ESCLUSIVA – Atalanta, l'ex talent scout: “Vi presento Grassi: ha un vantaggio e un grande pregio. Sarri ha ragione su Gabbiadini. Su Sportiello e Conti…”

21.01.2016 08:10 di Fabio Tarantino Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA – Atalanta, l'ex talent scout: “Vi presento Grassi: ha un vantaggio e un grande pregio. Sarri ha ragione su Gabbiadini. Su Sportiello e Conti…”
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Prima li accoglie, piccolissimi e indifesi, poi li saluta, un po’ più grandi e di sicuro cresciuti: dalla tecnica di base al fisico, dal carattere alla convinzione in se stessi. Di giovani talenti in giro per l’Italia, Mino Favini ne ha sfornati come pizze. L’ex storico talent scout dell’Atalanta, oggi responsabile del settore giovanile del Como, guarda le nuove leve con occhi diversi e vede in loro ciò che altri, superficialmente, ignorano. Morfeo, Donati, Montolivo, Pazzini, Bonaventura, Baselli ed ora – tra gli altri - anche Alberto Grassi, classe ’95, pronto a legarsi al Napoli dopo una vita spesa nel settore giovanile nerazzurro. Talento, personalità ma anche un’etichetta fastidiosa da debellare in fretta: “Posso assicurarvi che non è un razzista, ci mancherebbe. La sua mamma è anche madrina di cresima di una ragazza di colore. Quel gesto è stato archiviato e, anzi, lo ha reso più maturo”. L’episodio in questione, datato marzo 2014, è un insulto razzista che lo stesso Grassi rivolse ad un avversario durante Atalanta-Verona del campionato Primavera (clicca qui per la storia). Il Giudice Sportivo lo punì con dieci giornate, squalifica poi dimezzata dopo l’affidamento ai servizi sociali: “Da quell’episodio – spiega Favini, anni 79, a Tuttonapoli.net – Grassi ne è uscito rafforzato. Da allora ha capito di dover moderare le parole e le espressioni. Non va giustificato ma assolto sì, perché si è reso conto dell’errore”. Pochi dubbi, nonostante la giovanissima età, sull’aspetto puramente tecnico: “È un ragazzo interessante, valido, che a Napoli potrà solo far bene. Svolge bene entrambe le fasi, quella di supporto, interdizione e di costruzione della manovra. Inoltre conclude spesso in porta perché è bravo ad inserirsi. Non è un fenomeno ma è sicuramente dotato sotto l’aspetto tattico. E poi ha vent’anni e tutto il tempo di crescere e migliorare ancora”.

Il paragone più elementare è quello con Montolivo, altro calciatore cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta. Sono simili? “Non direi. Riccardo è più fine nell’interpretazione del ruolo, ma Grassi ha più sostanza e, in prospettiva, può anche diventare più completo. La sua abilità è proprio quella di esser ugualmente bravo sia in difesa che in attacco. Ha tutte le qualità per essere ora mediano ed ora costruttore di gioco”.

È troppo presto per sostenere che Sportiello - altro nerazzurro nel mirino del Napoli - sia l’erede di Buffon? “Probabilmente sì perché è appena al secondo campionato di A. Ma in lui ho grande fiducia. È molto giovane, è un classe ’92, ma raramente ho visto un portiere così sereno e tranquillo in situazioni di difficoltà. Sta acquisendo esperienza, sono convinto che farà tanta strada”.

Contro l’Inter, sabato scorso, ha ben impressionato Andrea Conti nel ruolo di terzino destro. Che giocatore è? “Pochi lo conoscono, sta sbocciando adesso dopo due anni di esperienza a Perugia e Lanciano. Sabato ha giocato molto bene. È un terzino di spinta, bravo soprattutto a difendere. Spesso parte in velocità ma si dimentica di rientrare, ma è normale alla sua età”.

La fiducia nel settore giovanile dell’Atalanta è massima dopo aver imparato ad apprezzare Gabbiadini. Andrà agli Europei? “Non sta giocando tantissimo e questo è un problema, ma Conte lo apprezza e potrebbe aver bisogno anche di lui. Peccato che sia in competizione con un colosso come Higuain: competere con lui è impossibile. Manolo ha qualità importanti ed una precisione assurda nel tiro. È il miglior sinistro in Italia e Sarri ha ragione a non vederlo come esterno. Può fare anche il rifinitore, dietro le punte, ma è un attaccante e deve avere solo la porta come ultimo ostacolo”.

Crede sia possibile una sinergia tra Atalanta e Napoli? “Non saprei, di sicuro sarebbe una cosa molto positiva per De Laurentiis. L’Atalanta è gelosa del suo settore giovanile e le statistiche le danno ragione, perché negli ultimi anni ha valorizzato un grandissimo numero di talenti, e continuerà a farlo ancora”.

Ma è così difficile creare un settore giovanile di livello? “In Campania, dove ogni anno esplodono grandi giocatori, di sicuro no. Il segreto è circondarsi di persone competenti che monitorino la zona, facciano ricerche sul posto. Occorre coraggio da parte della società e poi tanta pazienza: mica tutti nascono fenomeni? Serve un certo tipo di lavoro e allenatori che accudiscano il ragazzo, aiutandolo a crescere e ad avere fiducia in se stesso. E poi, ancora, è necessario dotarsi di un centro sportivo che raccolga la prima squadra e il settore giovanile. A dividerli dev’essere solo una siepe, la stessa che, una volta oltrepassata, formerà dei professionisti e non più dei ragazzini. Chi è bravo ha l’obbligo di impegnarsi più degli altri. Non basta avere talento, solo col lavoro si ottengono determinati risultati. Questo, però, non tutti lo comprendono, oppure lo capiscono quando è troppo tardi”.