Forgione: "I tifosi della Juve si sentono in gabbia. La nostra grande cultura causa invidia ed ostilità"

Forgione: "I tifosi della Juve si sentono in gabbia. La nostra grande cultura causa invidia ed ostilità"TuttoNapoli.net
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 15 novembre 2013, 18:40Le Interviste
di Michele Bellame
"Il tifoso della Juventus è represso: non può urlare la sua gioia ed il suo amore"

In onda su Teleclub Italia interviene Angelo Forgione, scrittore e giornalista, storicista, meridionalista, opinionista, napolista, così come lui si definisce. Ha parlato durante Club Napoli All News a proposito del razzismo dilagante negli stadi italiani: "Innanzitutto si deve considerare che il calcio è uno strumento importante, e grazie ad esso il potere cerca di distrarre la gente dai veri problemi. Questo paese è strano: non ragiona sui problemi forse irrisolvibili. Il nostro governo è in mano a soggetti opachi, che lavorano in penombra e che consentono agli altri paesi di colonizzare l'Italia, abbassando il lavoro ed il costo della manodopera. Il Sud è completamente raso al suolo, e il calcio diventa una vera valvola di sfogo. Se sono una persona perbene non riscontro ostilità dagli abitanti del settentrione. C'è lo scontro solo dal punto di vista politico: la questione meridionale è sparita dall'agenda politica perché è il Nord che sta calando a picco.

Il calcio è uno strumento, probabilmente avvertiamo questo contrasto, quest'odio, e non bisogna meravigliarsi. La Juventus è la squadra d'Italia, il Napoli è la squadra del Sud. Il contrasto avviene perché i tifosi della Juve ce li abbiamo a casa. Loro non possono gridare il loro amore e si sentono in gabbia. Ragion per cui quando la Juve vince contro gli azzurri esplode questa rivalsa. Ritengo che il problema è solo dei napoletani, dei meridionali: nostri compaesani che abbracciano una fede che non ci appartiene.

Da parte degli organi federali c'è solo repressione, e quando c'era da prevenire non lo si è fatto. E' una situazione che non ha direzione, ma va vista solo sotto il punto di vista dell'ignoranza culturale. Tutte le tifoserie sono marcie, compresa quella del Napoli. La nostra città ha una cultura grande, che è invidiata dalla sottocultura del calcio: il tifoso rivale avverte quest'inferiorità, e allora aggredisce con cori ed altro il tifoso del Napoli.

Per estirpare il fenomeno è fondamentale raccontare la verità a tutti: si deve dire che non esiste più la questione meridionale, e si deve raccontare la storia. E' continua la sottomissione del Sud, da 153 anni. Ciò non significa che dobbiamo piangerci addosso, ma questo dev'essere lo spunto per creare una valida classe politica: è accaduto solo negli anni '80 e hanno fatto danni su danni. Noi non abbiamo più potere, ci sono solo mafie e politiche settentrionali. Per cui, farci la guerra tra noi non ha senso: dobbiamo avere la forza di rialzare la testa altrimenti non possiamo mai dire la nostra nei tavoli che contano".