Le quattro giornate di Napoli

25.04.2018 09:00 di Dario De Martino Twitter:    vedi letture
Le quattro giornate di Napoli

di Dario De Martino - Non c'è giorno migliore di questo per ricordare quella storica insurrezione. Non c'è giorno migliore del 25 aprile, la festa nazionale per l'anniversario della liberazione d'Italia dal nazifascismo. Perchè si festeggia il 25 aprile? Perchè il 25 aprile 1945 il "Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia" proclamò l'insurrezione generale di tutti i territori occupati dai nazifascisti. A dire il vero, però, i napoletani dovrebbero festeggiare un'altra data. Già perchè se l'insurrezione divenne liberazione d'Italia grazie all'aiuto delle truppe alleate, quando gli statunitensi arrivarono a Napoli, era il 1° ottobre 1943, trovarono una città che si era già liberata. La prima tra le grandi città europee ad insorgere con successo contro l'occupazione tedesca. Quattro giornate, dal 27 al 30 aprile, di insurrezione in cui i napoletani con le loro sole forze si liberarono dall'occupazione nazista. 

Quattro giornate, come quelle che mancano alla fine del campionato. Ci scuseranno gli eroi partigiani per l'accostamento ai limiti del proponibile, ma quell'ardore e quell'orgoglio di cui è pregno il popolo napoletano, dovrà essere quello che trascinerà gli undici azzurri in campo nelle ultime quattro sfide di campionato. Le truppe rivoltose del comandate Sarri sono state elevate a rappresentati dell'intero popolo partenopeo, ora lo si può dire. Lo hanno manifestano chiaramente i 15mila di Capodichino. Una città sveglia l'intera notte per trasmettere ancora una volta la voglia di riscossa che Napoli è insita da sempre nel popolo napoletano e che negli ultimi decenni ha trovato spesso (purtroppo troppe volo solo) nel calcio la sua manifestazione. La festa di domenica notte non sarebbe possibile in nessuna altra città. Non sarebbe nemmeno pensabile altrove. Un moto spontaneo e senza alcuna necessità d'organizzazione che Napoli regala quando ha voglia di lottare.

Stavolta l'insurrezione napoletana non basterà da sola. Servirà per forza l'aiuto degli alleati. Non statunitensi, ma milanesi in nerazzurro e romani in giallorosso, i più potenti che potranno dare sostegno alla rivoluzione sarriana che ha trovato all'ombra del Vesuvio il terreno più fertile per potersi compiere. La rivoluzione, in senso culturale, è già compiuta. Pure il colpo di stato in quel di Torino è riuscito. Ora restano le quattro giornate. L'insurrezione delle forze rivoluzionarie comandate da Sarri. In 18 a compierla sul campo, così come Sarri, comandante ma pure ideologo, aveva previsto. In milioni a sostenerla, perchè il popolo che spinge dietro i 18 all'avanguardia ha già dimostrato di essere una componente tutt'altro che secondaria per la riuscita della rivoluzione. Nella speranza che arrivino gli alleati, perchè stavolta senza di loro la completa liberazione non potrà avvenire.