Se sta in piedi gioca sempre: il titolarissimo di Gattuso

(di Arturo Minervini) - Diego Demme più altri dieci. Sono bastate davvero poche settimane all’ex capitano del Lipsia per conquistare il cuore di Rino Gattuso, così come quelli dei tifosi azzurri che ne hanno subito riconosciuto lo spirito di sacrificio e la sagacia tattica.
La storia di Demme al Napoli è quella di chi ha voglia di bruciare le tappe, perché l’azzurro lo desiderava da troppo tempo e tempo da perdere non ne ha. Così, dopo pochi allenamenti, il centrocampista aveva subito preso in mano le chiavi della mediana, diventando riferimento importante per i compagni sin dalle prime settimane dal suo avvento in azzurro.
Già nelle prime gare, Diego era diventato sostegno delle due fasi azzurre, quell’equilibratore che tanto era mancato nell’era Ancelotti. Capacità di giocare di prima, grande astuzia nel leggere le linee di passaggio avversarie ed una grinta che gli è costata anche qualche cartellino giallo di troppo, hanno subito reso l’ex Lipsia l’uomo ideale per la visione di calcio di Gattuso.
Un Ringhio di nome Demme. Per caratteristiche il numero 4 è quello che più ricorda il Gattuso calciatore, quel mastino in mediana che morde le caviglie dell’avversario e conferisce sicurezza ai compagni. Anche dopo lo stop forzato, le cose non sono cambiate anche dopo lo stop forzato: il mediano ha giocato tutti i 90’ con l’Inter e tutti i 90’ con la Juve, così come era accaduto nella semifinale di andata a San Siro e nei quarti contro la Lazio. Uomo chiave verso la vittoria del trofeo, che conferma una sensazione già vissuta: a meno di problemi fisici o cali di forma o necessità di rifiatare, nel Napoli che vedremo da qui in avanti i sarà sempre posto per Diego Demme. L’equilibratore che era tanto mancato ad Ancelotti…
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