Da Zero a Dieci: il complotto di ADL, la svista stile Prunier, la grande menzogna di Seleznyov ed il rifugio antiatomico

Da Zero a Dieci: il complotto di ADL, la svista stile Prunier, la grande menzogna di Seleznyov ed il rifugio antiatomico
venerdì 8 maggio 2015, 10:40In primo piano
di Arturo Minervini

Zero alla camicia di Markevych. In una serata dove gli orrori non sono mancati, il tecnico ucraino riesce a stravincere il festival horror sfoggiando una mise che nemmeno Nino D'Angelo in "Pop corn e patatine". Ben oltre il confine della decenza, fastidiosa alla vista più di un laser puntato negli occhi.

Uno come il primo gol segnato in maglia azzurra da David Lopez. Proprio lui, quello insultato e denigrato su Twitter. Quello che si era quasi dovuto scusare per non essere Mascherano. Aveva pregustato, fino allo scempio arbitrale, una notte da Re. Una notte che si era guadagnato, con il sudore di un operaio del pallone che deve sopperire con l'intensità e l'abnegazione alle dimenticanze di madre natura. 

Due calciatori in fuorigioco di due metri. Una situazione difficile da spiegare, da accettare, da razionalizzare. Una svista clamorosa, più o meno della stessa portata di quella di Cristoforo Colombo che ha scambiato l'America con l'India, o quella di chi aveva scambiato, ai tempi, William Prunier per un calciatore. Sviste galattiche. 

Tre le occasioni abbastanza nitide non concretizzate da Higuain. Come se Babbo Natale dimenticasse di portarti il regalo la notte della vigilia: tutti lo attendevano, ma stavolta non sono arrivati doni dal Pipita. La notizia positiva è che uno come lui, così come il postino, bussa sempre due volte. Se la porta non si è aperta alla prima occasione, lo farà alla seconda...

Quattro al primo tempo del Napoli. Sotto ritmo, sotto pressione, sotto tutto praticamente. Sprecati 45' di una gara che bisognava provare a sbloccare subito, giocando con minore intensità di una gara della nazionale cantanti. Speriamo non diventi un grande rimpianto.

Cinque mesi di interdizione dai campi da gioco per la più grande bugia mai raccontata su un campo da calcio. "Nessuno ha visto il fuorigioco" ha dichiarato Seleznyov, l'autore del gol fraudolento, nel dopo gara. La risposta all'attaccante ucraino la affidiamo alla saggezza di Pomata, storico protagonista della pellicola "Febbre da cavallo": "Questa è la più grossa stronzata mai sentita da quanno l'omo inventò er cavallo!".

Sei arbitri a favore del Dnipro. Tocco di classe di Aurelio De Laurentiis, che nel dopo gara inchioda alle proprie responsabilità un sistema che, con leggerezza dolosa, invia al San Paolo una sestina non degna di una semifinale europea. L'accusa del patron furioso è chiara, contro i vertici di un sistema che probabilmente spesso prova a premiare la diplomazia e non i valori sportivi. Il complotto spagnolo a cui fa riferimento il patron è sicuramente azzardato, ma quello visto al San Paolo non può essere classificato come una normale svista. Va oltre, come una metafora dello squallore.

Sette giorni per ripensare ad una notte paradossale. Per studiare la strategia migliore in terra ucraina. La differenza dei valori è palese, così come le possibilità del Napoli di andare tranquillamente a far sua l'intera posta in palio nella gara di ritorno. L'ingiustizia è un sentimento che può scatenare due reazioni: l'accettazione o la voglia di rivalsa. A Kiev questo secondo sentimento dovrà infiammare il cuore degli azzurri più della "Diavolina" in un barbecue in giardino

Otto al Napoli della ripresa, che ha raddoppiato le forze rispetto al primo tempo da quattro. Nel secondo tempo il giocattolo di Rafa è tornato a macinare gioco, a fare i movimenti giusti per aprire la cassaforte ucraina. Un post-it da attaccarsi sul frigo tra le cose da fare in Ucraina nella gara di ritorno: "Giocare come nel secondo tempo del San Paolo".

Nove allo spettacolo proposto dal San Paolo prima e durante la gara. Finalmente uno stadio pieno, curve vestite a festa e con coreografie da brividi. La strada verso Varsavia da una parte, il riferimento al famelico Hannibal dall'altra. Il poetico "Magnammancill" (che ci rifiutiamo di tradurre perchè perderebbe tutta la sua forza) accompagnato dall'effige del protagonista del Silenzio degli Innocenti è stato però profetico di sventura: più che un'abbuffata è stata una vera e propria indigestione ucraina.

Dieci uomini davanti alla propria area. E' un campo da calcio, ma sembra il bunker antiatomico del Mistero di Bellavista. L'elogio dell'anticalcio, l'esaltazione del nulla tecnico al servizio di un atteggiamento parassitario e speculativo. Arroccati nella loro tana, in attessa dello scoppio della famigerata bomba atomica. "Ma non è che sta per scoppiare la terza guerra mondiale? Voi ne sapete qualcosa?".