Guido Clemente di San Luca a TN - "I meriti di Spalletti ed il segreto per andare lontano"

Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo, Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha espresso per Tuttonapoli le sue sensazioni sull'inizio stagione del Napoli.
"Da parte di quasi tutti i commentatori, sento e leggo di un rinnovato entusiasmo, condito da analisi che paiono evidentemente funzionali soltanto all’interesse del vertice della società. Si attribuiscono meriti a Spalletti (scelto di nuovo con notevole lungimiranza) che nemmeno lui stesso si dà, avendo esplicitamente riconosciuta, con apprezzabile onestà intellettuale, l’opera di costruzione tecnico-tattica compiuta da Gattuso, sulla quale egli sta sagacemente lavorando, apportando le indispensabili rifiniture.
La verità è che, nonostante i segnali molto positivi offerti dalla squadra in questo inizio di stagione, l’entusiasmo in città è ancora piuttosto contenuto. Perché? Certamente anche per il consolidato atteggiamento scaramantico della tradizione: io, ad esempio, vado predicando, quale parola d’ordine, un suono: shhhhh (= silenzio).
Ma non solo. A me pare che resti ancora freddino il rapporto, più che fra tifosi e squadra, fra tifosi e società. Ormai è largamente diffusa in città la convinzione che il clamoroso fallimento nella partita con il Verona dello scorso 23 maggio (con annessa perdita della qualificazione in Champions in favore dei non colorati) sia da attribuire alla prevalente responsabilità della società. Se n’è avuta una, sia pur implicita, ma palese conferma dalle dichiarazioni di AdL su Spalletti nel dopopartita di Napoli-Juve: «e poi Spalletti non è permaloso», dichiarò fra l’altro. Verrebbe proprio di dire: «excusatio non petita, accusatio manifesta»…
È indubitabile che quell’amarezza non sia stata ancora del tutto smaltita: è troppo presto, si attendono conferme più consistenti.
Benché offra una comunicazione assai discutibile – che invece i soliti commentatori pronubi definiscono efficace, confermando il sospetto che si esprimono sulla base di pregiudizi –, Spalletti sta dimostrando un acume, un’avvedutezza, un fiuto, una perspicacia, non comuni. Senza presunzione, ha trovato la giusta empatia con la squadra, perché ha riconosciuto il lavoro prezioso che essa aveva fatto con Gattuso e ne ha confermato gli essenziali principi di gioco. Così facendo, sembra aver evidentemente, ad un tempo, massimizzato con sapienza le risorse a disposizione e conquistato la fiducia dei giocatori, ai quali ha dato una serenità che, almeno al momento, pare stia rimediando alla loro fragilità psicologica.
È questa ad aver rappresentato il vero limite della scorsa stagione. Nonostante le tante e spesso concomitanti assenze, invero, i giocatori, disputando un girone di ritorno strepitoso, avevano dimostrato di essere assai forti. Ma con un difetto non secondario: la scarsa tenuta mentale, venuta meno in quell’ultimo giorno fatale, favorita dal recidivante ripetersi di alcuni errori di conduzione societaria. Se consideri l’altro permaloso, non è infrequente che sia invece tu ad esibire una spocchia presuntuosa.
Ove il mister confermerà l’abilità, l’acutezza, la capacità di intelligere uomini e situazioni, mostrate in questo inizio, all’orizzonte potrebbe configurarsi un’immagine esaltante. A patto, però, che, paradossalmente, da subito, a partire da Genova, non ci si esalti, che si resti umili. E magari chi ha sbagliato riconosca, almeno in se stesso, i propri errori. Se non saranno commessi di nuovo, infatti, potrebbe… schhhhh!!!".
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