"Callejon il mercenario": chi lo scrive, non ha mai amato il Napoli

"Callejon il mercenario": chi lo scrive, non ha mai amato il NapoliTuttoNapoli.net
martedì 6 ottobre 2020, 18:47Zoom
di Arturo Minervini
Fa male, solo leggerlo distrattamente in qualche post che fa il giro dei social. “Perchè sei andato a Firenze, non volevi tornare in Spagna? Mercenario”.

(di Arturo Minervini) - Fa male, solo leggerlo distrattamente in qualche post che fa il giro dei social. “Perchè sei andato a Firenze, non volevi tornare in Spagna? Mercenario”. Il soggetto destinatario di queste (per fortuna i casi sono abbastanza isolati) è Josè Callejon. Sì, Josè. L’infinito Josè. L’immenso Josè. L’inesauribile Josè. Che in sette anni di azzurro non ha risparmiato nemmeno una molecola di sé, che non ha dato per persa nemmeno una palla lanciatagli verso la sua amante mai nascosta: la profondità. 

E allora smettiamola. Alziamo le mani, abbracciamolo. Diamogli un grosso in bocca al lupo per la sua nuova avventura. Perchè non sempre gli addii devono trascinarsi col rancore. L’idea, prima che il Covid sconvolgesse il mondo, era quella di tornare magari a casa. Di trovare un nuovo inizio. O magari, senza il Covid, alla fine si sarebbe trovato l’accordo col Napoli per prolungare, almeno di una stagione, la sua spettacolosa avventura in terra partenopeo. Nessuno può saperlo, per un semplice motivo: il Covid è arrivato e si è divertito a sconvolgere le vite di tutti noi. Inutile star qui a fare congetture o alimentare dubbi su un amore così cristallino. Se l’avete già dimenticata, fermatevi per qualche secondo sulla foto che vede Josè isolato sul prato a versare lacrime. Lacrime calde, lacrime vere. Nessuna finzione. 

Che il vento soffi sulle vele dello spagnolo, che ha dovuto anche rispondere a domande più che imbarazzanti nel giorno del suo arrivo a Firenze. “Sei pronto a raccogliere l’eredità di Chiesa?”. EH? EH? EH? Callejon l’erede di Chiesa? L’uomo che gioca ai massimi livelli in Europa da dieci anni, con un ragazzino dalle belle speranze? Il migliore esterno del mondo nei movimenti senza palla, il laterale d’attacco che non ha forse eguali per la capacità di abbinare le due fasi, dovrebbe sentirsi stretti i panni di erede di Chiesa? Siamo seri. 

Buona fortuna Josè. Buona corsa. Buone corse. Sempre a testa alta, come quell’esultanza con cui hai voluto lasciare la tua Napoli. Sempre leggendo con qualche secondo di anticipo quello che sarà, giocatore di scacchi e pedone al tempo stesso senza eguali. La mentre viaggia al tuo ricordo, allo stesso modo tuo nell’eterno ritorno che hai narrato per anni sulla fascia destra. La tua fascia

Fa male, solo leggerlo distrattamente in qualche post che fa il giro dei social. “Perchè sei andato a Firenze, non volevi tornare in Spagna? Mercenario”. Il soggetto destinatario di queste (per fortuna i casi sono abbastanza isolati) è Josè Callejon. Sì, Josè. L’infinito Josè. L’immenso Josè. L’inesauribile Josè. Che in sette anni di azzurro non ha risparmiato nemmeno una molecola di sé, che non ha dato per persa nemmeno una palla lanciatagli verso la sua amante mai nascosta: la profondità. Se l’avete già dimenticata, fermatevi per qualche secondo sulla foto che vede Josè isolato sul prato a versare lacrime. Lacrime calde, lacrime vere. Nessuna finzione. Che il vento soffi sulle vele dello spagnolo, che ha dovuto anche rispondere a domande più che imbarazzanti nel giorno del suo arrivo a Firenze. “Sei pronto a raccogliere l’eredità di Chiesa?”. EH? EH? EH? Callejon l’erede di Chiesa? L’uomo che gioca ai massimi livelli in Europa da dieci anni, con un ragazzino dalle belle speranze? Il migliore esterno del mondo nei movimenti senza palla, il laterale d’attacco che non ha forse eguali per la capacità di abbinare le due fasi, dovrebbe sentirsi stretti i panni di erede di Chiesa? Siamo seri. Buona fortuna Josè. Buona corsa. Buone corse. Sempre a testa alta, come quell’esultanza con cui hai voluto lasciare la tua Napoli. Sempre leggendo con qualche secondo di anticipo quello che sarà, giocatore di scacchi e pedone al tempo stesso senza eguali. La mentre viaggia al tuo ricordo, allo stesso modo tuo nell’eterno ritorno che hai narrato per anni sulla fascia destra. La tua fascia.

Un post condiviso da Arturo Minervini (@arturo_minervini) in data: 6 Ott 2020 alle ore 9:32 PDT