Iezzo: "Meret o Milinkovic? Metti uno dei due e vai tranquillo, entrambi danno garanzie"

Iezzo: "Meret o Milinkovic? Metti uno dei due e vai tranquillo, entrambi danno garanzie"
Ieri alle 23:50Le Interviste
di Antonio Noto

A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto Gennaro Iezzo, allenatore ed ex portiere del Napoli.

Mister, cosa ricorda di Milan-Napoli del gennaio 2008? “Che ricordo brutto… ma quanto era forte Pato! Era il suo esordio e già si vedeva che era un giovane dalle grandissime qualità. In quella partita fece davvero bene. Era un Milan con Ronaldo il fenomeno, sicuramente non più giovanissimo ma che fece comunque due gol, e con Seedorf, Kakà e tanti altri: una squadra fortissima. Ronaldo non era più quello dei tempi d’oro, ma quando giochi contro calciatori di quel livello ti rendi conto della loro grandezza.” 

Possiamo dire che i bambini di oggi, a distanza di quasi vent’anni, osservino il Napoli con gli stessi occhi con cui guardavano il Milan? “Sì, è così. Io lo ripeto da anni: il nostro territorio ha fatto un grande percorso. Mi ricordo quando iniziammo con De Laurentiis in Serie C: i ragazzi tifavano altre squadre, Milan, Juve o Inter, perché il Napoli non era più sotto i riflettori. Pian piano, con la risalita, i giovani hanno iniziato ad appassionarsi di nuovo agli azzurri. Oggi, accendendo la tv, vedono il Napoli con giocatori importanti e si avvicinano con gioia a questi colori. Questo dimostra la crescita del club: da anni giochiamo in Europa, abbiamo vinto anche due scudetti e possiamo schierare campioni del calibro di De Bruyne, McTominay e Di Lorenzo. È diventata una società di altissimo livello e noi ce la godiamo anche attraverso gli occhi dei nostri figli, che non hanno vissuto la fase buia che invece noi abbiamo conosciuto.” 

Chi arriva meglio alla sfida di domenica sera tra Milan e Napoli? “Sono partite piene di insidie da entrambe le parti. Il Milan ha voglia di rivalsa dopo la passata stagione, con Allegri ed un buon momento di forma. Il Napoli invece è la squadra da battere, con quattro vittorie consecutive e punteggio pieno. Certo, ci sono state difficoltà, ma la squadra ha certezze che le altre non hanno. Il Milan sarà agguerrito, ma sfide come Napoli-Milan, Napoli-Juve o Napoli-Inter fanno storia a sé: i valori spesso si azzerano e la gestione emotiva diventa fondamentale.” 

Ha citato Giovanni Di Lorenzo, che viaggia ad una media di 50 partite a stagione da quando è al Napoli: forse l’unica macchia del calciomercato partenopeo è non essere riuscita, anche quest’anno, a prendere un giocatore che potesse farlo rifiatare? “È vero, magari qualcosa si doveva fare. Però, se mi metto nei panni di Conte o di chi lo ha allenato prima, capisco perché lo si schieri sempre: Di Lorenzo è una macchina, un giocatore straordinario. Può sbagliare una partita, può esserci un episodio sfavorevole, ma resta una garanzia. Anche al 50% lo devi mettere sempre in campo. È uno che non si tira mai indietro, non si infortuna quasi mai e garantisce sempre una prestazione di livello. Criticarlo non ha senso: solo chi non gioca non sbaglia mai. Con oltre 300 partite sulle spalle e una media voto simile, è un calciatore che non puoi mettere in discussione. Le critiche su di lui sono state ingenerose ed ingiuste, come nel caso dell’espulsione, perché doveva tentare l’intervento su Haaland.” 

Pensa che anche per Meret i giudizi siano ingenerosi? “Sì, e lo dimostra il fatto che, nonostante sia arrivato un altro grande portiere come Milinkovic-Savić, lui sia ancora lì a giocarsi la titolarità. Non è una scelta facile tra i due: da un lato hai Meret, che ha vinto due scudetti da protagonista ed è stato spesso criticato ingiustamente. Dall’altro c’è Milinković-Savić, a cui il club ha fatto un contratto di cinque anni, segno che punta molto su di lui. Io ti dico: metti uno dei due in porta e vai tranquillo, perché entrambi danno garanzie, anche se con caratteristiche diverse. Meret è più bravo tra i pali, Milinković-Savić ha una stazza impressionante e una grande capacità di giocare la palla con i piedi. Insomma, il reparto portieri è al sicuro: chiunque giochi, il Napoli resta coperto.” 

McTominay non è ancora ai livelli della passata stagione. È solo un problema di condizione fisica o influisce anche la presenza di De Bruyne? “Secondo me è una questione di automatismi. Quando giochi accanto a uno come De Bruyne, che non dà punti di riferimento e si muove ovunque, ci vuole tempo per adattarsi. In questo momento McTominay lavora molto sia per il compagno che per la squadra e può andare in difficoltà. Ma appena troverà il giusto ritmo, rivedremo il giocatore devastante che abbiamo ammirato l’anno scorso. È solo questione di tempo".