L'imprevisto di Milik per portarsi il pallone a casa (dopo un malinteso con Meret)

Portarsi il pallone a casa dopo una partita non è come comprarlo in negozio. Non lo paghi ma lo sudi
11.12.2019 10:30 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
L'imprevisto di Milik per portarsi il pallone a casa (dopo un malinteso con Meret)
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Portarsi il pallone a casa dopo una partita non è come comprarlo in negozio. Non lo paghi ma lo sudi. Arek Milik aspettava da tempo di poter raccoglierlo. Sperava fossero i compagni a consegnarglielo: così non è stato. Triplice fischio di Napoli-Genk. Mentre tutti sperano di cogliere indizi di futuro dai gesti di Ancelotti, l'attaccante polacco richiama Meret, che si sta avviando a centrocampo. Il portiere passa davanti al pallone (che era rimasto in area di rigore) ma non se ne accorge, vano il tentativo di Arek di attirare la sua attenzione. Così Milik, distante cinquanta metri, capisce che nessun altro potrà accontentarlo. Il pallone è solo in area.

Da solo lo raccoglie, spiega a Manolas perché cammina dalla parte opposta dei compagni indicando la sfera, da lontano fa notare a Meret di avergliela chiesta, il numero uno del Napoli si scusa dato che non aveva capito. Nessun problema. Felice come un bambino, fiero come un uomo, Milik accompagna il pallone sotto al braccio e si dirige negli spogliatoi. Lo avrà mollato solo per farsi la doccia. Forse. Lo ha portato con sé a casa. Gli ricorderà per sempre la notte della prima tripletta in Champions League dopo l'ennesimo stop fisico. C'è sempre una luce in fondo al tunnel. E un pallone in area da depositare in rete. O da portarsi a casa.