L'editoriale di Corbo: "Conte tace, ma è tormentato dalla scelta più delicata"

"Come quelle dei Grand Hotel, sceglie l’ultima che trova ancora aperta. Antonio Conte è l’uomo delle porte girevoli. Uscire o tornare dentro, forse neanche lui lo sa, ma nessuno deve capire né pensare che sia indeciso, mai concedersi il vantaggio della meditazione, scegliere riflettendo, sarebbe la fine del suo personaggio, si è dato quello più simile al suo gioco. Tutto strappi e assalti". Comincia così l'editoriale di Antonio Corbo su Repubblica. Ritratto del Conte-pensiero che vuole vincere lo scudetto e poi sarà tempo di pensare al futuro.
"Domandano tutti se lascia Napoli o se ne va, magari a Torino, per tornare nella Juve dei suoi trionfi e del più velenoso addio. Tace. Vuol sembrare di ghiaccio, lascia il dubbio ai fragili, l’emozione agli uomini che sanno anche perdere, quando si vanta che le sconfitte gli hanno lasciato una scorza dura, «fino a farmi diventare cattivo». Il Napoli sta per vincere il secondo scudetto in tre anni, la Juve è in lenta rifondazione, due titoli ravvicinati all’inizio degli anni 2000 li ha dovuti restituire.
Ci penserà anche Conte, che cosa il Napoli ha meno di altri? Non è facile neanche rimanere. Conte sa di aver portato la squadra ad un traguardo inimmaginato senza Osimhen e Kvara, appesantita dal modesto bilancio del suo più anziano e costoso attaccante, il gentiluomo dal passo felpato Lukaku, con tenuta fisica limitata da una serie di infortuni muscolari oltre che dall’età media, sette ultratrentenni. Ma è la squadra che sta per concludere non un lavoro, ma un capolavoro rarissimo di passione e fatica, forse irripetibile. È per questo che avrà da Napoli il più affettuoso, lungo, caloroso applauso che si ricordi nello stadio chiamato Maradona. Di questi magnifici gregari è fiero lassù anche Diego".
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