Caro Raimondo... L'omaggio di Tutto Napoli

Classe 1922. Tanta classe. Generazione di fenomeni. Stile inimitabile, mai scontato, mai grossolano. Come hanno sottolineato in tanti. Come ce ne eravamo accorti tutti. Nessuno, o davvero pochi, quelli disposti, o naturalmente predisposti, a raccogliere il testimone di una scuola di comicità raffinata in via d’estinzione. “L'umorismo è la capacità o la condizione di persone, oggetti o situazioni di evocare sentimenti di divertimento e suscitare la risata”. Scendiamo in piazza e “referendiamo” per ottenere l’aggiunta di un nome, sul vocabolario, tra i sinonimi di umorismo: Raimondo Vianello. Una lettura, comunque, per pochi intimi. Sfogliare si sfoglia. Riviste scandalistiche, gossip e pallone. Autogol? No, voglia di migliorarsi con un occhio ai maestri. Quelli veri. La memoria è la fortuna dei popoli. Non sempre è vero. O quantomeno, delle tre, una: l’uomo dimentica in fretta; l’uomo ricorda, ma è auto-distruttivo; l’uomo si accontenta di alcuni picchi, poi inizia a spendere la credibilità fino all’eccesso opposto e inizia il lento declino fino ad aver bisogno di toccare il fondo per darsi la spinta. Il piccolo schermo è un esempio: tubo catodico, oggi via cavo, da vette altissime a bassifondi di volgarità. Luoghi comuni, vero? Forse. Ma la Tv è il “luogo comune" per antonomasia e Raimondo Vianello era nel “collegio ideale” dei probi viri che la fondarono portandola a picchi di eleganza e qualità oggi inimmaginabili. Raccontare chi fosse non è necessario. Omaggiare la memoria a cuore “scritto” è un dovere.
Senza giocare più di tanto con la macchina del tempo, chi non ha avuto la fortuna di crescere con programmi come “Il gioco dei 9” e “Casa Vianello”, può sempre rifarsi gli occhi e lo spirito tra youtube e wikipedia. Totò, Ugo Tognazzi, Mike Bongiorno, Corrado, Walter Chiari… La lista è lunga. Vianello non è probabilmente il più grande (questione di gusti), ma è nato e cresciuto tra i MOSTRI SACRI, essendo MOSTRO SACRO egli stesso, sfoggiando autorevolezza artistica da vendere e una verve con tanto di marchio di fabbrica personale e copyright. Amava il calcio. Amava l’Inter. Fino ad ottant’anni, da grande appassionato e da atleta a prescindere, calcava con regolarità i campi di calcio. Famose le sue apparizioni nelle varie nazionali artisti. Divenne il riferimento per tutti i calciomani della domenica sera quando condusse Pressing. L’unico conduttore capace di coniugare l’ironia e la satira pungente con il football. Ci provò Bonolis qualche anno più tardi con pessimi risultati. E parliamo di Bonolis. In pochi sanno che aveva fondato una squadra di calcio alla quale dava sostegno economico: la “SAMO”, come SAndra MOndaini. La moglie, o rectius, il vero amore. La coppia dello spettacolo per eccellenza. L’immagine del matrimonio per la vita. In un mondo, poi, quello dello spettacolo, dove perdersi è un battito di ciglia. In pochissimi sapranno che "rinunciava a grossi contratti se i film si giravano a giugno nell'anno dei mondiali... Voleva goderseli in poltrona" (G. Giannotti). “Che barba, che noia”. Senza Lei, MAESTRO VIANELLO, “che barba, che noia”. Ci ha lasciati nello stesso giorno in cui il Principe De Curtis, Totò, veniva richiamato su altri palcoscenici. Un caso? Porti con sé il giornale sportivo più famoso… Quello rosa, quello che leggeva a letto. Quello da sfogliare insieme a Candido Cannavò…
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