nessuno se Lozano, in allenamento, abbia deciso di affidarsi all'istinto, svestendo i panni del professionista che non dice 'a' per ribellarsi a una situazione che era diventata insostenibile. Ora servirà buon senso e un po' di sana diplomazia: Lozano chiederà scusa, il caso rientrerà, lui comunque giocherà sempre meno, poi in estate arriverà la parte più difficile: cederlo. Sbagliare un acquisto è umano come rendersene conto.
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