Venerato a Tn: "Hamsik e Maggio come Facchetti e Scirea, il mio messaggio ad ADL quando prese Sarri. Col San Paolo patto scudetto: turno decisivo, la Roma è scarica"

02.03.2018 09:20 di Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
Fonte: di Ciro Venerato
Venerato a Tn: "Hamsik e Maggio come Facchetti e Scirea, il mio messaggio ad ADL quando prese Sarri. Col San Paolo patto scudetto: turno decisivo, la Roma è scarica"

Sabato a tinte forti per i destini del campionato. Romane arbitre dello scudetto. Un passo falso di Napoli o Juve contro Roma o Lazio potrebbe indirizzare il civico del tricolore. L’undici di Inzaghi junior reduce dalla maratona di coppa Italia: muscoli e morale potrebbero non essere a mille contro la vecchia signora. Ma la voglia di riscatto potrebbe fare da contraltare e propellente. Contro l’Atalanta è bastato il massimo del minimo per portare a casa l’ennesima finale. Topica di Fabbri (var al san paolo) decisiva: rigore alquanto generoso, moviola alla mano. La Juve sarà al top anche all’Olimpico: Allegri, attingendo dalla munifica rosa, ha risparmiato gli straordinari a diversi titolari, Dybala in primis. Lazio avvisata quindi: per ribattere la Juve, già sconfitta all’allianz stadium, dovrà essere al meglio delle forze. Impresa non semplicissima. Napoli avvisato quindi. Pensi alla Roma, meno alla Lazio. Faccia leva su stesso. Anche perchè in genere il cielo la manna la manda a qualcun altro…

la Roma ha le pile scariche. Affronta il mega Napoli nel momento peggiore della sua stagione. I perche’ sono tanti. Il mercato di gennaio ha restituito a Di Francesco solo macerie mentali: Dzeko, ceduto dai dirigenti al Chelsea, è rimasto a Roma con l’amaro in gola. Credeva di essere incedibile: Palotta lo stava scaricando al miglior offerente. Stessa solfa per Naingollan. Prima punito per un video messaggio da censurare e poi lusingato dai cinesi, pronti ad offrire la luna nel pozzo al centrocampista. Da allora nulla più come prima: rendimento al di sotto dei consueti standard e possibile divorzio rinviato solo a fine stagione.

Il mercato fino ad oggi ha invece inciso poco o nulla sull’umore della truppa azzurra. Reina e Maggio, al passo d’addio, danno l’anima in campo nonostante la valigia all’uscio di porta. Presto detto. Pepe è legatissimo a squadra e città: pagherebbe di tasca sua pur di vincere uno scudetto storico, il primo post- Maradona. Uomo vero: Sarri non ha mai temuto cali di tensione. Non a caso spinse per non dirottarlo a Parigi. Tranquillizzò l’Aurelio: Reina avrebbe dato l’anima anche in scadenza. I fatti gli hanno dato ragione. Su maggio posso spendere poche righe. Basta poco per definirlo: un professionista senza eguali. Una persona perbene che meriterebbe di restare nei quadri societari a fine carriera. I tifosi del Napoli dovranno sempre portargli rispetto. Ho avuto la fortuna di incrociarlo a fine gennaio a Milano. Giusto il tempo per tributargli la mia immensa stima: lui, più di tutti, meriterebbe lo scudetto. Maggio e Hamsik sono il vanto partenopeo: come Scirea o Facchetti per Juve e Inter. Li metto, senza rossori, sullo stesso piano etico e storico.

Su Sarri non mi dilungo: tutti sanno cosa penso di lui. Ci ho messo la faccia dal primo giorno. Non solo in pubblico. Quando De Laurentiis stava definendo con lui e l’agente Pellegrini i dettagli del contratto alla Filmauro Montella ruppe con la Fiorentina. Si inseguirono rumors e indiscrezioni (alcune assolutamente fondate) poi fortunatamente per il Napoli, Dela annunciò l’avvento di Sarri. Mandai subito dopo un sms al presidente. Lo incoraggiai dicendogli che aveva puntato su un grande allenatore. Non ero un folle. Tantomeno un amico del signor Sarri, al massimo un conoscente. Molto più duraturo il rapporto con Alessandro Pellegrini, procuratore del’attaccante Di Carmine, neppure sapevo fosse l’agente del toscano. Quel mio sms fu solo frutto di una atavica stima tecnica verso il toscano. Lo seguivo in tv dai tempi della C (Raisport mandava in onda gare di quel campionato) ed ero rimasto  successivamente ammaliato dal suo Empoli in serie B (prima ancora che in A). Solo Sacchi a parma e Zeman a foggia avevano giocato così bene in cadetteria, a mio modestissimo avviso.

Il resto è storia. Sarri merita tutto il bene di questo mondo: è rimasto coerente a se stesso, non mutando idee o atteggiamenti, anche in sala stampa. Lo preferisco così: nudo e puro. E vincente. Già perchè il suo Napoli non gioca solo divinamente (anche a Cagliari ennesima prestazione esaltante) ma porta a casa risultati superiori al valore della rosa. Questa la differenza pratica con Allegri. Se la Juve vince lo scudetto ha fatto il suo dovere, disponendo di una rosa senza eguali in Italia. Se lo vincesse il Napoli sarebbe un’impresa, avendo meno mezzi tecnici  a disposizione. Il turno di campionato potrebbe darci importanti indicazioni. Di Francesco non merita critiche ingenerose. Sta gestendo una situazione difficile ed in estate ha perso un certo Salah. Credo che senza processi sommari potrà conquistare la qualificazione in Champions e superare gli ottavi contro lo Shaktar. Come Sarri anche lui predilige il bel gioco. Vanta una cultura offensiva, lontana dagli stereotipi italici. Non verrà a Fuorigrotta a fare le barricate: non presenterà pulman davanti ad Alisson. Se la giocherà con intelligenza ma senza rinunciare a nulla. Un’arma a doppio taglio per il Napoli: potrebbe scovare varchi per fare male ma dovrà pure proteggere adeguatamente le retrovie.

Lupa possibile preda, ma va reperito il cecchino.

Senza poi trascurare l’indomabile alleato azzurro, il dodicesimo uomo in campo: il San Paolo.  

Si è sempre saputo: Chartier ricordava che sono “le passioni e non gli interessi che governano il mondo”. L’amore è la luce del cuore (Honorè de Balzac).