VIDEO - Forgione: "Maradona ammira la Juve? Macchè, la detesta. Frasi manipolate"

VIDEO - Forgione: "Maradona ammira la Juve? Macchè, la detesta. Frasi manipolate"TuttoNapoli.net
© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport
giovedì 10 maggio 2012, 22:50Multimedia
di Redazione Tutto Napoli.net
fonte V.A.N.T.O. - Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell'Orgoglio
La Juventus celebra il suo 28° scudetto e lo fa con poco stile. Allo "Juventus Stadium" è stato apposto un tricolore col numero 30, cose che accadono solo in Italia

La Juventus celebra il suo meritatissimo 28° scudetto e lo fa con poco stile. Allo "Juventus Stadium" è stato apposto un tricolore col numero 30 ed è già pronta la terza stella da apporre sulle magliette del prossimo anno. Cose che accadono solo in Italia, dove la giustizia è fai-da-te e le sentenze dei tribunali sono carta igienica. Oggi, nel giorno storico del primo scudetto del Napoli, il quotidiano torinese pubblica una serie di frasi celebri pronunciate circa la squadra bianconera e tra queste ritroviamo quella che avrebbe pronunciato Maradona: «Forse se fossi finito alla Juventus avrei avuto una carriera più lunga, vincente e tranquilla. Non rimpiango nulla, ma per quel club ho sempre avuto grande ammirazione e rispetto». Bel modo di fare giornalismo! Quella frase non è mai stata pronunciata e c'è solo una dichiarazione di Giampiero Boniperti che ha confessato qualche anno fa quanto gli avrebbe confidato "el pibe de oro"; una frase manipolata, edulcorata e travisata, ed è facile dimostrarlo. Era il 3 Luglio 2008 e su "La Stampa" di Torino fu pubblicata un'intervista all'ex giocatore e presidente della Juventus alla vigilia dei suoi 80 anni in cui, tra le altre dichiarazioni, confessava il suo rimpianto di non aver portato Maradona alla Juventus. «L’avevo preso - disse Boniperti - solo che il presidente della Federazione argentina, Julio Grondona, bloccò il trasferimento. Ordini superiori. Un giorno, molti anni dopo, ho rivisto Diego e sa cosa mi ha confidato? Se fossi venuto alla Juve quando dovevo, magari avrei avuto una vita privata più serena». Nella primavera del 1980, Boniperti volò in Argentina per prelevare Maradona dall'Argentinos Juniors, segnalatogli da Sivori, ma il presidente della federcalcio argentina Grondona bloccò il trasferimento del diciannovenne astro di casa poichè il ct dell’Argentina Menotti volle trattenere in patria i possibili nazionali per il Mundial del 1982.

Non se ne fece niente, la Juve ripiegò su Liam Brady e due anni dopo scelse il suo fantasista, Michel Platini, mentre Maradona si accasò al Barcellona. La frase maradoniana, nella forma attribuitagli ad arte dal mondo juventino per vantare un'ammirazione fittizia, non esiste come l'ammirazione stessa. Esiste solo un «se fossi venuto alla Juve quando dovevo, magari avrei avuto una vita privata più serena» per bocca di Boniperti. E come dar torto a Diego che ha sempre maledetto la razzista Barcellona, dove andò due anni dopo, per averlo condotto nel tunnel della droga nel quale si rifugiò per scappare dalla solitudine e dai catalani che lo chiamavano "sudaca". Quella frase non sminuisce affatto il suo postumo matrimonio italiano mai tradito con Napoli ma rappresenta una sorta di "sliding-doors" della sua vita. Il resto della frase, costruita ad arte, quel "per quel club ho sempre avuto grande ammirazione e rispetto" non esiste neanche nelle parole di Boniperti. Il destino invece l'ha portato a Napoli dove ha capito sulla sua pelle che i "sudaca" esistevano anche in Italia sotto il diverso nome di "terroni", divenendone trascinatore, e ha anche capito che la Juventus è il potere del Nord, la rappresentazione sportiva della questione meridionale applicata al calcio. Diego non avrebbe mai lasciato Napoli per un'altra squadra italiana, lo ha ribadito proprio in questi giorni lanciando un messaggio a Lavezzi. Maradona non ammira e non rispetta affatto la Juventus e la sua storia, non ammira e non rispetta affatto il potere di cui è antitesi incarnata. E questo è lui stesso a dircelo (nei video), non certo la bocca di Boniperti o la penna di Guido Vaciago. Che si rassegnino al fatto che la storia del calcio è legata alla maglia del Napoli, e qui non è questione di numeri da ostentare senza neanche averli.