Quelli non sono 80 milioni

Quelli non sono 80 milioni
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mercoledì 10 febbraio 2021, 09:16In primo piano
di Arturo Minervini

(di Arturo Minervini) - Quelli non sono 80 milioni. C’è sangue, desiderio, volontà. Basta ragionare con la calcolatrice con un ragazzo che ha una voglia matta di tornare a fare gol. Per qualche ora, parlando di Osimhen, si provi a restare nell’ambito tecnico, della sua importanza nello scacchiere di Gattuso.

Sì, lo sappiamo. È stato l’investimento più costoso della storia del Napoli, ma questo calcio vive di valutazioni impazzite e operazioni che sono giustificate da ragione di bilancio, in molti casi superiori a quelle del cuore. Ma non si può certo vivere con questo prezzario sempre tra le mani, a rincorrere Victor per appiccicargli l’etichetta, che pesa come un macigno.

Stasera il ragazzo venuto su tra le difficoltà di un’infanzia complessa, torna a prendersi una maglia da titolare. L’ultima volta era accaduto l’8 novembre nella trasferta di Bologna, decisa proprio da una sua zuccata. Sono passati più di tre mesi, novanta giorni di calcio e di chiacchiere. Di colpi di testa, senza pallone, con quella sciagurata festa organizzata per il suo compleanno in Nigeria e la successiva positività al Covid.

Sarà un caso, ma in questa lunga assenza, il Napoli si è scoperto sempre più fragile, sin da subito: ko in campionato con Milan, Inter, Lazio, Spezia, Verona e Genoa (nelle ultime due solo spezzoni anonimi per Osimhen). 

Bergamo sarà l’occasione del riscatto. Di un rilancio tecnico, non economico. Perchè forse si dovrebbe tornare a parlare più di pallone e meno di euro. Quelli non sono 80 milioni che vanno a spasso per il campo. Quello è il numero 9 del Napoli, quello che dovrebbe accendere le fantasie, divampare nel petto come un urlo che vuole dire al mondo: Gol! Un tempo i beni preziosi venivano custoditi, da qualche tempo si fa a gara a metterli in discussione senza averli nemmeno analizzati con la cura che meritano certi investimenti.