Perché Kulusevski vale già 40mln e Gaetano deve ancora scoprirlo

02.01.2020 17:50 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
Perché Kulusevski vale già 40mln e Gaetano deve ancora scoprirlo

Il 25 novembre 2017 Gaetano e Kulusevski rubarono la scena nel match tra Napoli e Atalanta, finito 2-2, del campionato Primavera 1. Il talento del Napoli segnò due gol - splendido quello scartando tutti e segnando di tacco - mentre lo svedese pareggiò nel finale con una rete fantastica dopo un dribbling di suola in area. Due perle per due talenti classe 2000 destinati a conquistare in breve tempo il calcio dei grandi. Due anni dopo, Kulusevski è stato acquistato dalla Juve per 42-44 milioni di euro (tra parte fissa e bonus) mentre Gaetano, nato dieci giorni dopo, il 5 maggio, s'è dovuto "accontentare" dell'esordio in Champions, venti minuti nel finale col Genk. 

SCELTE - Magra consolazione per un gioiello purissimo: forse Gaetano non varrà mai 40 milioni, magari un giorno ne costerà 80, il punto è che le scelte estive dei due club hanno condizionato - fino a questo momento - le rispettive carriere. Kulusevski è stato ceduto in prestito in un club, il Parma, che ha saputo valorizzarlo (4 gol e 7 assist) dandogli la possibilità di giocare, Gaetano è stato confermato come quinto centrocampista, ha pagato il caos generale e, chiuso dai vari Zielinski e Fabian, è rimasto in panchina ad osservare gli altri. Un vero peccato. 

IL TALENTO C'È - Il valore di Gaetano è ancora in stand-by. Nel 2017 i due erano sullo stesso livello, anzi Gaetano brillava di più, era già leader tecnico, segnò 14 gol con 9 assist in una squadra che si salvò solo all'ultima giornata - con Ounas in campo - mentre Kulusevski, nell'Atalanta che chiuse il campionato al primo posto, realizzò "appena" 5 gol (due al Napoli) con 10 assist, pagando anche il ruolo diverso. Ma Gaetano, per sua fortuna ancora 19enne, destinato ad una grande carriera, è solo uno dei tanti giovani che non sono (ancora) riusciti ad esplodere. Lo stesso Insigne, oltre il proprio valore, indiscutibile, ha avuto la fortuna di incrociare sulla sua strada Zeman che ha saputo esaltare le sue peculiarità.

MODELLO ATALANTA - Kulusevski è il pretesto per confrontare due modi diversi d'intendere il settore giovanile: quello dell'Atalanta, per distacco tra i migliori in Italia, e quello del Napoli, fermo all'exploit di Insigne e di pochi altri (come Sepe, oggi al Parma, anche lui nato nel 1991, oppure Luperto, ma acquistato già 18enne dal Lecce). L'Atalanta crede e investe nel settore giovanile, recentemente ha inaugurato a Zingonia la nuova Accademia dedicata a Mino Favini, fuoriclasse del settore, offre ad ognuno tutti i comfort alla Casa del Giovane (convitto per chi arriva da lontano), permette ai piccoli di allenarsi a due passi dai grandi. Lo stesso Favini ci disse nel 2016: "A dividerli dev’essere solo una siepe, la stessa che, una volta oltrepassata, formerà dei professionisti e non più dei ragazzini".

IL SOGNO CANTERA - Il Napoli investe poco meno di 2 milioni nel settore giovanile (secondo i dati del 2016 l'Atalanta investiva 6 milioni circa) e non sempre ha fortuna con gli acquisti. Il 16enne Kulusevski è stato pagato 100mila euro, il Napoli ha investito quasi un milione per il coetaneo Mezzoni dal Carpi (oggi alla Carrarese) e circa 500mila euro per il brasiliano Leandrinho. Ma l'aspetto economico è relativo e ha molteplici aspetti: la distanza tra i due club si riflette nelle strutture che sono l'anticamera del futuro. Le giovanili del Napoli si allenano al Complesso Kennedy - da un paio d'anni - e quando qualche Primavera si unisce ai grandi deve raggiungere il Training Center di Castel Volturno che non è vicinissimo e dunque poco comodo da raggiungere coi mezzi pubblici. 

EMIGRARE - Per questo e altri motivi molti talenti della Campania sono costretti ad esplodere altrove. Difficoltà logistiche che penalizzano Gianluca Grava, responsabile del settore giovanile, e la sua fitta (e valida) rete di osservatori. Testimonianze dirette, tra scuole calcio e procuratori, rivelano che l'ex azzurro è vigile su ogni talento, ne avvicina tanti provando a convincerli, ma spesso è costretto a subire i "no" dei diretti interessati che, ragionando da professionisti e non da tifosi, decidono di trasferirsi altrove dove ci sono maggiori comodità e ampie prospettive di crescita. L'Inter, ad esempio, vanta una lunga tradizione di campani: aveva Merola, ora Esposito che è un pupillo di Conte, in Primavera brilla il 2002 Oristanio​​​​​​, un altro giovanissimo che Grava aveva provato ad avvicinare invano. 

LA POSIZIONE DI ADL - L'Atalanta punta sul settore giovanile e ottiene risultati straordinari (tra le plusvalenze record, oltre a Kulusevski, i 20mln per Gagliardini e Conti, 15 per Caldara), il Napoli non ha mai fatto progressi (la Primavera è ultima). Il motivo lo rivelò lo stesso De Laurentiis che, nel maggio del 2018, ospite di Football Leader all'Università Federico II, spiegò: “Vorrei fare di più, ma c'è il problema delle strutture che qui, arrivato dopo il fallimento, non ho trovato. La città non mi aiuta. Dovrei trovare 100 ettari non inquinanti, e non è facile, e servono sindaci intelligenti che mi lascino fare".