Il paradosso dell'acquisto più caro e quello meno sponsorizzato

La scorsa estate il Napoli veniva dall'ennesima stagione da seconda della classe e nutriva ancora la speranza di poter colmare finalmente quel gap con la Juventus che aveva fatto pendere la bilancia sempre dal lato dei bianconeri. Così, sotto le direttive di Carlo Ancelotti, il club azzurro decise di darsi da fare sul mercato e soddisfare le richieste dell'ormai ex allenatore. Una su tutte: Hirving Lozano. Aurelio De Laurentiis si armò così di portafoglio alla mano e, dopo una trattativa lunga e laboriosa, si decise a staccare l'assegno da 42 milioni, destinatario il PSV, più qualcos'altro per commissioni al potente Mino Raiola. Oggi, dopo quattro mesi di Napoli, possiamo dire che l'attaccante messicano non ha di certo giustificato l'investimento più caro della storia del Napoli. Mai diventato titolare fisso, lontanissimo dal convincere tifosi e addetti ai lavori. Lozano è una delusione.
L'ACQUISTO MENO SPONSORIZZATO - Il paradosso è questo perché fa intendere che a volte è meglio spendere meno, acquistare calciatori meno sponsorizzati ma più congeniali al tipo di gioco del Napoli. Il nome non porta a niente il più delle volte. Prendete ad esempio Giovanni Di Lorenzo, probabilmente il migliore del Napoli in questa prima metà di stagione. Il terzino toscano è costato un quinto di Lozano, eppure è l'unico ad essere diventato davvero imprescindibile per questa squadra. Al punto che fin qui è stato il calciatore più utilizzato: 1890 minuti in campo, meglio anche di Fabian, Zielinski e Koulibaly che lo scorso anno furono i più presenti. Un dato che la dice lunga: a volte 9 milioni possono fruttare più di 45.
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