Napoli Basket, Simms: "Un onore giocare qui, voglio imparare bene il napoletano"

Napoli Basket, Simms: "Un onore giocare qui, voglio imparare bene il napoletano"
Ieri alle 23:50Basket Napoli
di Antonio Noto

Aamir Simms, nuovo giocatore del Napoli Basket, ha parlato sul canale YouTube del club azzurro.

Come ti senti?
"Mi sento davvero bene. La prima partita è stata una sconfitta, ma tornare davanti al nostro pubblico è stato fantastico: i tifosi sono stati incredibili, super entusiasti, e l’atmosfera era semplicemente bellissima"

La tua prima volta a Napoli è stata nel 2019, quando hai vinto una medaglia d’oro alle Universiadi. Cosa ricordi di quell’esperienza?
"Onestamente, è un onore giocare per Napoli e indossare questa maglia. Come hai detto, nel 2019 abbiamo vinto la medaglia d’oro, quindi per me quello è stato un portafortuna. Quando il mio agente mi ha chiamato per dirmi che c’era la possibilità di venire qui, ero entusiasta e pronto a dare tutto per i tifosi. In passato ho giocato da avversario con Venezia, ma ora che sono qui, voglio dare al pubblico tutto quello che ho, giocando con il massimo impegno"

Ti sei accorto che, quando il club ha annunciato il tuo arrivo, i tifosi sono letteralmente impazziti? “Oh mio Dio, Aamir è qui!” È una responsabilità, vero?
"Assolutamente. Conosco un po’ la storia dei tifosi napoletani, soprattutto per quanto riguarda la squadra di calcio. E dopo aver giocato a Venezia ed essere venuto qui per diversi anni di fila, sapevo bene quanto i tifosi fossero appassionati. Avevamo anche un po’ di “rivalità” per via delle mie prestazioni contro Napoli. Quindi sapevo che, quando è stato annunciato il mio arrivo, tutti sarebbero stati entusiasti di vedere uno dei migliori giocatori del campionato venire qui per dare il massimo con questa maglia"

Ti piace stare qui? Hai giocato a Parigi, hai giocato a Venezia... ci sono tante differenze.
"Sì, porto con me molta esperienza. A Parigi eravamo molto ambiziosi: il primo anno non siamo arrivati ai playoff, non abbiamo vinto l’EuroCup, ma siamo rimasti in campionato, il che ha permesso alla squadra successiva di vincere l’EuroCup e andare in Eurolega. A Venezia ho giocato di nuovo in EuroCup, quindi a un livello molto alto. Ora, venendo qui, credo di portare un tipo di esperienza diverso dagli altri, insieme anche a Naz. Sono un vero competitivo, uno che sa cosa serve per vincere, e sono pronto ad assumermi la responsabilità di portare Napoli al livello successivo"

Come hai iniziato a giocare a basket?
"È una storia divertente. Da bambino, in realtà, odiavo il basket. Amavo il football americano! Ero un grande fan di Michael Vick. Poi un allenatore, vedendo quanto ero grande rispetto agli altri bambini, chiese a mia madre se fossi interessato a giocare a basket. Io, all’inizio, dissi di no! Pensavo fosse troppo difficile tirare quella palla in un cerchio così piccolo. Poi, una volta che ho iniziato a giocare, me ne sono innamorato, e anno dopo anno sono migliorato sempre di più. E ora eccomi qui, a Napoli, a mostrare tutto ciò che ho imparato fin da bambino"

Pensi che il piccolo Amir sarebbe orgoglioso dell’Aamir di oggi?
"Assolutamente sì. Perché il basket è uno sport divertente, creativo, puoi esprimerti in tanti modi. E poi, a differenza del football, non mi piace essere colpito! Non ha senso correre al massimo per poi farsi placcare da un gigante. Il basket è bello, ognuno ha il proprio stile, e credo che sia lo sport più emozionante e spettacolare del mondo"

Il basket ti ha portato lontano da casa. È ancora difficile stare così lontano?
“Sì, è molto difficile. Nei miei primi anni a Venezia ho vissuto anche momenti familiari difficili, lutti e cose del genere. Sono a più di 6.000 km dalla East Coast, e nei momenti duri non puoi semplicemente andare da tua madre o da tua nonna. Puoi chiamarli, ma non puoi vederli. È dura. Per questo è importante avere una tifoseria come quella di Napoli, che per me è come una famiglia. Ho tanto supporto, anche dai compagni. Quando vai in un nuovo posto devi imparare a immergerti nella cultura, uscire, conoscere la gente: così ti senti più a casa. È dura, ma grazie a Dio mi trovo in una città bellissima, e questo rende tutto più facile”

Vivi davanti al mare qui a Napoli?
“Magari! Ho avuto l’opportunità, ma ho quattro cani, quindi ho dovuto scegliere una casa adatta anche a loro. Non vivo lontano dal palazzetto, e ci sono dei punti panoramici dove vado in auto a vedere il mare. È bellissimo”

Sai cucinare? Cosa cucini di solito?
“Onestamente adoro la carbonara. L’ho fatta più volte. Faccio anche una pasta al pomodoro buonissima. Me la cavo bene in cucina, puoi chiedere ai miei amici o ex compagni: ho cucinato per cinque, sei persone! Non so fare la pasta da zero come gli italiani, ma so comprare gli ingredienti e preparare piatti buoni. Se qualcuno ha fame, basta che mi chiami! Se riesco a mettere una palla nel canestro, posso cucinare per chiunque!”

Cosa vorresti che i tifosi sapessero sulla squadra e sul tuo impegno per il futuro?
“Quando si forma una squadra completamente nuova è sempre difficile. Le prime settimane servono per conoscersi, imparare i nomi, gli stili di gioco, e adattarsi a un nuovo sistema. Coach Magro è molto diverso dagli allenatori che ho avuto prima, quindi devo imparare rapidamente. Ma è un processo bello. Anche se abbiamo perso la prima partita, abbiamo mostrato carattere e segnali positivi. Se miglioriamo in difesa, saremo una squadra temibile in questo campionato”

Tre cose di te che la gente non immagina?
“Amo i cani. Amo gli animali in generale. Amo... i procioni! E adoro i LEGO. Davvero, ho scatole di LEGO a casa, uno con più di 2.500 pezzi che devo ancora iniziare. Quindi sì: amo i procioni, amo i cani e amo i LEGO”

Cosa vorresti migliorare durante la tua esperienza a Napoli?
“Onestamente, la mia cucina. E voglio imparare bene il dialetto napoletano! So che è molto diverso da quello del Nord. So che dite “fratmo”, giusto? Ora dico “fratima”! Voglio migliorare in queste piccole cose, essere un cuoco migliore e un napoletano migliore!

Vuoi dire qualcosa per salutare i tifosi?
“Venite alle partite! Ci vedrete giocare con impegno, con passione, offrendo spettacolo e, speriamo, tante vittorie. Non possiamo controllare tutto, ma daremo sempre il massimo. Vogliamo riportare un titolo a Napoli. Il calcio ha portato un trofeo, ora tocca a noi nel basket. Quindi venite al palazzetto, e non vi deluderemo. Forza Napoli, baby!”