L'ex arbitro Rosetti spiega il Var: "Si può intervenire solo su episodi chiari, ecco modalità e tempi di applicazione"

Roberto Rosetti, ex arbitro e è il responsabile del progetto per la nuova tecnologia, ha parlato della Var e di altri aspetti legati alle polemiche arbitrali, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: "Si può intervenire solo su episodi chiari, non oggetto di interpretazione. E devono essere azioni decisive per una partita. Quindi i gol, i rigori, gli scambi di persona e le espulsioni. Tutto il resto è fuori. La tecnologia è gestita dagli arbitri con l’aiuto di un operatore qualificato, gli stessi dell’Occhio di falco. Non può essere un giocatore o un allenatore a chiedere l’utilizzo della moviola. Il Var sarà un paracadute per chi dirige.
Due arbitri visionano le riprese tv. In alto c’è la diretta e sotto un monitor dove ripassa la stessa immagine con un ritardo di tre secondi. Quando accade qualcosa di sospetto, il Var può rivedere subito l’azione, poi se il dubbio resta chiede all’operatore di trovare le 4 migliori inquadrature per valutare il caso. Poi ne resta una: se il responso è diverso rispetto a quello del campo, scatta l’avviso. Se c’è un episodio dubbio la cosa migliore da fare è fermare il gioco per evitare guai, come nel caso Iuliano-Ronaldo in Juve-Inter del '98.
Dall’inizio dei test in Italia sono state osservate 31 partite e 235 azioni sospette. Il tempo medio richiesto per arrivare a una decisione è di 27,2 secondi. Davvero pochissimi. Io trovo giusto che l'arbitro in campo veda il replay e sia lui a prendersi la responsabilità finale. E mentre si rivede l'azione nessuno può avvicinarsi, pena l’ammonizione immediata. Poi stiamo valutando dove sistemare la tv, forse la scelta migliore è una postazione dalla parte opposta alle panchine. Se il replay porta a una decisione cambiata, credo si possa far vedere ai telespettatori e magari anche a chi è allo stadio".
Poi l’ex arbitro spiega cosa sarebbe cambiato con l’inserimento della nuova tecnologia in alcuni episodi del nostro campionato: “Il giallo a De Paul per la dura entrata su De Sciglio in Udinese-Milan e il rigore tolto per un fuorigioco inesistente di Dzeko in Samp-Roma. sono casi che rientrano negli episodi chiari e non interpretabili. Al contrario del mani, non fischiato, di Iago Falque prima del suo gol in Torino-Fiorentina. E’ stato considerato involontario: valutazione soggettiva, non sindacabile".
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