L'Angolo Sarrista - La serataccia di Amadou Diawara

Analisi tattica di Napoli-Lipsia
16.02.2018 19:00 di  Jacopo Ottenga   vedi letture
L'Angolo Sarrista - La serataccia di Amadou Diawara

Difficile analizzare una gara condizionata da un’insufficiente motivazione di fondo e dalla scarsa condizione fisica delle seconde linee in virtù dei pochi minuti fin qui accumulati. Fa male vedere Ounas siglare il primo gol in azzurro e i compagni accorrere con un passo diverso da quello che avrebbero impiegato se quello stesso gol (un diagonale perfetto con il piede debole!) fosse arrivato in campionato. Evidentemente i gol non sono tutti uguali e nemmeno le partite.

Opinabile la decisione di arrendersi praticamente senza combattere (soprattutto dopo essere andati in vantaggio), specie quando la trasferta in Germania non puoi evitarla, ma la vita è fatta di scelte, scelte necessarie quando si conduce una vita al di sopra delle proprie possibilità. Nessun ridimensionamento, sia chiaro, il Napoli è forte, anzi fortissimo, rappresenta la pagina più bella del calcio nostrano degli ultimi decenni, ma ha una rosa corta, cortissima, falcidiata ieri da squalifiche oltre che infortuni. Nessuno pensa che uscendo da una competizione logorante come l’EL lo Scudetto diventi magicamente realtà. Sicuramente però, con qualche partita in meno, ci sarebbero maggiori probabilità di portare a termine questo incredibile miracolo sportivo.

I partenopei non avevano mai subito 11 tiri in un tempo (a fine gara sono diventati 21). Hanno tuttavia perfezionato più passaggi dei tedeschi e registrato il 57% di possesso palla, dato viziato da un bassissimo 82% di precisione. Di solito è proprio il complesso sistema di gioco Sarriano seguito alla lettera che permette ai vari singoli di esaltarsi, ieri invece ognuno ha finito per interpretarlo a modo suo. Ounas a parte il gol e la buona volontà è stato impalpabile, Koulibaly è apparso nervoso e deconcentrato, Insigne e Mario Rui sono entrati quasi contro voglia, Maggio e Hysaj hanno spinto poco e sbagliato tanto, per non parlare di Rog, una mina vagante alla ricerca costante della giusta collocazione.

Senza dubbio però il peggiore azzurro è stato Diawara. Solo 68 i passaggi completati dal guineano, conditi da un 88.2% di precisione. Pesano enormemente sulla prestazione il passaggio sbagliato ed il tardivo ripiegamento in area su Poulsen che hanno causato il gol del pareggio dei tedeschi e l’incomprensibile tiro della disperazione rimpallato dalla difesa che ha dato il La al contropiede del 3 a 1, ma nel complesso Diawara si è dimostrato molto timido nello smarcarsi e troppo statico e insicuro nei movimenti.

Il Lipsia ha difeso con ordine e diligenza. I due attaccanti Werner e Poulsen avevano il compito di offuscare il passaggio per il mediano azzurro, inducendo Koulibaly e Tonelli ad andare sulle fasce, mentre i 4 centrocampisti alle loro spalle quello di tagliare le linee di passaggio per le mezzali per poi scalare sul lato scelto dagli azzurri in modo da avere sempre superiorità numerica.

Nell’azione raffigurata possiamo vedere come Diawara resti fermo in mezzo al campo nonostante sia completamente tagliato del gioco. Rog è così costretto ad abbassarsi per offrire uno sbocco centrale, stesso discorso per Hamsik, che detta il passaggio al senegalese ma non avendo soluzioni è costretto a tornare indietro da Reina. Jorginho al posto del guineano sarebbe scattato in avanti trascinando con sé Kampl e scoprendo di fatto il passaggio centrale per Callejon. La classica palla in verticale, il modo più semplice e veloce per arrivare sulla trequarti quando non si dispone della qualità in spazi brevi di Insigne o Mertens. Non a caso il gol di Ounas è arrivato proprio in una delle poche occasioni in cui gli azzurri (Tonelli) sono riusciti a servire lo spagnolo tra le linee.

Diawara ha commesso errori anche in altre circostanze tattiche, rendendo di fatto inoffensivo il proprio reparto (il Napoli ha sviluppato centralmente solo il 21% delle azioni totali, quasi un minimo storico), ha rallentato più volte la manovra e non ha saputo muoversi in funzione dei compagni. I partenopei si sono dunque visti costretti ad impostare il gioco sulle fasce, dove però la densità del Lipsia era molto forte e non sono bastati i lampi di un Zielinski piuttosto in palla.

Parlare di un’involuzione di Diawara è probabilmente sbagliato, senza dubbio però l’ex Bologna sta offrendo un rendimento inferiore rispetto alla scorsa stagione. Rispetto allo scorso anno, viste le prestazioni costanti di Jorginho, è diminuito anche il suo minutaggio (è stato impiegato da titolare solo in 7 occasioni, di cui 4 in Champions) ed è molto probabile che le due cose siano collegate. Gare come quelle di ieri testimoniano infatti come le seconde linee, a causa delle poche opportunità avute, non abbiano ancora introiettato i dettami del tecnico e finiscano per disorientare anche i titolarissimi. Tuttavia, se si sta inseguendo un grande obiettivo, è normale che ci si affidi ai più affidabili.