Da 0 a 10: la Coppa D’Africa cambia data, Spalletti gela lo studio Dazn, l'incubo per Koulibaly e lo spaventoso dato su Mertens

Il Napoli pareggia col Sassuolo: non bastano le reti di Mertens e Fabiàn. Spalletti furioso ed espulso nel finale di gara. Si teme per Koulibaly
02.12.2021 16:09 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da 0 a 10: la Coppa D’Africa cambia data, Spalletti gela lo studio Dazn, l'incubo per Koulibaly e lo spaventoso dato su Mertens
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Zero cambi per Spalletti che ripropone gli stessi uomini che avevano maciullato la Lazio. Scelta che, in un calendario più intasato di un ufficio postale il 27 del mese, nasconde delle inevitabili insidie nei muscoli, e nella testa, di chi si ritrova a dover riattivare certi meccanismi e costringere il corpo a dare di nuovo il massimo. Quel Napoli così scintillante di domenica deve aver ammaliato anche Luciano, che rispetto a tutti gli altri colleghi, non ha cercato energie alternative. Chissà se il giorno dopo farebbe la stessa scelta. 

Uno come il punto raccolto, che lo devi guardare da più angolazioni per comprenderlo al meglio, che lascia perplessi come l’opera di Tom Wesselmann illustrata ai visitatori di Pazzaglia nel Mistero di Bellavista. È il grande smarrimento che provoca l’arte, che non è immediatamente comprensibile. Il valore di questo punto lo si vedrà più avanti, lo racconterà la reazione nella sfida di sabato. Oggi sembra ‘un cesso scardato’ (per come si era messa la gara), sabato potrebbe assumere sembianze differenti. Non siate frettolosi.

Due a due che nasce da una visione parallela. Per spiegarlo alla perfezione, per usare le parole giuste, bisogna ricercare in una forma arcaica del verbo “travedere” che si è trasformata nell’espressione “avere le traveggole”. Ecco, Pezzuto ha letteralmente visto una cosa per un’altra. E quando sei così vicino, a meno che tu non sia Orsato a San Siro, non puoi avere quel tipo di abbaglio. Non vede il fallo su Rrahmani, non aveva visto nemmeno il fallo di Berardi sul 3-2 poi annullato dal Var…

Tre infortuni come macigni, che stravolgono equilibri e generano una confusione che è certificata dalla libertà in area di Ferrari sulla zuccata che beffa Ospina. Darwin ci ha sicuramente spiegato l’importanza di adattarsi ai cambiamenti, ma qui c’è stato un vero e proprio accanimento. Fabiàn e Koulibaly sono difficilmente recuperabili per l’Atalanta, per Insigne si spera qualcosina. L’emergenza è senza fine, il più grave pare essere Kalidou, che rischia davvero di tornare dopo la Coppa d'Africa: un disastro.

Quattro come i quaranta metri che dividono Petagna dalla porta. Il campo diventa infinito, un orizzonte indefinito come nelle corse verso la porta avversaria in Holly e Benji. Ma non si può pensare di sfogare la rabbia su Andrea, che si trova immischiato in una partita che aveva cambiato spartito e che era lontana dalle sue caratteristiche. Sappiamo cosa può dare e cosa non può dare a questo Napoli

Cinque gare in Serie in stagione, tredici in assoluto prima di Sassuolo-Napoli. In questa stagione era reduce da Torino-Udinese, Cagliari-Roma, Milan-Venezia, Bologna-Verona e Udinese-Juventus. Qualcuno ci spiega come mai per il match della CAPOLISTA contro un Sassuolo lanciassimo sia stato designato un arbitro così ACERBO? Spalletti ha ragione a lamentarsi, gli errori del signor Pezzuto hanno di fatto cambiato l’inerzia e il risultato della gara.

Sei settimane d’anticipo. A furia di invocarla, di incutere il terrore, di raccontare che tutto sarebbe stato distrutto con ‘l’inizio della Coppa d’Africa’ è successo che per il Napoli è iniziata in netto anticipo. Fuori Osimhen, infortunato Anguissa e ora pure Kalidou: l’anatema si è scagliato sulla colonna africana del Napoli, che aveva terrorizzato il campionato e che ora sono costretti ai box. È sempre la stessa lezione dimenticata: “Essere superstiziosi è da ignoranti ma non esserlo porta male”.

Sette a Spalletti, che questa volta se ne infischia della diplomazia e si fa cacciare da Pezzuto. Luciano non ci sta, per la prima volta affronta un tema spesso ignorato: l’accerchiamento sistematico dell’arbitro, che il Napoli impone ai propri calciatori di non praticare, che altri attuano con evidenti frutti. “Vedo che la nostra scelta non paga” sottolinea, gelando lo studio di Dazn che 'NON SI ERA ACCORTO' che c’era un fallo su Rrahmani. “Me lo fate vedere? Non fate vedere? Allora parliamo del nulla” tuona uno Spalletti finalmente furioso. Quando ci vuole, ci vuole.

Otto sulla schiena e poesia nel sinistro. Prosegue la stagione da dominatore silenzioso di Fabiàn, che ti uccide dolcemente come i Fugees, che manda il pallone dove gli pare, che trova angoli sconosciuti, che non spreca mai un pallone. Segna il suo QUINTO gol in campionato che è solo la ciliegina su una torta mai così ricca in passato. Lo spagnolo ha ampliato le argomentazioni del suo calcio, esplorato nuove zone, valicato le rive delle sue zone di confort ed ora non ha paura di immischiarsi anche nel lavoro sporco. Che assolve però, con una eleganza che è insita nel pedigree. Noblesse oblige.

Nove a Ciro, che ce l’aveva messa tutta per vincere anche questa. Si acquatta malandrino, col chiodo giallo e zaffiro bluette come Achille Lauro, per rubare la palla dell1-0 azzurro, poi si mette in proprio e segna da attaccante puro il raddoppio. Ha segnato 4 gol negli ultimi 145’ in campionato alla media fantascientifica di una marcatura ogni 36 minuti. Sta scrivendo una nuova storia dentro una storia che sembrava già finita, come quei film Marvel che dopo diciassette minuti di titoli di coda fanno vedere una nuova scena, solo a chi ha avuto il coraggio di aspettare. E le storie che non finiscono sono quelle che lasciano segni più profondi: nella pelle, nella carne, nelle ossa. Dappertutto. Mertens è tra noi, lotta ancora con noi. E, incredibilmente, è di novo il leader tecnico di questo Napoli.

Dieci al bicchiere che resta mezzo pieno, facciamo pure trequarti pieno. Perchè poi, si va bene le critiche, gli appunti, le annotazioni, la sfiga, le robe che si potevano fare meglio, le visioni arbitrali, la tangenziale bloccata al Corso Malta, gli alberi di Natale fatti a novembre, la pioggia che Londra a confronto sembra Alicia Springs in Australia… Insomma, va bene tutto. Lamentiamoci di tutto, ma non perdiamo di vista l’insieme. Il momento. La compattezza che questo Napoli riesce a trasmettere per lunghissimi tratti. Siamo ancora primi. E nessuno ci avrebbe puntato nemmeno un centesimo. 

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