La rivoluzione di gennaio, il colpo più caro di sempre e il caso gestito male: il mercato azzurro del 2020

Il 2020 è stato l'anno del nuovo corso di Rino Gattuso per il Napoli. Subentrato a Carlo Ancelotti a dicembre del 2019, l'allenatore azzurro fu chiaro fin dalla sua presentazione: il 4-4-2 non era il modulo giusto per lui, il 4-3-3 quel Napoli ce l'aveva nel sangue e sarebbe tornato subito a quell'assetto. Le considerazioni tattiche del nuovo allenatore si sono riflettute ovviamente sul mercato, a cominciare dalla sessione di gennaio del 2020 che ha sancito una vera e propria rivoluzione nell'organico a sua disposizione.
MUTAMENTO - Al Napoli di Ancelotti non serviva un equilibratore in mediana, per Gattuso invece non c'era nulla di più importante. Venduto Jorginho nell'estate del 2019, il club azzurro su richiesta del suo allenatore aveva deciso di non sostituirlo, ma con l'avvento di Ringhio - e dunque con sei mesi di ritardo - a gennaio il primo colpo riguardò proprio questo slot. Arrivarono subito Diego Demme e Stanislav Lobotka per circa 35 milioni di euro in due. Ma era solo l'alba della rivoluzione che sarebbe andata avanti poi anche nella sessione successiva. In inverno Cristiano Giuntoli e Aurelio De Laurentiis regalarono al tecnico anche una nuova arma in attacco, Matteo Politano, fondamentale nell'interpretazione del 4-3-3 gattusiano, con gli esterni che vengono in mezzo al campo. E non finì così. Il Napoli si portò avanti col lavoro, prenotando (e pagando) anche Andrea Petagna e Amir Rrahmani per giugno. Gli albori di un nuovo sconvolgimento estivo.
UN COLPO A PESO D'ORO - Sei mesi fa l'estate s'è poi aperta con la sensazione che la rivoluzione dovesse continuare ancora. Per innescarla definitivamente, portando il Napoli ad un nuovo stravolgimento anche dal punto di vista tattico, viene acquistato Victor Osimhen dal Lille, ben presto ribattezzato 'Mister 70 milioni', il colpo più caro della storia della società partenopea. Alla squadra francese vengono versati 70 milioni di parte fissa (da pagare in cinque anni) e dieci milioni di bonus non facilmente raggiungibili (legati ai futuri piazzamenti del Napoli in Champions League). All’attaccante 4,5 milioni di euro più bonus a stagione fino al 2025. Dei 70 milioni da versare al club transalpino, 20 vengono ricavati da un'operazione parallela conduce Orestis Karnezis e tre giocatori della Primavera in Francia. Un'operazione complessa, costosa e fondamentale per la rinascita del Napoli. Accompagnata, poi, da un altro capolavoro della squadra-mercato partenopea: Tiemoué Bakayoko in prestito per dare muscoli e forza ad un centrocampo molto esile.
GLI ERRORI - Il mercato azzurro del 2020 non è stato certamente tutto rose e fiori. Vi sono anche colpi mancati e cessioni in saldo, come quella di Allan all'Everton. E ci sono stati poi anche casi gestiti male, uno su tutti: Arkadiusz Milik. In scadenza di contratto a giugno 2021, è buon costume per una società non giungere mai a trattare con un calciatore ad un anno dalla scadenza, a maggior ragione se vi sono vecchie pendenze da sistemare con l'organico. Il Napoli non c'è riuscito e per trequarti d'anno, almeno fino ad agosto-settembre, ha provato a convincere l'attaccante polacco a prolungare l'accordo. Non riuscendoci, l'ha messo poi sul mercato, senza però riuscire a venderlo per diverse ragioni, in primis legate all'alto muro eretto da De Laurentiis in merito alla questione multe. Un passo indietro all'epoca, forse, avrebbe permesso al Napoli di evitare un caso che - ormai è certo - non vedrà vincitori.
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