L’editoriale di Chiariello: “Riapparso il Napoli che avevamo smarrito. Almeno si è vista la dignità”

L’editoriale di Chiariello: “Riapparso il Napoli che avevamo smarrito. Almeno si è vista la dignità”
lunedì 8 aprile 2024, 12:10Le Interviste
di Antonio Noto
"Ma ci voleva un campionato intero e la perdita di qualsiasi obiettivo per vedere il Napoli giocare così?".

Nel corso di 'Campania Sport' su Canale 21, il giornalista Umberto Chiariello ha commentato la vittoria del Napoli a Monza nel suo editoriale: "23’, tanto è bastato al Napoli per ricordarsi ciò che era e ciò che poteva essere. Il Napoli nel primo tempo ha subito il silenzio dei suoi tifosi, accorsi fino a Monza ma protestando civilmente con un silenzio assordante. Per poi alla fine del primo tempo, finito 1-0, subirne i fischi per indegnità. Un gol in fotocopia come tanti quest’anno: cambio di gioco da Colpani su Zerbin, a sorpresa quinto di sinistra dello scacchiere di Palladino, Zerbin lesto a fare il cross e il solito centravanti che banchetta sulle spoglie dei nostri difensori in testa. Che abbiano mangiato in testa a Rrahmani e Juan Jesus quest’anno in tanti è cosa nota, anche oggi è accaduto. Juan Jesus letteralmente divorato da Djuric, classico centravanti che ha piedi di gesso ma che ha una fisicità strabordante e nel gioco areo è un drago. Solito canovaccio, solito gol, solito Napoli che va 2 km/h, calcio ruminato, e quando il possesso palla del 67% si trasforma in uno sterile possesso si torna al maledettissimo tiki taka toki tuki. Gli avversari si prendono il caffè, perché aspettano belli schierati: problemi zero. Nel primo tempo, infatti, il Napoli produce 2-3 situazioni da gol: una da palla inattiva (Di Lorenzo la spreca malamente), un’altra da errore del portiere (Di Gregorio, pressato da Osimhen, regala la palla a Kvara che improvvidamente gliela spara addosso), la terza sarebbe un rigore clamoroso su Ngonge che Doveri e Abisso al Var non vedono. Ma il Napoli su palla manovrata non produce nulla, nonostante ci sia a centrocampo un Anguissa più vivo e un Zielinski per lo meno rispetto a Traoré sa come si gioca in quella posizione. Ma Lobotka, schermato, non esiste in tutto il primo tempo e il Napoli non trova sbocchi. Mi dicono che Tancredi Palmeri passando davanti agli spogliatoi del Napoli ha sentito urla beduine. Si saranno vomitati addosso di tutto e di più, avrà alzato la voce Calzona. Non so cosa sia accaduto nello spogliatoio, di sicuro le urla si sentivano dall’esterno.

Al rientro in campo è riapparso il Napoli che avevamo smarrito. Dall’ufficio oggetti smarriti riappare una squadra di rara bellezza per gesti tecnici, per volontà, per velocità di palla, per voglia di vincere, quella che è mancata tante volte. Finalmente c’erano i movimenti e le rotazioni in campo, nessuno andava a prendersi la palla sui piedi del compagno, tutti si smarcavano per dare al possessore di palla 2-3 opzioni. E in tutto ciò irrompe in campo Politano al 53’ e diventa il protagonista assoluto della gara. Osimhen fa un gol, che stasera quel cartellino da 130mln che ha appeso al petto luccica di più perché questa rete fa il giro d’Europa. Questo gol aumenta la volontà di altri club di prenderlo, io sono convinto che andrà al PSG come Lavezzi, Cavani e Fabian Ruiz. Quel cartellino stasera splende al neon perché Osimhen fa un qualcosa che è fuori dall’umana comprensione, fa uno stacco di 2.23m e va addirittura al di là della palla (si deve abbassare sul cross di Anguissa), spacca il difensore e irrompe nella porta avversaria. Non è bastato un gol di cotanta bellezza perché Politano si scopre Zidane e fa un gol togliendo le ragnatele dal sette dopo 2’. E Zielinski si ricorda che era un grande tiratore dal limite, dove di sinistro tira meglio che di destro, e rimette la terza palla nella porta avversaria. Poiché il Napoli non si fa mancare niente prende il gol di Colpani, anche lì Juan Jesus ci mette di suo tardando a chiudere. Il tiro prende il piede di Juan Jesus, s’impenna e va alle spalle di Meret, incolpevole. Detto entra Raspadori, il tempo di entrare e imbeccato perfettamente da Di Lorenzo che si riscopre attaccante, e segna il quarto gol.

Ma ci voleva un campionato intero e la perdita di qualsiasi obiettivo per vedere il Napoli giocare così? Allora non è vero che l’anno scorso è stato un caso, che sono brocchi e che si erano ritrovati campioni perché si sono allineati gli astri. Una narrazione che sento da più parti d’Italia, perché non vedevano l’ora di gettare fango sullo scudetto del Napoli. E che questa squadra va rifondata completamente, no non è così. Ci sono annate in cui l’ambiente si compatta e tutto va al meglio e ci sono annate dove le cose vanno male e buoi scappano quando la stalla si apre. E ognuno pensa al proprio ‘particulare’. Questo è quello che probabilmente è accaduto al Napoli di quest’anno date le improvvide scelte del presidente di affidare la squadra forte ad allenatori che non erano in condizione di allenarla: Garcia e Mazzarri. Il povero Calzona è arrivato quando la frittata era già fatta, ha un record in campionato, da quando c’è lui è la squadra che segna di più. Con Mazzarri era diventata la penultima squadra d’Italia in quanto a gol (non aveva Osimhen). Ha anche un record negativo: in 9 partite neanche un clean sheet.

Stasera il Napoli blinda il settimo posto, allontana Torino e Monza che sembravano voler azzannare resti di un cadavere chiamato scudetto. E guarda con attenzione quello che accade davanti, perché l’Atalanta si pianta a Cagliari, la Roma batte la Lazio e ci consente di superarla, il Bologna si ferma incredibilmente all’ultima palla e pareggia con il Frosinone. Il Bologna è fuori portata, però mancano 7 partite e sono 7 i punti dalla Roma, 2 dall’Atalanta che ha il vantaggio degli scontri diretti e una partita in meno. Il Napoli non deve guardare alla classifica ma sé stesso, le prossime due dicono Napoli-Frosinone ed Empoli-Napoli, la squadra di Calzona è arbitro della salvezza. Queste due gare possono avvicinare il Napoli ai posti d’Europa, Champions o Europa League che siano, perché la Roma ha Udinese e Bologna, non un calendario facilissimo e poi c’è lo scontro diretto al Maradona. E’ inutile pensare che questa vittoria ci possa far ritornare l’entusiasmo che per questa stagione non può esserci, ma se il Napoli si rende conto che quando vuole sa fare quello che ha fatto oggi, pensasse a vincere le sue 7 partite e poi si vedrà. Almeno oggi una cosa l’abbiamo vista, che hanno avuto dignità. Tutto può essere perduto, tranne l’onore. Onore che non merita il signor Mancini della Roma, perché se esiste un codice etico della Nazionale non andrebbe convocato. Altrimenti chiameremmo la Nazionale di Spalletti, quella degli Acerbi e dei Mancini, la Nazionale dei furbetti del quartierino. E non è certamente bello per chi ha visto la maglia azzurra onorata da giocatori come Zoff, Scirea a Riva. Scirea e Riva se vedono convocare giocatori come Mancini e Acerbi si rivolteranno nella tomba, perché quelli sì che erano campioni nel calcio e nella vita”.