Forgione: "Quante false promesse da Spalletti, ora paga il prezzo di chi le pronuncia"

Forgione: "Quante false promesse da Spalletti, ora paga il prezzo di chi le pronuncia"
Ieri alle 20:30Dai social
di Arturo Minervini

"Si è ormai detto tutto sulle sue false promesse, che tali mi apparivano già sette mesi fa, quando, commentando quelle fatte al cospetto di Fazio, così scrissi: "Sono parole che hanno un prezzo, che paga chi le pronuncia". Il conto a Spalletti, grazie". Così scrive in lungo post sui social lo scrittore Angelo Forgione

"Non ero lungimirante io; era miope lui. Ma cosa crede di poter trarre, lo Spallettone, da questa Juventus malmessa e senza una prospettiva, governata da un catastrofico John Elkann, che rovina tutto ciò che tocca? La Juventus come la Ferrari: può cambiare il pilota, strapagare Hamilton, ma non verranno mai buone cose da quella vettura.

La competitività dei Bianconeri si è spenta con lo scudetto di Sarri, in piena pandemia, quando il buco dei conti aperto con l'azzardo CR7 è diventato una voragine incolmabile, e allora si è provato a risolvere mettendo in piedi il perverso sistema delle plusvalenze fittizie. Da lì il cambio della guardia, dagli artifici di Andrea Agnelli alla dappocaggine di John Elkann, privo di capacità gestionali. Gli manca solo l'ultima svendita: proprio la Juventus.

Già, Sarri; il transito al Chelsea dopo il Napoli e prima della Juve, ma senza poter lavorare di cesello. Sputato via dopo il tricolore vinto per inerzia perché gradito allo spogliatoio e non solo. Il salto diretto l'ha fatto Giuntoli, anche lui sputato per mancanza di risultati. Ora tocca a Spalletti, di passaggio a Coverciano prima della Continassa.

È fattuale che la Juventus, da qualche anno, guardi al Napoli di De Laurentiis, ma senza trarne profitto. I risultati non arrivano perché il club è instabile, brucia progetti, allenatori, dirigenti e soldi; tantissimi soldi! Sbaglia tutto o quasi, questa Juventus, al contrario del Napoli, che è club con una visione chiara da anni, grazie alla quale ha costruito un'autosostenibilità finanziaria coniugata ai risultati. Motivo per cui il furbo Conte ha preferito starsene a nuotare nel mare azzurro invece di andare ad arenarsi nelle secche bianconere.

Del resto, Spalletti stesso, da buon allenatore quale era, è diventato grande allenatore a Napoli. Con la Nazionale si è giocato buona parte del credito acquisito, e gli rimane in dote ancora qualcosa che, sperando di rifarsi, va a giocarsi alla Juventus.

Difficile che possa rivedersi lì il gioco del Napoli del terzo scudetto (proprio il 5-1 alla Juventus ne fu il manifesto) così come dopo Napoli non si è più visto il sarrismo. È questione di vettura, e il Napoli, oggi, sta alla Juventus come la McLaren e la Red Bull stanno alla Ferrari... di John Elkann".