La Giovane Italia – Claudio Manzi, il difensore col caschetto impara dai grandi
In un Napoli rivitalizzato dalla cura-Gattuso studiano da grandi alcuni dei giovani del vivaio azzurro, che stanno vivendo una esperienza importante a stretto contatto col gruppo della prima squadra in questo intenso finale di stagione.
Caschetto e fascia - Claudio Manzi è uno dei ragazzi aggregati dal mister agli allenamenti post-covid, in una ripartenza che ha richiesto il contributo di tutti e che ha rappresentato l’occasione di attingere al bacino della Primavera, promuovendo al piano superiore alcuni degli elementi di maggior spicco. È così che il difensore classe 2000 ha potuto vivere la sua prima esperienza coi grandi, passaggio ideale per chiudere il suo lungo percorso giovanile in maglia azzurra prima di lanciarsi definitivamente verso il calcio professionistico. Nato a Lacco Ameno, sull’isola di Ischia, Manzi è arrivato al Napoli nel 2015, cominciando un percorso intenso che lo ha portato a misurarsi ai massimi livelli del calcio giovanile, italiano e internazionale. Dopo un 2018/19 giocato su ottimi livelli, indossando peraltro un caschetto protettivo in “stile Chivu” che lo ha reso immediatamente riconoscibile su tutti i campi, Claudio è rimasto in Primavera da fuori quota, indossando spesso e volentieri la fascia da capitano e totalizzando 19 presenze tra campionato, Youth League e Coppa Italia.
A scuola dai grandi - La chiamata di Gattuso rappresenta quindi il viatico ideale verso un’estate che dovrebbe vederlo andare a fare la prima esperienza altrove, per farsi le ossa e misurarsi col calcio professionistico. Un salto che metterà alla prova le sue doti da difensore di grande temperamento, quasi vecchio stampo per la capacità in marcatura, a dispetto di una mole non da gigante (è alto un metro e ottantatré, ndr.). Caratteristiche che si esaltano nel ruolo di marcatore in una difesa a tre, posizione nella quale riesce ad utilizzare molto bene il corpo nel duello con l’avversario e che pare quella ideale per costruirsi una solida carriera tra i pro. Nell’ultima stagione, Manzi ha lavorato per limitare quell’irruenza che aveva rappresentato un po’ il suo tallone d’Achille, e che in passato gli è costata dazio in termini di cartellini e conseguenti squalifiche. Più pulito e meno garibaldino negli interventi, il classe 2000 ha mostrato una maturazione notevole, anche grazie alla responsabilità della fascia da capitano della quale è stato insignito da Baronio prima e Angelini poi. Gli allenamenti con la prima squadra rappresentano una scuola importante per il prossimo futuro. Per Claudio gli esami di maturità calcistica sono alle porte, per dimostrare di essere un prospetto meritevole di un posto tra i professionisti.
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