La Superlega è più viva che mai, il nuovo CEO: "Tanti la pensano come Juve, Real e Barça"

Bernd Reichart, nuovo CEO della Superlega, ha parlato a El Larguero in Spagna dopo la sua nomina delle scorse ore:
Al giorno d'oggi, siamo un po' più vicini alla Superlega?
"E' un percorso lungo, ma abbiamo l'umiltà di percorrerlo passo dopo passo e senza pause. Oggi è stato un giorno importante perché abbiamo comunicato le nostre intenzioni e invitato il calcio europeo ad un dialogo. E fa piacere vedere le porte aperte al dialogo".
Anche la UEFA è disposta a dialogare?
"In un certo senso si è mossa più nelle ultime 12 ore che negli ultimi 18 mesi. Hanno risposto a dei giornalisti che sono aperti a questo. Abbiamo teso la mano a tutta la famiglia del calcio, al di là della UEFA. C' consenso sul fatto che il calcio abbia bisogno di riforme, perché non può proseguire come è disegnato ora".
La situazione però è in mano ai tribunali proprio per volontà della UEFA...
"Effettivamente è stata la UEFA con le sue minacce, sanzioni ed espulsioni a portare la questione davanti ai tribunali".
La Superlega sarebbe una competizione aperta? Le squadre potrebbero giocarla per meriti sportivi?
"Sì, vogliamo creare un sistema che permetta ai club di crescere attraverso il merito sportivo. Un sistema aperto con possibilità di sognare e fare le cose bene, col merito sportivo si può aspirare a tutto. Non una competizione chiusa, ma basata sulla meritocrazia".
Ci saranno posti fissi per certe squadre?
"Il concetto di posto fisso non è qualcosa che stiamo attualmente contemplando. Il disegno del formato però dovrà essere frutto del dialogo, oggi non abbiamo un formato definitivo. Dico solo che sarà applicato il merito sportivo a tutti i partecipanti alla Superlega".
Esistono date previste?
"Non vogliamo dare scadenze al dialogo. Quando avremo certezze dal punto di vista del tribunale capiremo meglio, ma è difficile ipotizzare una partenza prima del 2024/2025".
Ci saranno le squadre inglesi?
"La mano è tesa a tutti coloro che fanno parte del calcio europeo, vogliamo essere inclusivi".
Il nuovo formato della Champions?
"Va nella direzione sbagliata, aumentando le partite della fase a gironi. Ci sono club che non si affronteranno fra di loro, ma che saranno nella stessa classifica... sarà difficile seguirla con passione. La parte importante inizierà a marzo, con gli ottavi".
C'è chi pensa che i tifosi si stancherebbero di vedere sempre United-Liverpool o Real-Barça...
"Tutto il contrario. Vengo dalla TV, è importante far affezionare i giovani alle partite in diretta e con maggiore appeal. Real Madrid-Barcellona quattro o cinque volte all'anno crea interesse e può far espandere il calcio".
Il calcio non di prima fascia sarebbe lasciato da parte...
"Non avrebbe senso, vogliamo ascoltare tutti, voglio conoscere il punto di vista di tifosi e di squadre di tutta Europa".
La Superlega si giocherebbe in mezzo alla settimana?
"Non vogliamo pregiudicare i campionati o il calendario, ma si parliamo di una competizione europea da giocare in mezzo alla settimana".
Senza accordo, i club potrebbero essere espulsi?
"Non voglio speculare sulla giustizia. Il potere e le facoltà della UEFA non sono in sintonia con il libero mercato che esiste in Europa".
I migliori arbitri sono sotto la UEFA...
"Una competizione che organizza le migliori partite con i migliori giocatori avrà i migliori arbitri, per questo serve dialogare. Ci sono esempi, tipo il basket, in cui in situazioni similari ci si è trovati".
La Superlega, insomma, è viva?
"Molto viva, esiste qualcuno che dice che è morta, ma quando ripeti tante volte le cose sorgono sospetti. Dico con sicurezza che in Europa ci sono dei club che condividono la visione di Juventus, Real Madrid e Barcellona e ora hanno la possibilità di far valere ciò che pensano".
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