FOTOGALLERY - Il calendario del 2019: la maglia rifiutata a Callejon, la disperazione di KK, il comunicato choc e la grande illusione

FOTOGALLERY - Il calendario del 2019: la maglia rifiutata a Callejon, la disperazione di KK, il comunicato choc e la grande illusioneTuttoNapoli.net
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mercoledì 1 gennaio 2020, 17:00In primo piano
di Arturo Minervini

(di Arturo Minervini) - “Io fotografo una cosa per sapere a che assomiglia questa cosa quando è fotografata”. Recita così uno degli aforismi più famosi relativi alla fotografia, arte che negli anni è diventata quasi fenomeno popolare, ossessione compulsiva da smartphone. Rubare un momento, per tenerlo per sé, ma anche per condividerlo con tutto il resto del mondo. Fenomeno sociologico che serve a raccontare le epoche, a scandire il passare del tempo ancorandolo ad un’immagine ben precisa. Alcune credenze orientali ritengono che ogni fotografia che ci ritrae ci rubi un pezzettino d’anima ed allora perché non provare a mettere insieme un calendario del Napoli? Da gennaio 2019 a dicembre, per cercare di fissare alcuni momenti chiavi di un anno solare ricco di contraddizioni e di ambizioni mancate. 

GENNAIO - Il 29 gennaio le prime manifestazioni di un Napoli verso la perdizione, con l’eliminazione in Coppa Italia subita ai danni del Milan di un Piatek a segno due volte. Una squadra che non sembra il Napoli. Come guardarsi allo specchio e non riconoscersi più. Mettersi le mani in faccia e tastare un viso che non ti appartiene. È un Napoli spiazzante quello che va in scena a San Siro, Fantasma in un Opera che ha suono lugubre di una campana che annuncia una serata da dimenticare. Responsabilità di molti, passo indietro di troppi ed una confusione tattica che è difficile da spiegare e da accettare. Si evidenzia qualche situazione che meritava di essere affrontata di petto, perché troppi spifferi sono stati sottovalutati.

FEBBRAIO - La fine di un’era. Il 2 febbraio si gioca Napoli-Sampdoria, sarà l’ultima in maglia azzurra di un capitano come pochi nella storia. Primo per presenze, primo per reti segnate, che si congeda con una giocata per Callejon che porta alla rete di Milik che vale il prezzo del biglietto. Le mani di un pianista illuminato da luce soffusa accompagnano gli ultimi passi, gli ultimi giorni da capitano che per sempre sarai. È un saluto col suo stile, senza alzare la voce o condire il tutto con mellifluo romanticismo, senza ruffianerie che inquinano questo mondo. Le parole sono sempre state pacate, misurate, quasi timide. I fatti, però, sono stati di impatto rivoluzionario, stravolgimento storico in una macchina del tempo che va a marcia indietro. Un campione del passato trapiantato nel calcio dei milioni, dei chiacchieroni, dei buffoni che si esaltano alla prima rete.

MARZO - La grande paura. Il 17 marzo si gioca Napoli-Udinese, David Ospina subisce un contatto, prova a resistere, poi si accascia al suolo. Attimi che diventano interminabili, uno spavento collettivo che abbraccia milioni di tifosi. Poi il sospiro di sollievo con una foto che riporta tutto il calcio ad una dimensione più umana.

APRILE - Il grande rifiuto. Il 28 aprile il Napoli vince sul campo del Frosinone, ma i tifosi sono in protesta con la squadra ed accade l’impensabile. Callejon va sotto la curva, lancia la sua maglia, che viene però rispedita sul terreno di gioco. Le crepe di una situazione poi deflagrato iniziano ad evidenziarsi sempre di più. 

MAGGIO - La grande illusione. Il 19 maggio il Napoli asfalta l’Inter, annientata dallo strapotere di una squadra dominante. Con n Koulibaly stellare, un Allan col dono dell’ubiquità ed uno Zielinski capace di segnare una bomba da fuori. Sembrava la premessa di una grande stagione 2019/20, con Ancelotti finalmente capace di trasferire le sue idee alla squadra. Ed invece, no…

GIUGNO - La pugnalata. Il 16 giugno Maurizio Sarri viene ufficializzato come nuovo tecnico della Juventus. Alla prima conferenza dirà: "Volevo prendere il palazzo vincendo scudetto. In quel momento rappresentavo uno dei popoli che più amano la propria squadra e che non vince lo scudetto da 30 anni. Siamo stati in ballo fino a 10 giorni dalla fine. Si poteva prendere il potere, il viaggio è stato bellissimo”. Poi rinnegherà il Sarrismo. 

LUGLIO - La sfilata. Il 25 luglio è la giornata del grande caos. A Dimaro si rincorrono le voci, si annuncia l’arrivo di Jorge Mendez per chiudere l’affare James Rodriguez. Dall’alto, cala un’elicottero, due personaggi poco noti si palesano. Inizia la frenetica ricerca, poi la scoperta: gli agenti di Nicolas Pèpe! Il Napoli provava a chiudere l’affare da 80 milioni, poi verrà beffato dall’Arsenal. La confusione sul mercato, alla fine è stato un errore difficile da perdonare.

AGOSTO - Fa davvero male Kalidou. Fa male a Kalidou ed a tutti i tifosi nel mondo. Il 31 agosto si gioca il Juve-Napoli tra i più pazzi della storia. Azzurri prima sotto di 3 reti, poi autori di una fantastica rimonta prima dell’assurda beffa finale con l’autorete di Koulibaly. Prefazione fedele di quello che sarà (almeno fino a dicembre) il tormentato campionato del Napoli.

SETTEMBRE - Napoli-Cagliari al San Paolo. La maglia di Llorente che si allarga a dismisura, un rigore solare non assegnato agli azzurri. Restano tanti gli errori del club, della squadra, del vecchio tecnico. Ma che accanimento in questa prima parte di stagione.

OTTOBRE - La notte del mucchio selvaggio, un’ascensore dentro al cuore ed i battiti da 0 a 100 alla velocità di una Lamborghini Murcielago. La folle notte alla Red Bull Arena del 23 ottobre mette le ali al Napoli, dopo la doppietta di Mertens entra Insigne, segna, travolge Ancelotti nell’abbraccio che ha il sapore di una pace suggellata in una notte che apre scenari europei da sogno. Doveva essere la rinascita…

NOVEMBRE - Il grande rifiuto, che ha incrinato i rapporti fino all’inverosimile. Dopo Napoli-Salisburgo i giocatori rifiutano il ritiro e si crea una spaccatura profonda, con la reazione durissima del club affidata ad un comunicato in cui si specifica che il club si tutelerà in tutte le sedi opportune. 

DICEMBRE - Il nuovo arrivato: Rino Gattuso. Questa volta non lo facciamo il solito errore. Non avremmo mai potuto pretendere che Ancelotti facesse il Gattuso e non possiamo pensare che Gattuso farà l'#Ancelotti. Focalizziamo l'attenzione su quello che dirà il campo, senza troppo ricami e richiami a quello che era. Carlo ha pagato per tutti, proprio per voltare una pagina rovinata da troppi scarabocchi. Ora parola al campo. E questa foto lo racconta alla perfezione il piano di Ringhio: lavorare.