Napoli società dell'anno, ADL: "Anno indimenticabile, con Spalletti matrimonio felice. Spero di accontentare ancora i tifosi"
Aurelio De Laurentiis ha parlato dal palco del Gran Galà del Calcio 2023 alla premiazione della SSC Napoli, premiata come società dell'anno.
"L’anno scorso è stato indimenticabile perché era atteso dai napoletani da 33 anni. Voi sapete che a Napoli, prima di questo scudetto, esiste un solo mito che è quello di Maradona. Quindi siamo stati capaci di riportare in questa città un sorriso e soprattutto ad insegnare ai più piccoli che lo stadio è un centro di aggregazione molto importante anche sul piano sociale. Oggi i bambini tifano più di prima. Quando arrivai a Napoli e non sapevo ancora nulla di calcio, mi fermai davanti ad una chiesa dove c’era un campetto con tre bambini: uno con la maglia del Milan, un altro dell’Inter e un altro della Juve. Scesi dall’auto e gli chiesi: ‘Scusate ma perché non avete la maglia del Napoli?’, e mi risposero: ‘Ma tu chi c**z si?’. Allora feci due passi indietro e dissi. 'Qui c’è molto da lavorare'. Ma per uno che viene dal cinema la sfida c’è sempre perché il vero compito è quello di avere successo con il committente che è il pubblico. Nel calcio il vero committente è il calcio, quindi ho detto: ‘lavoriamo per i tifosi e questa città’".
Su Spalletti: "Ho incontrato dopo un lunghissimo corteggiamento un grandissimo allenatore, perché con Chiavelli incontrammo 8-9 anni fa Spalletti, che non poteva venire. Era ancora legato a dei contratti con la Russia, poi abbiamo fatto altre scelte. Poi finalmente nel gennaio di due anni fa lo incontrammo con Chiavelli nel grattacielo del Bosco a Milano. Dove Spalletti ci vide nel garage ed era guardingo, perché nessuno ci doveva vedere. Ci mettemmo d’accordo per giugno e così è stato. E’ stato un matrimonio felice, talmente felice che quando mi ha detto che non se la sentiva più di andare avanti, anche se contrattualmente potevo andare avanti in precedenza avevo fatto un errore con Benitez obbligandolo a non andare via, ho deciso di lasciarlo andare. Avendo vinto lo scudetto e regalato a questa città un sogno che durava 33 anni, bisogna anche ringraziarlo e lasciarlo andare.
E’ stato un gesto anche d’amore? Nella vita è molto importante l’affetto, dipende tanto dalla generosità. Io nella vita sono stato molto generoso, è una cosa che ti insegna il cinema oltre ad essere un vero imprenditore. Questo devo dire che purtroppo nel calcio non l’ho trovato. Comunque ringrazio Luciano Spalletti, i miei calciatori che dopo verranno premiati, il direttore Giuntoli con cui abbiamo condiviso 8 anni, l'ad Chiavelli, ma soprattutto i tifosi del Napoli, che meritano questo e speriamo di continuarli ad accontentare".
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