Da Zero a Dieci: la minaccia degli aiuti, gli scoop extraconiugali su Mertens, la proposta choc per Cobrenzo e la gaffe del quotidiano bianconero

Da Zero a Dieci: la minaccia degli aiuti, gli scoop extraconiugali su Mertens, la proposta choc per Cobrenzo e la gaffe del quotidiano bianconeroTuttoNapoli.net
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lunedì 20 marzo 2017, 10:37Zoom
di Arturo Minervini

(di Arturo Minervini) - Zero ad una squadra che permette all’avversario di avere la possibilità di pareggiare dopo essere stata in vantaggio di tre reti. È qualcosa di inammissibile, inspiegabile, irrealizzabile per chi per lunghi tratti ammira questo Napoli costruire la sua tela da un ramo all’altro come fosse un ragno che ghermisce la sua preda. Tra questi fili della Psiche, però, la squadra finisce per restare a volte imbrigliata, incantata davanti ad uno specchio a cui chiede costantemente di essere la più bella. “Per me la natura è... Sai... I ragni, le cimici, e il pesce grosso che si mangia il piccolo, e le piante che mangiano altre piante, animali che mang... È un enorme ristorante: così la vedo”. In questo enorme ristorante, il Napoli si lascia sempre tentare dal mordere se stesso, atto puro di cannibalismo.

Uno a chi ha il coraggio di parlare del rigore di Mertens, non realizzato da Dries, come “episodio chiave della gara” sottolineando come il penalty non ci fosse. A scrivere questa perla assoluta è quel giornale ormai noto per il suo schieramento a tinte bianconere, ennesima opera di arte moderna che ci fa invocare il pensiero illuminato di Benedetto Casillo ne “Il Mistero di Bellavista”. Salvatore: “Fra 1000 anni, un muratore del 3000, sotto alle macerie di una villa qualunque, piglia e trova un quadro di Wasserman, chillo ca ha azzeccato ‘a stanza ‘e bagno ‘n faccia ‘o muro! Ora vengo a voi, e questa è la mia domanda, due punti: secondo voi, questo muratore del 3000 che cosa penserà di aver trovato? Un capolavoro? O ‘nu cesso scassato?. Professor Bellavista: "Nu cesso scassato!".

Due le mani di Salah che spazzano via Peluso e stendono un tappeto rosso sangue, come nel caso di un crimine compiuto, sulla vittoria della Roma. Due mani ignorate che permettono ai giallorossi di mantenere a distanza di due punti il Napoli, ennesimo episodio di una stagione che ha visto la squadra di Spalletti spinta da un vento invisibile nelle sue vele. Come se nell’Olimpo delle divinità calcistiche, ci fosse un Eolo con una missione fissa: portare all’accesso diretto alla Champions la squadra della Capitale. Intanto per la primavera proponiamo la nuova Hit “Il Ballo di Salah”: Porta in area le mani e poi falle vibrare, se fai come Salah non puoi certo sbagliar…

Tre reti segnate. Dopo averlo sgridato, rimproverato, tenuto un po' a distanza come un figlio che ti ha fatto arrabbiare, non possiamo non coccolare questo Napoli per la sua produzione nell’altro lato della luna. Se in difesa continua ad essere pieno “dark side”, l’attacco continua ad essere una giostra dell’estasi: il tassametro dice già “68” gioie in campionato e non ha nessuna intenzione di fermarsi. Se qualcuno vi avesse detto in estate che questo Napoli avrebbe segnato più della Juve di Higuain avreste avuto la stessa reazione di uno di Pordenone che vi vuole spiegare come preparare il caffè. Grasse risate. 

Quattro rigori in due gare. Chiaro che la profezia dei Maya fosse solo errata in qualche data, che il 21 dicembre 2012 fosse un semplice errore di trascrizione. Nulla dopo questi episodi sarà più uguale a prima, casuale (o forse no) che siano arrivati dopo gli episodi dello Juventus Stadium. Quelli che distruggono il calcio, abituati a gestirne le dinamiche, dicono sempre che “gli episodi alla fine si compensano”. Aspettatevi queste “compensazioni” nelle prossime gare, ben più impegnative. Siete carta conosciuta, come la nonna che punta più di dieci centesimi giocando a “Sette e mezzo” quando gli arriva il Dieci di Denari.

Cinque vittorie in trasferta e primato nella classifica relativa alle gare da “Marenna al sacco” (l’accademia della Crusca dovrebbe riconoscere il termine per indicare le gare lontano dal San Paolo). Sono 30 i punti in 14 gare con 35 reti segnate (nello stesso numero di gare la Juve ha ottenuto 28 punti e segnato appena 21 reti), sintomo di questa anima da montagne russe di questo Napoli che con maggiore costanza mentale potrebbe essere a pochi passi dalla Juve. Un apostrofo rosa tra le parole “#simmtroppfort e #eramegliochemiappassionavoalcurling che ogni domenica si poggia sulle anime dei tifosi. 

Sei punti di vantaggio sulla Lazio, otto quelli sull’Inter esaltata in queste settimane come fosse una mozzarella di bufala doc in centro commerciale ubicato sopra il Garigliano. La verità è che né Lazio né Inter hanno la capacità di reggere il ritmo delle prime e che il discorso Champions è una questione che si giocherà esclusivamente tra Sarri e Spalletti. I fenomeni mediatici sono fatti così: durano poco. 

Sette al movimento da Étoile di Callejon nella conquista del rigore realizzato da Insigne. Tutta l’eleganza, la sagacia, la cazzimma (meravigliosa commissione di lingue e credenze popolari) di Josè in una giocata che risulterà alla fine determinante. Il calcio andrebbe amato anche per questi sprazzi di bellezza pura, quando il corpo e la testa si fondono in un unico meraviglioso progetto che prende forma. L’Arte non è altro che un qualcosa che ti lascia un graffito nella caverna della memoria. 

Otto a chi vorrà fare offerte importanti per Ghoulam. Malissimo l’algerino ad Empoli nel fallo che rischia di riaprire una gara già chiusa. Calo di tensione imperdonabile per chi ha pretese da giocatore di primissima fascia e non ha mai dimostrato, in maniera continuativa, di esserlo. C’è un confine invisibile che divide i buoni giocatori dai campioni e Faouzi continua ancora ad annaspare sulla riva del primo schieramento.

Nove ormai è un numero che ha acquisito per usucapione. Si è piazzato al centro di quell’area di rigore Dries e non ha più smesso di seminare magie. Un prestigiatore trovatosi quasi per caso sulla scena principale, capace di trasformare una grande illusione di Sarri in una splendida realtà. La punizione di Mertens è un percorso di catarsi, dopo un rigore sbagliato e le troppe chiacchiere sulla vita familiare da mandare giù (lasciate in pace le mogli e gli affari di casa). È il ruggito di un campione ferito nell’orgoglio pochi minuti prima, la pennellata d’autore che disegna nel cielo di Empoli un sorriso che parte dal suo destro e finisce all’incrocio dei pali. Sorridete, c’è Dries che vi scatta una foto.

Dieci a questo ragazzo trasformato nello spirito. Siamo quasi stufi di raccontarvi dei numeri incredibili di Insigne dal giorno in cui ad Udine si è liberato delle catene ed è andato alla conquista di questo Napoli. Cattivo, letale, chirurgico come le mani sapienti di un napoletano appena sveglio che affonda il pane dentro al ragù. La sua doppietta prima del pranzo domenicale è l’antipasto più dolce, l’ennesimo atto di forza di un talento ormai esploso in tutti i suoi contorni. Si aggira come un serpente nei pressi della preda, la annusa e la studia senza farsi notare più del dovuto. È solo una grande illusione di impotenza, la strategia per far abbassare la guardia e colpire nello spazio stretto. Chiamatelo Cobrenzo Insigne. E dategli tutti i soldi che vuole.