L'addio alle coppe, la beffa di Kou e Ancelotti non più leader: la Top 10 dei match da dimenticare del 2019

Che anno è stato il 2019? Di certo non ricco di soddisfazioni, tant'è che le partite da dimenticare non sono di certo mancate. Alcuni match si sono trasformati in veri e propri film horror, con l'ansia come massimo comune divisore nella similitudine. Abbiamo cercato di stipulare una classifica con le cinque peggiori partite - sia per la pesantezza del risultato negativo della stessa che per la qualità di gioco espressa - di quest'anno appena giunto al termine.
10. Napoli-Cagliari 0-1 (Serie A, 25 settembre) - Apriamo la carrellata con una delle migliori prestazioni del Napoli versione 2019/20. Agli albori della nuova stagione la formazione del Carlo Ancelotti 2.0 palesa una vecchia brutta abitudine: creare decine di palle gol e non riuscire a concretizzarne neanche una. Un difetto che era già stato di Sarri prima e del primo Ancelotti poi. E quando non la butti dentro, quando fai l'edonista e non fai prevalere il pragmatismo, quando colpisci due legni e non i sette metri dello specchio, alla fine può arrivare la beffa e la partita vuoi dimenticarla quanto prima. Quella contro il Cagliari porta la firma di Castro e fa male perché è la prima sconfitta dell'anno al San Paolo. Dopo aver dominato l'intera gara, il Napoli cade all'unico tiro degli avversari. Un film già visto.
9. Napoli-Genoa 0-0 (Serie A, 9 novembre) - Un Napoli senza anima, senza idee e visibilmente scosso dalle vicende extra-campo. Siamo a quattro giorni dall'ammutinamento e mai come stavolta Ancelotti sembra aver perso il polso della situazione. Contro il Genoa va in campo una squadra praticamente assente, che sembra quasi giocare per onore di firma. Senza il fuoco, ancor meno la grinta. Possesso palla sterile, pochissimi tiri in porta e la modesta squadra di Thiago Motta che fa una gran figura. Al San Paolo piove, ma non è l'acqua che preoccupa. Perché a fine partita vola giù anche una marea di fischi: il primo segnale di uno strappo che ancora adesso si sta provando a ricucire.
8. Napoli-Juve 1-2 (Serie A, 3 marzo) - E' la partita che sancisce l'addio definitivo allo scudetto. All'alba di marzo. A tre mesi dalla fine del campionato. Sì, perché la Juventus espugnando il San Paolo, battendo la seconda della classe, se ne va via a +16. E per il Napoli è il momento di concentrarsi su altro. La gara, in sé per sé, non è stata interpretata male dagli azzurri. Il Napoli bello e sprecone può solo recriminare per il rigore sbagliato da Insigne nel finale che avrebbe regalato agli azzurri almeno il meritato pareggio. E per le solite tante occasioni sciupate. Il rosso a Meret cambia il match, lo tinge di bianconero. La punizione di Pjanic e la rete di Emre Can fanno il resto. Un match da dimenticare quanto prima per il Napoli, anche se almeno a quei tempi si era lì, dietro solo al colosso chiamato Juventus.
7. Roma-Napoli 2-1 (Serie A, 2 novembre) - E' un giorno dei morti nefasto per il Napoli. E' l'ultimo match prima dell'ammutinamento, gli azzurri sono reduci dalla beffa con l'Atalanta, dominata e vincente al San Paolo, e tutti si aspettano altri feedback. Invece no, di positivi non ne arrivano. Tre partite in una. Quella dei primi 25', fino al rigore parato da Meret, completamente di marca giallorossa. Gli altri 20' del primo tempo, invece, vedono il solito Napoli sprecone. Nella ripresa, infine, prevale la Roma, che dopo il vantaggio di Zaniolo raddoppia con Veretout dal dischetto. Inutile il gol di Milik che riapre la partita, perché poi c'è ancora una Roma migliore del Napoli. Non lo era da tempo, quest'anno invece va così. E adesso la situazione è anche peggiore.
6. Juventus-Napoli 4-3 (Serie A, 31 agosto) - Dal ritiro di Dimaro erano giunti forti fino a Napoli i proclami scudetto fatti da Ancelotti, dalla società e dai calciatori stessi. Così, il 31 agosto, dopo aver battuto la Fiorentina all'esordio del campionato 2019/20, gli azzurri vanno a Torino con le ambizioni alte e la convinzione di potercela fare, come accaduto nell'anno dei 91 punti di Sarri. Di fronte c'è proprio lui, quello che i tifosi hanno etichettato come traditore molto più di Higuain, anche se in panchina non ci va per la sua polmonite. E per un'ora il Napoli è solo la controfigura di quello che è stato in passato, tant'è che la Juve segna tre gol prima che i partenopei si risveglino. E giochino, ma solo per 25 minuti. Arriva la rimonta, da 0-3 a 3-3, ma chi di gol nel finale ferisce di gol nel finale perisce: Koulibaly, l'eroe dello Stadium nell'anno dei 91 punti, stavolta riempie la rete sbagliata con una deviazione sfortunata e i tre punti vanno ai bianconeri. Una siringa senza disinfettante.
5. Napoli-Parma 1-2 (Serie A, 14 dicembre) - Via Ancelotti, dentro Gattuso. Ma la musica non cambia. Difficile farlo subito, visto che il Napoli arriva a questa partita con soli tre allenamenti con il nuovo allenatore. La scossa non arriva e, anzi, forse la compagine del tecnico calabrese fa anche peggio di quella del predecessore. Al San Paolo ecco il Parma ed ecco l'ennesima sconfitta. Il Napoli non riesce più a vincere, anzi esce ancora sconfitto in campionato, dopo la vittoria di Champions. Una squadra squilibrata che vive di folate e situazioni personali. Quello che abbiamo visto stasera deve lasciar pensare. Ma facciamo un passo indietro: l’incubo continua, e non solo per il gol subito, l’infortunio di Koulibaly ma anche per gli errori clamorosi di Insigne e non solo davanti alla porta. Il Parma passa con Kulusevski dopo 4', il Napoli nel primo tempo è non pervenuto. Nella ripresa lo risveglia Milik col gol del pari, ma non basta. Nel finale arriva anche la beffa, l'ennesima: Gervinho in contropiede mette in luce tutto lo squilibrio di una squadra che adesso sta provando a rinascere.
4. Empoli-Napoli 2-1 (Serie A, 3 aprile) - Una delle peggiori prestazioni del Napoli versione 2018/19. Ad aprile le possibilità di scudetto sono già praticamente esaurite, per cui ai fini del campionato questo k.o. non pesa chissà che. Ma quella vista al Castellani è una squadra impaurita, ma soprattutto squilibrata. Un segnale rivelatosi poi determinante anche pochi giorni dopo nella sfida decisiva contro l'Arsenal ai quarti di finale d'Europa League. Malissimo la difesa, forse mai così impreparata come in Toscana. L'Empoli si porta sul 2-0, ci si aspetta una reazione del Napoli e invece più volte sfiora il tris il sodalizio di Andreazzoli. Zielinski inventa il gol del 2-1, che è buono solo per le statistiche. E' lì che si aprì l'aprile nero degli azzurri.
3. Napoli-Bologna 1-2 (Serie A, 1 dicembre) - Forse è questo il match che decreta il ribaltone in panchina. La scelta di Ancelotti di tornare al 4-3-3 ma con giocatori in posizioni sballate lascia pensare, e non poco. Eppure il Napoli nel primo tempo la gioca e merita ampiamente il vantaggio. E’ un bel primo tempo anche se non mancano le amnesie e qualche errore di troppo. Un’altra serata amara per Ancelotti, che era stato illuso dal vantaggio di Llorente e poi è stato beffato da Skov Olsen e Sansone. Il Napoli perde la quarta partita di campionato su 14, resta ancora lontanissimo dalla zona Champions ed esce fra i fischi dei tifosi. Una bordata di fischi. Una squadra irriconoscibile li meritava tutti.
2. Milan-Napoli 2-0 (Coppa Italia, 29 gennaio) - Fuori dalla Champions League e con il discorso scudetto che ogni giornata diventava di più complicata concretizzazione, la Coppa Italia poteva essere per il Napoli l'ennesima un obiettivo da perseguire fortemente. Ma, a tre giorni da uno scialbo 0-0, Ancelotti torna a San Siro e ci lascia le penne. Guarda caso, contro Gattuso, quello che poi diventerà il suo successore. Sotto i colpi di Piatek, all'esordio da titolare, i partenopei cadono 2-0 e vanno fuori dalla Coppa. Bastano 10 minuti al polacco per freddare Meret. E altri 16 per il raddoppio. Per tutto il primo tempo il Napoli dà l’impressione di soffrire i cinque cambi decisi da Ancelotti rispetto alla formazione che al Meazza aveva pareggiato poco prima. E su Carletto cominciano a piovere le prime critiche.
1. Arsenal-Napoli 2-0 (Europa League, 11 aprile) - Bye bye anche all'Europa League. Perché di fatto il Napoli, nel doppio confronto con l'Arsenal, ha sbagliato perlopiù il match dell'andata. Si sapeva della partenza sprint dei Gunners, ma il Napoli non solo si difende con qualche difficoltà, ma balbetta nelle uscite esaltando il pressing e la velocità dell’Arsenal. Gli attaccanti non riescono a sorprendere la difesa avversaria. I centrocampisti mai sono capaci di girarsi e ragionare. In 25' gli inglesi vanno a segno due volte, prima con Ramsey, poi con l'autogol di Koulibaly. Ma non c'è la reazione azzurra. Anzi, Meret evita il peggio, salvando i suoi dalla goleada e dando una speranza per il ritorno. Speranza vana, visto che neanche al San Paolo le cose cambiano.
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