Lo sportello difendi la città: "Mancano scuse e motivazioni. Juve costretta al dietrofront ma resta la volontà discriminatoria"

Lo sportello difendi la città: "Mancano scuse e motivazioni. Juve costretta al dietrofront ma resta la volontà discriminatoria"
sabato 10 agosto 2019, 10:00Le Interviste
di Dario De Martino
La responsabile dello Sportello Difendi la città Flavia Sorrentino parla al quotidiano "Roma" del caso dei biglietti vietati ai nati in Campania

Non uno straccio di scusa né di motivazione, soltanto l’eliminazione della clausola razzista da parte della Juventus in relazione al divieto di vendita dei biglietti per Juventus-Napoli. Ai napoletani non basta. Non è sufficiente fare un passo indietro perché messi spalle al muro dalle istituzioni e dal clamore mediatico per poter cancellare un atto discriminatorio. Un qualcosa che hanno sottolineato in tanti ieri. A partire dal Comune di Napoli e dalla responsabile dello sportello “Difendi la città” Flavia Sorrentino che spiega al “Roma”: "Dopo le prese di posizione della Questura e della Prefettura, la Juventus non poteva fare altrimenti che eliminare la limitazione.

Ma lo ha fatto senza chiedere scusa né dare le giuste motivazioni. Tutto ciò dimostra che c’era la volontà profonda e convinta di realizzare un atto discriminatorio. Per questo - prosegue - non ci accontentiamo del dietro-front. La nostra battaglia contro le discriminazioni ai napoletani continuerà», conclude. In effetti lo sportello è pronto a rafforzarsi anche con la creazione dell’Osservatorio: un organo composto da 20 persone tra esperti di diritto, sociologi, giuristi ma anche persone comuni, che si occuperà di analizzare e proporre soluzioni che sappiano contrastare un fenomeno complesso, annoso e mai sopito che propone sempre nuove forme di discriminazione verso i napoletani".