ADL voleva ‘cacciare i soldi’, Giuntoli e Sarri no: le verità a sorpresa sul mercato

Uno dei ritornelli sulla gestione della SSC Napoli di Aurelio De Laurentiis, da anni, è “il presidente non vuole vincere”. Tante volte, nelle scorse stagioni, il club azzurro sembrava a un passo dalla sua definitiva consacrazione e i suoi stop vennero spesso attribuiti ad acquisti mancati o sbaliati, erigendo la coppia “Grassi-Regini” ad archetipo del calciomercato anti-vittoria. I loro nomi sono diventati ormai inseparabili come quelli di Volpi e Poggi ai tempi delle figurine nelle gomme da masticare.

Quest’anno, pero, nell’aria c’era qualcosa di diverso. De Laurentiis ha iniziato ad inanellare una serie di rinnovi impressionante, blindando praticamente tutti i suoi big e rinunciando ad offerte faraoniche piovute da ogni parte del mondo. Come se il patto di cui tanto si parla fosse nato proprio dalla volontà del presidente di tenersi tutti stretti per provare, davvero, a togliere dalle spalle sue e della città quel macigno chiamato terzo scudetto.

La squadra ha reagito dominando il campionato da agosto e arrivando a gennaio da campione d’inverno, con una media punti schiacciasassi. Serviva un ricambio in attacco, lo sapeva chiunque, e Sarri lo chiarì all’alba della sessione di mercato: “Siamo scoperti in un ruolo”. Il resto, è storia, dal no di Verdi all’offerta sproporzionata per Politano. Oltre 20 milioni per il rossoblù, quasi 30 per il neroverde: proposte certificate da tutte le parti coinvolte negli affari.

Sul gran rifiuto di Simone capiremo qualcosa in più in estate, mentre i motivi che hanno spinto il Sassuolo a rinunciare a quella cascata di soldi, probabilmente, non li capiremo mai. In ogni caso, resta chiara una cosa: De Laurentiis era pronto a ‘cacciare i soldi’: tanti, nel caso di Politano pure troppi. Non l’ha fatto, e non per sua volontà.

Lo ha spiegato con dovizia di particolari Maurizio Sarri, uno che, quando si tratta di essere schietti, non ha problemi ad andare pubblicamente anche contro la sua stessa società. Il mister, per la prima volta, aveva ammesso la necessità di intervenire sul mercato un mese fa. Non è arrivato nessuno, e sarebbe stato logico attendersi un minimo di delusione d parte del tecnico. Che, invece, dopo la vittoria sul Benevento ha detto: “Io lavoro con un fuoriclasse che è Giuntoli, quindi accetto tutte le sue decisioni. Ha preso decisioni da uomo vero. Poteva uscirsene comprando uno a caso, De Laurentiis era fortemente intenzionato a spendere, ma ha preferito non farlo e assumersi responsabilità piuttosto che mettere in difficoltà me su un giocatore non adatto. E' stato fenomenale e con le palle nella scelta".

Possiamo quindi ipotizzare uno scenario del genere: De Laurentiis trasmette a Giuntoli e Sarri la volontà di spendere e il mister reagisce dicendo “va benissimo, ma portatemi Verdi o Politano”. Nient’altro. Aggiudicarsi un Deulofeu avrebbe fatto felici i tifosi ma messo in crisi Sarri, che si sarebbe sentito ‘costretto’ dall’investimento a utilizzare un calciatore che non reputava utile alla sua causa. Senza contare i mal di pancia che avrebbe provato, ad esempio, proprio lo spagnolo, che lasciava Barcelona alla ricerca di minuti per inseguire il Mondiale.

Giuntoli, quindi, si è preso fischi e pernachi  da mezza Italia, ma ha solo cercato di accontentare il suo tecnico. Acquistando, o evitando di farlo, ha seguito le sue indicazioni. Avranno avuto ragione? Davvero un colpo con caratteristiche diverse non sarebbe risultato positivo? Ce lo diranno i prossimi mesi. Nel frattempo, teniamoci questa certezza: De Laurentiis vuole riportare lo scudetto a Napoli ed era pronto anche a strapagare un Politano pur di provarci fino in fondo. Ora il colpo gobbo sarebbe riuscirci anche senza lui né Verdi, magari investendo quei famosi 30 milioni per costruire l’agognata casa che il Napoli merita. Sai che soddisfazione?